La CO₂ sta emergendo come la “moneta” del futuro. Ogni attività, dalla gestione del territorio alla costruzione degli edifici, può essere tradotta in termini di tonnellate di CO₂ emesse o sequestrate. Le foreste agiscono come enormi serbatoi di carbonio, sequestrando tra 2,4 e 3,2 miliardi di tonnellate di CO₂ all’anno.
Tuttavia, la conversione di foreste naturali in praterie per l’allevamento e piantagioni agricole ha ridotto questa capacità critica. Tra il 2010 e il 2020, il calo della biomassa vegetale ha portato a un deficit di assorbimento del carbonio stimato in 1 miliardo di tonnellate di CO₂ all’anno.
La pratica del carbon offset con le monoculture piantate per compensare la deforestazione, sequestrano fino al 40% in meno di CO₂ rispetto alle foreste primarie.
Nel settore delle costruzioni, responsabile del 39% delle emissioni globali di CO₂, questa “moneta” guida la decisione progettuale. Il Cobot Hub di Odense, progettato da 3XN riduce la CO₂ incorporata del 30% rispetto ai materiali tradizionali.
La Torre di Wangen in Germania dimostra ulteriormente come l’architettura possa diventare un serbatoio di CO₂. Costruita interamente con legno lamellare incrociato (Clt), che può stoccare fino a 800 kg di CO₂ per metro cubo, la torre di 23 metri di altezza utilizza circa 500 metri cubi di legno, sequestrando così fino a 400 tonnellate di CO₂ per tutta la durata dell’edificio.
Il Padiglione Hybrid Flax introduce un’altra dimensione della “moneta CO₂” attraverso l’uso di materiali naturali e tecnologie di fabbricazione avanzate. Le fibre di lino, utilizzate insieme al legno, assorbono CO₂ durante la loro crescita, e ogni metro quadrato di materiale può sequestrare fino a 10 kg di CO₂.
Intanto in Europa
La filosofia della CO₂ come moneta è anche alla base delle nuove normative europee. La direttiva EPBD4 stabilisce che tutti i nuovi edifici devono essere a zero emissioni di carbonio entro il 2030, una misura che potrebbe ridurre le emissioni di CO₂ nel settore delle costruzioni di oltre 60 milioni di tonnellate all’anno.
Il nuovo Regolamento sui Prodotti da Costruzione (Cpr) richiede che i materiali da costruzione siano valutati in base alle loro emissioni di CO₂, incentivando l’uso di materiali riciclati o a basso impatto. Questo potrebbe ridurre le emissioni del 40-50% rispetto ai materiali tradizionali ad alta intensità di carbonio, come l’acciaio, che emette 1,85 tonnellate di CO₂ per ogni tonnellata prodotta.
In Italia, i Criteri Ambientali Minimi (Cam) per gli appalti pubblici richiedono che almeno il 15% dei materiali utilizzati nei progetti provenga da fonti riciclate. Se ogni progetto di costruzione pubblica utilizzasse 10.000 tonnellate di materiale, il 15% in materiali riciclati potrebbe ridurre le emissioni di CO₂ di circa 1.000 tonnellate.
VIII Convegno YouBuild 2024
Questi approcci saranno al centro dell’VIII Convegno YouBuild 2024 a Milano, dove la CO₂ sarà trattata per valutare ogni aspetto della costruzione e della gestione del territorio. Il convegno si concentrerà su materiali, tecnologie e pratiche che riducano la “moneta” di CO₂ in ogni progetto, esplorando come il “carbon thinking” possa diventare il paradigma dominante.
di Emanuele Naboni
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