Il riferimento è chiaro e duplice: la Glass House di Philip Johnson o la Farnsworth di Mies. Con l’approccio minimalista e naturalista proprio dei due capolavori, nasce Teca House, un edificio contemporaneo reso possibile grazie all’amicizia professionale tra Federico Delrosso, architetto e designer, e il committente Alberto Savio, imprenditore tessile della zona di Biella. Il recupero di un piccolo fabbricato rustico nella splendida cornice delle colline biellesi smaterializza il passato agricolo dell’edificio e da vita a una nuova funzione sul territorio. Dal rudere di cui si mantengono i segni nasce un’opera contemporanea, radicata nel contesto e permeata di nuove possibilità di utilizzo.
Il progetto
L’edificio ha una superficie di circa 80 metri quadri e si estende di altri 50 una volta aperte le pareti vetrate scorrevoli che circondano interamente il volume. La flessibilità del progetto rende lo spazio ideale per riunioni o per ospitare un aperitivo di lavoro, ma può diventare anche un rifugio intimo per la lettura o per la pratica dello yoga. Può trasformarsi poi in una foresteria per gli ospiti occasionali del padrone di casa che vive poco distante, in una villa collocata ai piedi della collina. Teca House è stato concepito come un prezioso contenitore culturale, un landmark con l’intento di creare nuove possibilità di relazione con il territorio di Biella.
«In questo progetto la teca custodisce l’uomo e le sue emozioni. Un punto di vista privilegiato e poetico, una totale immersione nella natura, quasi come se il fruitore fosse sospeso nel vuoto», dichiara l’architetto Federico Delrosso. «Contestualmente essa lavora in negativo: lo sguardo è infatti rivolto dall’interno all’esterno, ad indicare la centralità dell’essere umano»
Il rapporto tra passato e presente, e tra manufatto e contesto, viene bilanciato senza alterare gli equilibri del luogo. Gli obiettivi sono l’esaltazione della valenza ambientale e l’ambizione a divenire punto di riferimento, non solo culturale ma anche visivo. L’impianto murario rurale diventa il basamento, che simboleggia la connessione con il territorio dal quale nasce il nuovo intervento, leggero e trasparente: una struttura in calcestruzzo che si apre verso il paesaggio con due grandi ali orizzontali, utili per proteggere dall’irraggiamento solare estivo il volume composto da una pelle di vetro completamente apribile.
Paesaggio e sostenibilità
Oltre al recupero della pietra originale proveniente dal rustico, sono stati impiegati materiali sostenibili e lasciati a grezzo, come il calcestruzzo per struttura e pavimenti e il multistrato di betulla per arredi e rivestimenti. Inoltre, l’impiantistica affiancata agli interventi di isolamento portano l’edificio in classe energetica A4. La realizzazione di un impianto di climatizzazione mono energia in pompa di calore aria/aria è abbinato a sistemi radianti a pavimento, insieme ai ventilconvettori, al sistema VMC e all’impianto fotovoltaico. Il tutto garantisce un comfort ambientale durante l’intero arco dell’anno e con qualsiasi condizione climatica esterna.
«Quando ho acquistato il piccolo rudere e il terreno in cui ora sorge Teca House, non avevo idea di cosa sarebbe potuto diventare», racconta il committente Alberto Savio. «Il confronto con Federico Delrosso, a cui mi lega un sincero rapporto professionale e di amicizia, la sua visione dell’architettura e del ruolo che essa può e deve avere, mi ha affascinato e persuaso circa l’opportunità che questo luogo mi stava offrendo: poter lasciare un segno che rimanesse al di là del tempo mio e della mia famiglia. Il progetto realizzato è frutto di un approccio corretto, onesto e di buon senso. Un’attenzione assoluta al paesaggio, agli spazi, ai materiali e alle finiture. Un segno diventato un sogno».