Vanessa Pesenti (Ance Bergamo): addio superbonus, ora una legge sulla rigenerazione

Vanessa Pesenti | vicepresidente Ance Bergamo

«L’Italia ha urgente bisogno di una legge sulla rigenerazione urbana». Vanessa Pesenti, presidente di Ance Bergamo, ne è assolutamente convinta. E lo ha ribadito con fermezza: occorre sollecitare i decisori a gettare, quanto prima, le fondamenta di un cantiere legislativo, auspicato dalla miriade di imprese (bergamasche, lombarde e non solo) che operano nel comparto edile, capace di delineare uno scenario operativo di medio-lungo termine, che sia certo e trasparente.

Quattro i punti cardine

Il ragionamento esposto da Pesenti, che dal maggio 2022 è anche vicepresidente nazionale di Ance con delega all’area economica, tributaria e fiscale, si articola in pochi passaggi. Il primo: dopo un triennio vissuto al galoppo, «questo è il momento di fare una profonda riflessione sia sull’impetuosa recente crescita sia, soprattutto, sull’atteggiamento da adottare per evitare di vederne sfumare gli effetti positivi».

Il secondo: in questo stesso periodo, il comparto edile nazionale è stato protagonista di «un immenso lavoro». Certificato dal fatto che oltre la metà della crescita del Pil (compreso fra l’11 e il 12%) è dipesa dal settore delle costruzioni, dal momento che, tra il 2022 e la prima metà del 2023, gli importi dei bandi e delle aggiudicazioni hanno toccato livelli record (777 milioni) grazie sia al Pnrr sia al Piano nazionale per gli investimenti complementari (Pnc). Livelli che vanno oltre la soglia del miliardo se, ai 777 milioni, si sommano altre importanti risorse pubbliche, come quelle stanziate dalla Regione con il Piano Lombardia, secondo la ricerca Cresme per Ance Bergamo.

Il terzo: una volta che l’effetto di Pnrr e bonus vari inevitabilmente si esaurirà, è la riflessione di Pesenti, che ne sarà del comparto? Il quarto: proprio per scongiurare una sorta di salto nel vuoto ecco la possibile àncora di salvezza: una legge nazionale sulla rigenerazione urbana che oltre ad azioni e interventi di recupero e riqualificazione degli spazi (limitando il consumo del territorio, a tutela della sostenibilità ambientale), persegua un sempre maggior efficientamento energetico delle costruzioni e un loro miglioramento sotto il profilo antisismico.

Anche se, come ha sottolineato la presidente di Ance Bergamo, «rigidità anacronistiche spesso bloccano operazioni di rigenerazione, condannando tante città a immobilismo e degrado. Per questa ragione si deve mettere mano al complesso di vecchie leggi frammentario e incerto». Come ha argomentato la stessa Vanessa Pesenti a YouBuild.

Quattro passaggi inequivocabili. Ma perché c’è bisogno di questa legge, proprio adesso?

Mai come ora i progetti di rigenerazione urbana sono opportunità su cui puntare sempre di più per valorizzare le nostre città e i nostri territori. E noi dobbiamo poter lavorare in una cornice normativa ed economica che promuova e attivi le trasformazioni dei tessuti urbani, attraverso regole certe e chiare supportate da adeguate politiche di fiscalità e incentivazione.

Di che tipo?

Quelli che, negli anni passati, hanno consentito la detassazione dell’acquisto degli immobili da rigenerare, da parte degli operatori. Oppure, le misure finalizzate a incentivarne l’acquisto, tra cui il sisma bonus e il superbonus.

Bonus vari e Pnrr hanno rappresentato un bel sostegno al settore…

Non c’è dubbio che le misure messe in campo fin qui abbiano rappresentato un bel polmone per il settore edile. Nonostante le buone perfomance messe a segno nell’ultimo triennio, le incognite restano tante.

Nell’estate 2023 si sono già avvertiti i primi segnali di rallentamento del settore. Tuttavia, l’alternativa ai bonus non possono essere altri bonus. Non è più il tempo delle misure emergenziali. Bisogna arrivare al dunque su qualcosa di più strutturale. Le nostre imprese stanno lavorando bene. Ma l’interrogativo che ci poniamo è: come può il nostro sistema mantenere, e possibilmente aumentare, la crescita registrata negli ultimi anni?

Già, come?

Partendo dall’assunto che solo insieme possiamo affrontare le nuove sfide, ritengo che le istituzioni debbano creare, da subito, le condizioni perché si possano percorrere strade nuove e più ambiziose, rompendo con le rigidità e gli errori del passato. Noi, il nostro contributo al confronto su questo argomento, lo abbiamo fornito. Proprio il tema della rigenerazione urbana è stato al centro della mostra Bergamo ’23, visioni per un futuro presente. Città, ambiente, comunità, che si è conclusa a settembre 2023.

Perché, allora, una legge specifica sulla rigenerazione urbana?

Il nostro sistema è ancora lontano dai livelli produttivi antecedenti la crisi intervenuta nel periodo 2009-2018. E i conflitti attualmente in atto in Ucraina e nel vicino Medio Oriente hanno contribuito ad appesantire sia la questione legata alla crisi energetica sia l’aumento dei costi delle materie prime.

Quindi?

Finora, sul tema della rigenerazione urbana in Parlamento sono state depositate quattro proposte di legge. E Ance, che le sta esaminando nei dettagli, è impegnata perché presto si possa giungere a una di sintesi che incentivi e permetta grossi interventi per l’efficientamento energetico, la riduzione del rischio idrogeologico e la messa in sicurezza sismica degli edifici stessi. Temi da affrontare come vero e proprio dovere morale oltre che civico. In gioco, c’è il nostro futuro.

L’assemblea del 75esimo anniversario di Ance Bergamo è servita anche per portare all’attenzione dei partecipanti altre questioni cruciali. Cominciamo con l’aggiudicazione delle gare.

Gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione e dei prodotti energetici, non adeguatamente recepiti dai prezzari di riferimento, e l’aumento del numero delle gare hanno portato a una forte riduzione dei ribassi in fase di aggiudicazione: del 13,5% medio nel 2022 e del 9,3% nel primo semestre 2023. E trattandosi di valori medi, ciò significa che tante gare sono state aggiudicate con percentuali di ribasso vicine allo zero.

Un termine di paragone?

Nel quinquennio precedente (2015-2019) i valori dei ribassi si sono attestati abbondantemente al di sopra del 20%.

E per quanto riguarda i dati relativi alle imprese che hanno partecipato alle gare d’appalto?

Da una media di 32 partecipanti a gara, rilevata nel 2016, nel primo semestre 2023 siamo scesi a cinque partecipanti. Numeri tutt’altro che da sottovalutare, soprattutto se consideriamo che sono valori medi.

In ambito locale, invece, qual è stato il trend?

Da inizio 2022 a metà 2023, le imprese edili bergamasche si sono aggiudicate il 58,5% delle gare, pari al 42% degli importi. Gli importi medi delle gare assegnate, sono stati di 1,2 milioni. Per quanto riguarda le procedure negoziate, si avverte una maggiore incidenza nell’affidamento dei lavori fino alla soglia europea dei 5,3 milioni.

E ciò per via delle semplificazioni introdotte a partire dal 2020. A riprova di tale tendenza, il sensibile aumento dell’importo medio dei bandi affidati con questa procedura. Siamo passati dai 244 mila euro, del quinquennio 2015-2019, agli oltre 650mila euro, con la messa in gara dei progetti Pnrr.

Il lavoro viaggia di pari passo con la sicurezza.

Dobbiamo continuare a mantenere alta l’attenzione, vigilando sulla corretta applicazione del contratto di lavoro e sull’adeguata formazione di tutti i lavoratori che operano nei nostri cantieri. Il processo di cambiamento e sviluppo delle nostre imprese dipende soprattutto da noi.

In questo contesto si inserisce anche il nuovo codice dei contratti pubblici.

Una volta conclusa la fisiologica fase iniziale di riduzione del numero dei bandi, noi auspichiamo una rapida attuazione delle riforme introdotte. Fra loro, l’introduzione del principio dell’equilibrio contrattuale e la conseguente nuova revisione prezzi, che Ance chiedeva da anni.

Inoltre, con il nuovo codice, il 96% degli appalti potrebbe essere affidato solo a imprese invitate dalle Stazioni appaltanti. Le altre non possono neanche candidarsi e farsi conoscere. Un aspetto, quest’ultimo, su cui è necessario tornare a riflettere.

Il governo, però, consente alle stazioni appaltanti di ricorrere a procedure concorrenziali, per lavori sopra il milione.

Certamente. Ma dobbiamo fare di più

Altra questione emersa, i crediti incagliati. Qual è la posizione di Ance sul tema?

Va trovata una soluzione per il loro smobilizzo. Per migliaia di imprese, i crediti incagliati costituiscono un peso non più sopportabile. Se non si agirà prontamente su questo versante, molte imprese correranno il serio rischio del fallimento.

Nella sua relazione all’assemblea, lei ha poi lamentato anche la mancanza, da troppo tempo, di un Piano Casa. Ad Ance Bergamo risulta una domanda di immobili in affitto in crescita.

Occorre rispondere a questa esigenza, che comprende anche le fasce più fragili, garantendo un’adeguata offerta di alloggi attraverso la disponibilità di risorse pubbliche.

Ma anche attraverso il coinvolgimento di soggetti privati, a cui andranno assicurate condizioni di mercato agevoli e presupposti di natura fiscale che superino le attuali barriere imposte da una disciplina penalizzante.

Veniamo al tema finanza pubblica. Qual è la vostra posizione in merito?

Dobbiamo uscire dalla tagliola contabile dei Patti di stabilità che, negli ultimi vent’anni, ha penalizzato gli investimenti pubblici, ampliando il ritardo infrastrutturale italiano e limitando l’attività di manutenzione del territorio, sacrificato al totem dei conti in regola.

La crisi pandemica ci ha dimostrato che esistono spese correnti incomprimibili, come quelle per la Sanità, così come investimenti altrettanto urgenti, come quelli per la manutenzione del territorio e per le infrastrutture.

Un’ultima riflessione sui giovani.

Per rispondere alla grande richiesta di manodopera proveniente dal nostro settore, c’è un gran bisogno di forze fresche. Noi abbiamo messo a punto un corso Its per la formazione di manager in digital construction. Realizzata in sinergia con università, centri di ricerca, poli dell’innovazione per dare supporto a tutta la nostra filiera, questa offerta non è solo un’opzione, ma un dovere per chiunque oggi voglia fare la nostra professione.

di Fabrizio Calvo

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