Un delicato equilibrio fra edilizia storica e nuovi interventi

Quando si pensa a una biblioteca anti­ca, l’immagine forse più emblemati­ca è quella che ci regalano il regista Jean-Jaques Annaud e gli scenografi Francesca Lo schiavo e Dante Fer­retti nella trasposizione cinematografica del capo­lavoro di Umberto Eco Il nome della rosa.

Gli interni labirintici e oscuri, interamente ricostruiti in studio, riecheggiano le architetture eclettiche delle incisioni Piranesiane e quelle impossibili di Escher. Sono la chiara metafora di un sapere, legato alla parola scritta, precluso alla pressoché totalità della popolazione analfabeta e appannaggio di pochi eletti, ecclesiastici e nobili.

Oggi le possibilità di accesso alla cultura sono diventate infinite e parallelamente si sono trasformati gli spazi che ospitano lo sci­bile.

Nello specifico, le architetture di Dap sono l’emblema di quel sapere democratico e accessibile: chiunque può attingere alla fonte della conoscenza, senza discriminazioni di origine o di censo, attra­verso spazi razionali, inclusivi e inondati dalla luce.

Elena Sacco e Paolo Danelli hanno affrontato più volte il tema della biblioteca coniugandola sempre con altre funzioni. A Ranica con un asilo nido e un auditorium, a Lonate Ceppino con uno spazio per esposizioni temporanee e laboratori, a Castellanza con un centro civico. I diagrammi funzionali di questi edifici sono sempre esemplari.

Dap scorcio della facciata principale
Dap | Scorcio della facciata principale

Un nuovo polo culturale

Nel nostro caso ci troviamo a Mezzolombardo, centro di circa 8.000 abitanti situato nella provincia di Trento, in cui i Dap mettono mano a un immobile storico noto come ex Equipe 5 dal marchio di un noto spumante.

Il comparto è stato riqualificato al fine di ospitare un polo culturale che diventi un punto di riferimento della vita cittadina. Il nuovo complesso accoglie la biblioteca, aule studio, l’archivio comunale e una sala conferenze per circa 150 posti.

Dap ingresso alla corte interna
Dap | Ingresso alla corte interna

Volumi in acciaio

L’accesso al comparto, inserito in un fitto tessuto urbano, avviene da un cancello metallico contorna­to da un portale lapideo che introduce a un giardino intercluso.

La facciata principale viene filtrata da una teoria di colonne doriche isolate, chiaro relitto di un portico ora perso. Questa quinta, parallela al fronte d’ingresso, viene rafforzata da una serie d’innesti di sapore Scarpiano.

Dap schema dei ritmi di facciata
Dap | Schema dei ritmi di facciata

Vedendo questi nuovi volumi, realizzati in acciaio verniciato color corten, non si può non pensare al Castelvecchio di Verona dove tramite le addizioni si rilegge il disegno della facciata ricostruendo gli allineamenti originari e riproponendo un ritmo armonico di bucature.

I nuovi inserti fungono anche come elementi se­gnaletici individuando gli accessi differenziati alle varie funzioni del Polo che così divengono poten­zialmente indipendenti e fruibili anche nelle ore serali. In sequenza, troviamo: il volume sospeso che segna l’ingresso al foyer della sala conferen­ze, il parapetto della scala esterna che dà accesso alla sala studio interrata, la bussola dell’ingresso principale alla biblioteca.

Dap ingresso posteriore secondario
Dap | Ingresso posteriore secondario

Biblioteca

L’area funzionale della biblioteca è organizzata su due livelli. Il piano terra si presenta come una grande aula, di forma rettangolare allungata, con pianta libera cir­condata da alte scaffalature dove sono collocate l’area reference, la sala di consultazione e l’emeroteca.

Sul lato lungo della sala corre un soppalco che permette di dilatare la superficie di esposizione dei libri.

Dap pianta del piano terra
Dap | Pianta del piano terra

L’area bimbi è collocata in un fabbricato basso, adiacente al corpo principale, anch’esso può avere un accesso diretto dalla corte principale e può godere di un piccolo spazio aperto di pertinenza.

La sala è scandita dai pilastri preesistenti in pietra, dal massiccio volume della scala principale, che diventa essa stessa elemento contenitivo dei libri, e da piccoli volumi sospesi a soffitto.

Si tratta di diafani diaframmi in tessuto ignifugo che segnano la presenza di alcuni ambiti specifici, l’area di ricerca e consultazione a terminale e la sala studio.

Anche negli interni Sacco e Danelli non scelgono la mimesi, lasciano in vista gli impianti elettrici e decidono di denunciare i nuovi layer introdotti con materiali o colorazioni evidenti: il pavimento e parte degli arredi sono in legno di conifera; le strutture dei parapetti sono in profili metallici, di colore chiaro, tamponati con rete di acciaio; i blocchi bagno, realizzati con sistemi a secco, sono esternamente color lavagna e internamente arancio carico.

Sala conferenze

Sul retro della biblioteca si trova la sala conferenze, che, come già accennato, ha un proprio foyer con accesso indipendente, e due piccole aree riunione, anch’esse dotate di un ingresso autonomo da una strada laterale.

Fra i due volumi principali si trova una spina centrale in cui vengono collocati i servizi igienici e vano tecni­ci. Dal foyer si accede anche al piano primo dove ha trovato collocazione l’archivio comunale.

Dap dettaglio della scala contenitore
Dap | Dettaglio della scala contenitore

Interrato

Al piano interrato trova collocazione un ampio ambiente destinato a sala studio. Le volte, i pilastri e una parte delle murature sono in conci di pietra cui si contrappone la scala interna in calcestruzzo a vista e i pavimenti in gres di grande formato effetto cemento. In un’ampia nicchia viene ricavata anche un’area a gradoni, rivestiti con le stesse doghe di legno del piano terra.

Dap ambiente studio interrato
Dap | Ambiente studio interrato

Si viene così a creare una zona di lettura più informale che scalda l’ambiente dominato dai colori freddi. Elena Sacco e Paolo Danelli creano, come loro abitudine, un edificio razionale e di facile fruizione, in cui tutte le fasce di età, della potenziale utenza, potranno ritrovare uno spazio accogliente e stimolante.

di Ilaria Bizzo e Stefano Cornacchini

Elena Sacco co-founder Dap Studio
Elena Sacco | Co-founder Dap Studio

Elisa Sacco e Paolo Danelli | Founder Dap Studio

Nata dalla riqualificazione degli storici locali della ex cantina del prestigioso spumante Equipe 5, la nuova biblioteca si pone come un vero e proprio polo culturale e della memoria storica del territorio di Trento.

Dap Studio ha concepito uno spazio versatile, che favorisce lo svolgimento simultaneo di attività diverse, con un grande open space che alterna zone di lettura informali a postazioni per la consultazione.

Paolo Danelli co-founder Dap Studio
Paolo Danelli | Co-founder Dap Studio

Con più di 1000 metri quadrati a disposizione, la struttura ospita la biblioteca vera e propria, una moderna sala polifunzionale e sale studio aperte sia durante il giorno che nelle ore serali.

La biblioteca si distingue per il delicato equilibrio tra l’edificio storico e i nuovi interventi: bucature e volumi aggettanti sul fronte d’ingresso riprendono l’allineamento delle finestre esistenti, creando una continuità visiva e architettonica.

Anche all’interno, nuovi elementi e materiali dialogano con la preesistenza: la scala, il ballatoio e i volumi sospesi in tessuto, che diffondono la luce come grandi lampade, inquadrano i principali ambiti della biblioteca. Un approccio progettuale che non solo valorizza il patrimonio storico, ma trasforma la biblioteca in uno spazio contemporaneo e funzionale per l’intera comunità.

La scheda

Committente: Comune di Mezzolombardo
Progetto architettonico: Dap Studio, Elena Sacco, Paolo Danelli; collaboratori: Michele Cortinovis Paola Cortesi
Progetto strutture: SmIngegneria srl
Progetto impianti: Planex srl
Impresa edile: Mak Costruzioni
Realizzazione: progetto 2018, costruzione 2024
Foto: Marco Introini
Fornitori:

  • illuminazione Targetti
  • librerie in metallo Promal
  • sedute imbottite biblioteca e sala conferenze Quinti
  • sedute gioco area bimbi Magis
  • volumi appesi in tessuto Medit
  • arredi su disegno e tavoli Promal

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