Torna VisionAlps, l’evento B2B lungo l’arco alpino, pensato e sviluppato per rendere le montagne italiane lo spazio ideale per accelerare la trasformazione digitale, in equilibrio con la sostenibilità.
Domani, 27 settembre, durante la tappa di Bolzano, presso Four Points by Sheraton, verranno affrontate tematiche fra loro strettamente collegate e connesse.
Il progetto è stato ideato da Innovabilify, la prima Business Acceleration Agency dedicata all’”innovability”, un concetto nuovo che unisce l’innovazione (lo strumento) con la sostenibilità (il fine da raggiungere).
“Quest’anno – spiega Gianluigi Ferri, Ceo di Innovabilify – saremo presenti in Carnia, altro territorio di confine, unione di culture. Confermate le tappe di Cortina, di Sondrio e Aosta. Infine, abbiamo delineato in questi giorni la tappa di Bardonecchia in Val di Susa”. Durante tutte le tappe, sono programmati momenti di analisi, di confronto e di networking per un pubblico business e di addetti ai lavori.
La pandemia prima e le conseguenze del conflitto alle porte dell’Europa dopo hanno accelerato dei processi in essere di trasformazione dei modelli organizzativi del lavoro e di ottimizzazione dei costi.
I grandi temi dell’autonomia energetica, della sostenibilità e dello spazio di lavoro in rapporto al tempo non possono più essere elusi e sono al centro di un’attenta analisi.
Altro tema centrale per le nostre Alpi, soprattutto nell’ottica di disincentivare lo spopolamento dei comuni montani, è quello del nomadismo digitale, che si è diffuso durante la pandemia.
Secondo uno studio dell’associazione italiana “Nomadi digitali”, questa nuova dimensione del lavoro interessa maggiormente le donne, mentre l’età di riferimento va dai 25 ai 44 anni (67%). Cade uno stereotipo: non stiamo parlando solo di freelance. Il “nuovo” nomade digitale è un dipendente o collaboratore (52%), è impiegato nei settori del marketing e comunicazione (27%) e presenta in media un alto livello di istruzione (il 42% ha una laurea e il 31% un master o un dottorato).
Non è single (il 44% preferisce la presenza del partner) e nella sua scelta porta con sé la famiglia. Da qui la necessità per il territorio di investire nei servizi per i bambini ma anche per gli anziani, in fasce temporali flessibili determinate dalla durata del soggiorno di lavoro.
L’evento di Bolzano
Digitale e innovazione sostenibile nell’ecosistema alpino. La rivoluzione digitale sta offrendo nuove opportunità di crescita e sviluppo nell’ecosistema alpino, aprendo la strada a un’evoluzione sostenibile. Secondo il rapporto dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn), l’adozione delle tecnologie digitali può portare a un aumento del 20% dell’efficienza nell’uso delle risorse alpine entro il 2025.
Parallelamente, investire nell’innovazione sostenibile potrebbe generare un aumento del Pil regionale fino al 4% entro il 2030, come evidenziato da uno studio condotto dall’Istituto di ricerca economica.
Monitoraggio e salvaguardia del territorio in risposta al climate change. Il cambiamento climatico rappresenta una sfida cruciale per l’ecosistema alpino. Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, le temperature medie sono aumentate del 1.9°C rispetto all’era pre-industriale.
Per affrontare questa sfida, l’utilizzo di tecnologie avanzate come sensori IoT e reti di monitoraggio geospaziale può garantire una gestione efficace dei rischi ambientali. Un report del Centro di ricerca ambientale dimostra che l’implementazione di tali misure potrebbe ridurre del 30% i danni economici dovuti ai disastri ambientali entro il 2030.
Economia circolare: riciclo, risparmio ed ecosostenibilità. L’adozione di principi di economia circolare nell’ecosistema alpino è essenziale per la riduzione degli sprechi e la promozione dell’ecosostenibilità. Secondo la Fondazione Ellen MacArthur, il passaggio a modelli circolari potrebbe generare risparmi fino al 20% sui costi delle risorse entro il 2025.
Inoltre, uno studio dell’Istituto per l’Economia ecologica indica che l’implementazione di pratiche di economia circolare potrebbe ridurre le emissioni di CO2 del 40% entro il 2030.
Tecnologie e infrastrutture digitali per lo sviluppo della pa e delle imprese. L’adozione di tecnologie digitali nell’amministrazione pubblica e nelle imprese alpine è cruciale per aumentare l’efficienza e stimolare la crescita economica.
Secondo il rapporto sull’E-Government delle Nazioni Unite, l’implementazione di servizi digitali potrebbe ridurre del 25% i tempi di gestione delle pratiche burocratiche entro il 2023.
Inoltre, una ricerca condotta dal Centro di studi economici dimostra che le imprese che abbracciano la trasformazione digitale potrebbero registrare un aumento del fatturato fino al 15% entro il 2025.
Energia: efficientamento, comunità energetiche, idrogeno. L’efficienza energetica e l’adozione di fonti energetiche sostenibili sono priorità chiave per l’ecosistema alpino. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, l’implementazione di misure di efficientamento potrebbe ridurre i consumi energetici del 30% entro il 2030.
La creazione di comunità energetiche potrebbe aumentare la quota di energia rinnovabile al 40% entro lo stesso periodo. Inoltre, l’adozione dell’idrogeno verde potrebbe contribuire a ridurre le emissioni di CO2 del 50% entro il 2035, secondo uno studio dell’Istituto di Ricerca Energetica
Intelligenza artificiale: dal Big Data all’AI Generativa per la montagna. L’applicazione dell’intelligenza artificiale offre possibilità straordinarie per la montagna alpina. L’analisi dei Big Data può migliorare la gestione delle risorse naturali, riducendo gli sprechi fino al 15% entro il 2025 secondo il Centro di ricerca digitale.
Inoltre, l’utilizzo dell’IA generativa può agevolare la progettazione di infrastrutture sostenibili, riducendo i costi di costruzione del 10% entro il 2030, come dimostrato da uno studio dell’associazione per l’Innovazione tecnologica.
Ruolo della ricerca e della formazione. La ricerca e la formazione giocano un ruolo cruciale nell’evoluzione dell’ecosistema alpino. Investimenti nella ricerca scientifica potrebbero generare un impatto economico di oltre il 5% del PIil entro il 2035, secondo il Centro di studi avanzati.
Inoltre, un incremento degli investimenti nella formazione professionale potrebbe ridurre la disoccupazione giovanile fino al 20% entro il 2025, come sottolineato dal Rapporto sull’Istruzione dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.