Gli spazi aperti e flessibili del Roberto Rocca Innovation Building sono un manifesto delle teorie pedagogiche contemporanee che valorizzano l’apprendimento collaborativo e l’innovazione.
Rispecchiando la filosofia di Open Classroom sviluppata sin dagli anni ‘70, queste architetture non si limitano a essere contenitori di conoscenza, ma si configurano come incubatori vivi di scambio culturale e sviluppo intellettuale.
L’approccio pedagogico si materializza attraverso aule trasformabili e laboratori di ricerca all’avanguardia, come elementi in un ecosistema educativo che promuove la condivisione delle idee e la fusione tra discipline diverse.
Questi ambienti, rispetto ai tradizionali corridoi universitari e alle aule chiuse, rappresentano un adeguamento ai cambiamenti sia nel modo di insegnare sia nell’apprendimento, incoraggiando l’incontro tra studenti e docenti in modi più organici e meno formali.
Flessibilità
Una struttura rigorosa mira a coniugare l’avanguardia tecnologica con i valori fondamentali della metodologia scientifica. L’edificio è pensato per stimolare la collaborazione e il trasferimento di sapere, essenziali per il progresso scientifico.
La navata centrale, caratterizzata da versatilità funzionale, permette agli occupanti di interagire in un ambiente aperto e modulabile. Secondo l’architetto Taidelli, “In un contesto in cui le tecnologie sono così avanzate, tra intelligenza artificiale e medicina di precisione, e dove data scientist, medici e ingegneri lavorano insieme per identificare nuovi sistemi di diagnosi, per me la sfida è stata quella di progettare un edificio all’altezza di questa visione di innovazione e orientamento verso il futuro”. Prosegue poi: “L’imperscrutabilità della tecnologia impone la progettazione di edifici flessibili, capaci di adattarsi a rapidi cambiamenti di destinazione d’uso. Il concept dell’Innovation Building lo configura come un hangar della conoscenza, un padiglione industriale con ampie campate in legno lamellare e solai in cemento a vista, progettato per accogliere e adattarsi flessibilmente ai rapidi cambiamenti di layout, rimanendo sempre al passo con le tecnologie più recenti”.
Daylighting Zoning
L’edificio incorpora strategicamente la luce naturale per arricchire sia l’estetica sia le prestazioni dell’edificio. La luce fluisce parzialmente attraverso le vetrate nella sommità della navata e parzialmente dalle aule. I soffitti chiari delle aule sono contrastati da pareti della navata poco riflettenti in un approccio che non massimizza la distribuzione della luce, ma che rende l’interno bilanciato e intimo.
L’atrio si immerge in una penombra delicata, una sorta di rifugio contemplativo che distacca dall’energia delle aule esterne. Qui, la luce viene filtrata e domata, offrendo un santuario di calma. Questa zona diventa uno spazio che consente agli occupanti di ritrovare equilibrio e raccoglimento prima di riemergere nelle vivaci aree di apprendimento e ricerca.
Nelle aule, infatti, la luce naturale, quasi sacrale nella sua purezza, si spande abbondante, pro- muovendo un’atmosfera di apertura e trasparenza. Gli spazi didattici, così inondati, fungono da catalizzatori di ispirazione, ove la visibilità non è mai ostacolata, simboleggiando la libertà di pensiero e l’accessibilità del sapere. Il vetro non è solo una superficie trasparente ma una tela serigrafata che cattura il paesaggio esterno, portando all’interno i cambiamenti della natura e il susseguirsi delle stagioni.
I prospetti
L’architettura delle facciate trasmette un’immagine di trasparenza e leggerezza, conferite dall’uso predominante del vetro. L’alternanza ritmica tra il vetro trasparente e i pannelli opachi interni al vetro alla base crea un effetto visivo di strati sovrapposti che offre un gioco di texture e riflessi.
La caratteristica struttura dei brise-soleil in copertura non solo funge da elemento di controllo solare ma si presenta anche come un’opera d’arte cinetica che cambia aspetto con il movimento del sole, proiettando ombre in continua evoluzione che animano la facciata e gli spazi interni.
Il materiale, acciaio zincato, aggiunge una dimensione di texture industriale e un contrasto con la naturale morbidezza del legno visibile nella struttura inferiore attraverso le vetrate. La loro presenza suggerisce un legame con l’ambiente e con i materiali sostenibili, rafforzando la narrativa di un edificio che è consapevole del suo impatto ambientale.
Osservando i dettagli, la facciata è suddivisa in diversi strati. Il piano terra si distingue per la sua facciata continua con montanti e traversi in alluminio e un sistema di fissaggio del vetro senza clip esterna. Questo sistema contribuisce a un’estetica pulita e moderna, minimizzando la visibilità della struttura di sostegno e enfatizzando la trasparenza.
Il vetro, elemento predominante, permette una profonda penetrazione della luce naturale all’interno, favorendo una riduzione dell’uso di luce artificiale durante le ore diurne e promuovendo un’efficienza energetica passiva.
All’interno dell’edificio, al primo piano, è stata implementata una facciata a doppia pelle che offre vantaggi significativi per il controllo termico interno durante la stagione invernale. Questa configurazione permette la regolazione delle temperature interne durante i periodi freddi ma soleggiati, sfruttando l’effetto serra per minimizzare la dispersione termica e alleggerire il carico sui sistemi di riscaldamento.
Il design è ottimizzato per bilanciare i benefici derivanti dall’illuminazione naturale con il rischio di surriscaldamento, particolarmente rilevante in climi caldi come quello milanese. La facciata utilizza vetro serigrafato che funge da barriera contro il guadagno termico eccessivo dovuto all’ir- raggiamento solare diretto, contribuendo a ridurre il carico termico complessivo.
È cruciale monitorare le temperature nella camera d’aria durante i mesi estivi per analizzare le prestazioni del sistema in condizioni di picco termico. Questi dati saranno fondamentali per determinare se l’accumulo di calore tra i due strati di vetro possa causare aumenti significativi dei consumi energetici, considerando che, nonostante la ventilazione, tali sistemi possono presentare sfide operative significative.
Il secondo piano presenta una facciata continua con vetro extrachiaro ombreggiato dai brise-soleil sovrastanti. I brise-soleil, realizzati in struttura metallica e grigliato in acciaio zincato, non sono solo elementi funzionali ma contribuiscono anche all’immagine architettonica dell’edificio.
Questi dispositivi di ombreggiatura esterna sono progettati per intercettare la luce solare diretta, evitando l’innalzamento della temperatura interna e riducendo la necessità di raffrescamento attivo, con una conseguente diminuzione del consumo energetico.
Struttura ibrida
I nodi strutturali rappresentano un raffinato esempio di come la tradizione costruttiva in legno si sia evoluta in questo progetto, confluendo in sistemi ibridi, evocando i dettagli raffinati delle strutture in legno giapponesi, caratterizzate da complesse giunzioni e un’estetica minimalista.
La tecnica del legno lamellare qui impiegata consente la realizzazione di componenti con grandi luci e di alto valore ingegneristico, favorendo una distribuzione uniforme dei carichi e offrendo un’elevata resistenza a flessione e torsione.
La scelta di esporre il legno piuttosto che nasconderlo dietro ad altri materiali estetici parla di un approccio al design che valorizza i materiali naturali e sostenibili, integrandoli come elementi chiave del design architettonico.
Le travi orizzontali, inoltre, mostrano una connessione quasi artigianale alla colonna, suggerendo un’attenzione meticolosa ai dettagli costruttivi. Questa connessione non è solo funzionale ma contribuisce anche all’integrità visiva dello spazio, creando linee pulite e chiare che guidano l’occhio attraverso la geometria dello spazio.
Il soffitto combina il calore visivo del legno con pannelli acustici e moduli di illuminazione integrati, che si intonano armoniosamente con il resto dell’ambiente. L’inclusione di elementi di design come l’illuminazione a Led incassata segue la linearità delle travi, enfatizzando la lunghezza e la direzionalità dello spazio.
Questi dettagli non solo migliorano l’estetica ma sono anche pratici, offrendo illuminazione uniforme senza invadere lo spazio visivo e offrono una alta adattabilità a configurazioni future. La struttura in legno lamellare si immette in nuclei i in calcestruzzo posizionati in punti strategici dell’edificio e che funzionano come elementi principali per la resistenza ai carichi laterali, come il vento o le forze sismiche.
L’integrazione tra il sistema di controvento in calcestruzzo, ampiamente visibile nei solai intermedi, e la struttura in legno suggerisce un approccio ibrido che sfrutta i punti di forza di entrambi i materiali: il legno per la sua flessibilità e sostenibilità, e il calcestruzzo per la sua massa e resistenza.
Questo indica un’evoluzione nelle tecniche costruttive dove la sinergia tra materiali diversi è sfruttata per ottenere prestazioni ottimali. Il legno lamellare è notevole per la sua capacità di sequestrare CO2. Con un potenziale di assorbimento fino a 900 kg di CO2 per metro cubo, il Clt non solo supporta la struttura dell’edificio ma contribuisce significativamente alla sua sostenibilità.
Questo materiale compensa in parte le emissioni derivanti dall’uso di altri materiali più impattanti e riduce la quantità di calcestruzzo utilizzato, le cui emissioni legate alla produzione rimangono un fattore da considerare seriamente.
Questi materiali, scelti per il loro impatto ambientale, riflettono un impegno verso la costruzione sostenibile. Il progetto “Roberto Rocca Innovation Building” dimostra come una scelta consapevole dei materiali possa ridurre l’impronta di CO2 dell’edificio.
di Emanuele Naboni
LA SCHEDA
- Opera: Roberto Rocca Innovation Building
- Committente: Pieve srl
- Progettazione e direzione artistica: Fta | Filippo Taidelli Architetto
- Progettazione e direzione lavori: Techint Engineering & Construction
- Progettazione strutture: Sce project srl
- Progettazione facciate: Faces Engineering,geom.AdrianoVenir, Studio di Ingegneria Rigone
- Progettazione e realizzazione del verde: Area 68 srl
- Lighting designer: Rossi Bianchi Lighting Design
- General contractor: Colombo Costruzioni
- Impianti elettrici e meccanici: Landi spa
- Facciate: Coiver Cladding
- Fornitori di materiali e tecnologie: strutture in legno lamellare, Rubner Haus; facciate ventilate, Coiver Cladding; partizioni interne e cartongessi, Coiver Contract; partizioni vetrate interne, Universal Selecta; pannelli fonoassorbenti, Fantoni; piastrelle in gres, Casalgrande Padana; pavimentazione in linoleum, Forbo Resilienti; pavimentazione in pvc, Gerflor, Artigo; sistemi per facciate, Schuco International Italia; arredi, Arper, Manerba, Ergospace, Idea Legno Più di Foglieni Giuseppe Fasoli Flavio e Triboldi
Premi: The Plan Award 2023:Winner, Education-Future;Wood Architecture Prize 2024: Winner,Architettura Pubblica; Design & Health International Academy Awards: Highly Commended, Salutogenic Design Project - Foto: ©Giovanni Hanninen