Nominati i vincitori della prima edizione del Wood Architecture Prize di Klimahouse, dedicato alle opere architettoniche realizzate in legno e dall’elevato grado di efficienza energetica, istituito da Fiera Bolzano in collaborazione con il Politecnico di Torino e lo Iuav di Venezia. Un’iniziativa nata con l’obiettivo di promuovere la cultura del legno nell’edilizia – settore che in Italia registra il +33%1 – attraverso la selezione di opere in grado di rappresentare i diversi contesti applicativi e di sperimentazione.
Su 64 progetti in gara, la giuria presieduta da Sandy Attia dello Studio Modus Architects e composta dal Guido Callegari del Politecnico di Torino, Mauro Frate dello Studio MFA Architects e già docente a contratto Iuav, Roberto Gargiani dell’EPFL Ecole Polytechnique di Losanna, Manuel Benedikter dell’omonimo studio, Paolo Simeone del Politecnico di Torino e da Luca Gibello, Direttore de Il Giornale dell’Architettura, ha assegnato tre vincitori nelle rispettive categorie:
– premio “Architettura privata” a Casa 4, abitazione sostenibile caratterizzata da un’architettura estremamente semplice, abitata da una giovane coppia che ha scelto di vivere e lavorare a stretto contatto con la natura. Si trova a Magnago ed è stata realizzata nel 2020 da Luca Compri di LCA Architetti. «Il progetto è stato scelto perché, nel contesto delle sfide orientate alla sostenibilità ambientale, Casa 4 rappresenta un manifesto coerente e replicabile di abitazione monofamiliare realizzata con componenti e materiali naturali. LCA, attraverso un percorso di ricerca progettuale pluriennale, ha elaborato un modello di casa essenziale nella quale la precisione e la purezza del disegno della pelle vegetale esterna in sughero, cela e protegge le strutture di abete rosso pensate come telai essenziali minimi in grado di assolvere le esigenze statiche e al contempo garantire l’integrazione di isolanti a base di paglia, di riso e fibra di legno».
– premio “Architettura sperimentale” a l’Hotel La Briosa realizzato lo scorso anno a Bolzano, nato dalla proposta progettuale degli architetti altoatesini Felix Perasso e Daniele Tolpeit. «Questo progetto è stato scelto quale interpretazione architettonica, audace e innovativa, del tema dell’edificio multipiano in legno nel contesto della città storica. Il progetto, sviluppato nell’ambito di un intervento di rigenerazione urbana, è caratterizzato da un approccio sperimentale sia con
riferimento alle scelte formali che agli aspetti processuali e costruttivi. Dell’edificio esistente, demolito in modo parziale, è stato recuperato il basamento, a partire dal quale è stata realizzata la nuova struttura multipiano con pareti prefabbricate in legno caratterizzate dall’integrazione di aperture strombate in cemento che declinano un’inedita configurazione di facciata. Hotel La Briosa rappresenta un modello di ospitalità sostenibile ed integrata al territorio, finalità che è stata assunta dal progetto architettonico attraverso una visione di filiera territoriali mediante la produzione dei componenti ingegnerizzati in legno regionale e il coinvolgimento delle maestranze locali».
– premio “Architettura pubblica” alla scuola materna di Sluderno (Bolzano), progettata da Roland Baldi di Roland Baldi Architects e realizzata nel 2018. L’edificio è stato dotato anche di un tetto verde e progettato rispettando gli standard energetici di “Casa Clima A”. «Questo progetto è stato scelto per l’equilibrio spaziale e la raffinatezza formale nella definizione di un ambiente a misura di bambino, dove continue variazioni di scala alimentano un’esperienza percettiva ricca e coinvolgente. Il sistema delle bucature, la loro collocazione e misura, connota una stereometria immaginata in relazione di continuità con il tessuto edilizio circostante a dichiararne la funzione pubblica di uso collettivo. Il legno svolge funzione strutturale nelle pareti in CLT disegnando gli spazi interni principali spesso senza soluzione di continuità tra serramenti e controsoffitti».
La giuria ha assegnato anche due menzioni speciali:
• al progettista under 35 per il progetto LILELO Little Leisure Lodge a Grazzano Badoglio (AT)
Scelto per l’efficace relazione non prevaricante sul paesaggio in cui si inserisce, il progetto reinterpreta la classica forma della capanna con leggerezza ed eleganza. Lo slittamento delle due superfici inclinate al colmo dell’involucro libera il manufatto dalla consueta gravitas, trasformando un’architettura di forma archetipa in tutt’altro: un insediamento contemporaneo ed efficiente. L’accuratezza della composizione degli elementi lignei — strutturali e non — favorisce l’esibizione della mono-matericità senza tradire la delicatezza della stereometria. Ogni singolo “eco-lodge” è caratterizzato da una struttura collaborante di travi in legno accoppiate, posate in una sequenza paratattica semplice a definire il tetto/facciata, ed i controventi realizzati con sottili tiranti in acciaio. L’innesto tra le travi accoppiate, il profilo di fissaggio in metallo per l’attacco a terra e l’integrazione delle finestre a nastro in alto enunciano le rispettive caratteristiche dei materiali combinandoli in un’architettura semplice nella concezione e nell’esecuzione.
– al progetto Ninin – un rifugio nel bosco a Gorzegno (CN)
Selezionato per la precisione e la raffinatezza delle relazioni inventate fra il corpo edilizio preesistente in pietra arenaria e l’addizione lignea dei servizi aggiunti. L’intervento di rifunzionalizzazione ha previsto il risanamento conservativo del piccolo rustico in pietra un tempo funzionale alle attività agricole. È stato esplorato un tema che oggi trova sempre più frequente applicazione: la collocazione in spazi oggi riconquistati dal Bosco in una condizione dell’abitare sub-urbano, al di fuori dei centri consolidati, delineando una strategia di recupero dei luoghi del loisir come ambiti per residenze temporanee e turistiche. In questo caso il legno viene utilizzato anche in termini di materia altra dall’esistente in un’espressione di pacata continuità, senza clamori, con equilibrio.