La riduzione dei consumi energetici non è il solo obiettivo del restauro energetico. Occorre mantenere il valore di testimonianza degli edifici, anche se appartenenti a edilizia storica minore o non vincolata. La sfida energetica dei prossimi anni rischia di farci perdere un patrimonio inimmaginabile. Il rischio maggiore è produrre degli ambienti moderni, esteticamente gradevoli, ma totalmente indifferenziati e senza memoria.
L’oggetto d’intervento è un appartamento di circa 65 metri quadri situato sulla strada principale di Anghiari (Arezzo), che la committenza ha deciso di acquistare e ristrutturare con un occhio particolare verso il comfort interno e i consumi attesi. L’unità abitativa prima dei lavori era composta da quattro locali e un bagno, al quale si accedeva tramite un lungo corridoio a L. Il camino presente in soggiorno era stato smaltato e i soffitti in legno e tavelle in cotto completamente coperti dalla pittura. Le pareti sono in muratura mista pietra e mattoni, con intonaco interno in calce, di circa 50 centimetri di spessore. Gli infissi erano in legno con vetro singolo. Come sistema di riscaldamento era presente una semplice caldaia a metano installata in soggiorno e collegata a dei termosifoni. I consumi per riscaldare erano intorno ai 12 litri di gasolio a metro quadro annuo. Ovvero, consumava, nella migliore delle ipotesi, l’equivalente di circa 1000 euro all’anno.
Poche demolizioni mirate hanno migliorato sensibilmente la vivibilità e la versatilità degli ambienti (in rosso le costruzioni; in giallo le demolizioni)
Da classica ristrutturazione a riqualificazione energetica
La prima cosa che abbiamo fatto è stata mettere mano alla distribuzione degli spazi interni. In sostanza, i desideri della committenza si sono tradotti nel collocare la camera da letto verso Nordovest con affaccio nella via più tranquilla, posizionare centralmente il bagno di modo da avere facile accesso anche dalla camera da letto, e creare una grande zona giorno composta da vari angoli funzionali e caratterizzata da un camino centrale aperto su due lati. La parte a destra del camino è stata pensata e predisposta ad accogliere in un futuro una seconda camera da letto con servizio igienico annesso. Per ottenere la nuova disposizione si è resa necessaria qualche piccola opera di demolizione e ricostruzione, per esempio, quella della parete che separava due stanze, l’apertura della nicchia dove era installata la caldaia e del retro del camino. Vediamo adesso quali sono state le quattro operazioni fatte per passare da una classica ristrutturazione a una vera e propria riqualificazione energetica.
Punto primo, l’energia più pulita è quella che non viene utilizzata. Ecco perché la prima operazione da fare è isolare verso le zone fredde. In questo appartamento è stato applicato uno strato isolante, composto da pannelli in idrati di silicato di calcio autoclavato di 6 centimetri, sul lato interno della muratura posta verso l’esterno e verso il vano scala condominiale. In particolare sono stati curati: l’attacco del cappotto a soffitto, sagomando i pannelli e nastrando prima della posa; i punti critici di discontinuità dell’isolamento, allungando la strada al freddo con il risvolto del cappotto; ed infine il cambio di geometria delle nicchie sotto finestra dove prima alloggiavano i termosifoni.
Secondo, anche in questo caso, come avviene in quasi tutte le ristrutturazioni, sono stati cambiati gli infissi per migliorare le prestazioni energetiche dell’involucro, ma quello che normalmente non si fa è aumentare le prestazioni termiche oltre quanto richiesto dalla normativa con un piccolo aumento di prezzo e, inoltre, controllare con cura la fase di posa degli infissi per garantire la tenuta all’aria tra la finestra e la muratura attraverso una opportuna nastratura.
La posa del cappotto interno composto di pannelli in idrati di silicato di calcio autoclavato. Collanti e rasatura devono essere forniti dalla ditta produttrice dei pannelli a garanzia di un risultato a regola d’arte. La posa degli infissi è effettuata mediante nastratura e perfetta tenuta all’aria, mentre i pannelli radianti posti sotto l’intonaco permettono di ottenere una climatizzazione invernale a basso regime di temperatura
Terzo, ora che l’unità abitativa richiede meno energia perché sono state ridotte le dispersioni per trasmissione, è stato scelto di realizzare un impianto di riscaldamento che andasse ad abbassare ulteriormente i consumi. Se la differenza di temperatura è molto bassa tra la fonte (la caldaia) e i terminali (pannelli radianti a parete) l’impianto è più efficiente e quindi consuma meno. In questo caso sono state scelte appunto delle serpentine radianti dove circola acqua a 30 gradi anziché 70 come nei termosifoni.
Quarto, è stato installato un sistema delocalizzato di ventilazione meccanica controllata per garantire il ricambio dell’aria 24 ore su 24. La Vmc è una macchina molto semplice, funziona come un ventilatore che scambia aria con l’esterno e recupera durante questa operazione il calore dell’aria esausta attraverso uno scambiatore per riscaldare quella in entrata. Questo permette anche di controllarediminuire le dispersioni termiche per ventilazione e quindi contribuisce ad abbassare ulteriormente i consumi di riscaldamento.
Riqualificazione energetica: il risparmio
Migliorando le prestazioni energetiche dell’involucro, infissi + pareti verso luoghi freddi, facendo andare l’impianto di riscaldamento a basso regime di temperatura, si ottiene un consumo di circa 4 litri di gasolio a metro quadro annuo, portando quindi i consumi a un terzo di quello che erano le spese per riscaldare prima della ristrutturazione. Analizzando i costi dell’intervento possiamo notare che rispetto alle opere standard di ristrutturazione richieste dalla normativa nazionale, le lavorazioni che hanno permesso di migliorare comfort e classe energetica incidono circa il 10% sull’importo totale. La riduzione delle bollette di due/terzi e i benefici ottenuti dalle detrazioni fiscali, che sono al 65% per interventi di riqualificazione energetica, fanno in modo che sia recuperato in fretta il surplus di costi e gran parte della spesa dell’intero intervento. L’edificio restaurato energeticamente ha una tecnologia impiantistica molto elevata: la sua progettazione è frutto di una sinergia tra molte figure professionali specializzate: l’approccio scientifico permette infine un preciso controllo dei risultati (payback, salubrità indoor, tutela dell’immobile).
Rivestimenti e finiture interne in materiali naturali: legno, pietra e intonaci in calce naturale
Smaltire l’umidità con la ventilazione meccanica controllata
Isolare termicamente è importante principalmente per due motivi: migliora il confort interno e si riducono le dispersioni per trasmissione attraverso le componenti edilizie. Quando la scelta, in questo caso l’unica possibile, ricade nell’isolare dall’interno, dobbiamo prestare molta attenzione ai problemi di umidità che si possono verificare, ovvero si potrebbe formare della condensa interstiziale tra la muratura e lo strato isolante con gravi conseguenze di marcescenza dei materiali peggiore rispetto ai fenomeni superficiali visibili che si possono verificare all’interno dell’abitazione. Come si può vedere nella simulazione therm eseguita sul nodo finestra, la muratura che sta dietro il cappotto rimane ovviamente a una temperatura bassa, e proprio in questo punto l’umidità contenuta nell’aria calda che migra verso le zone fredde potrebbe condensare. Per questo motivo dobbiamo cercare di smaltire l’umidità prodotta dalle attività domestiche prima che questa raggiunga le parti fredde. Che cosa possiamo fare? Occorre utilizzare un sistema di ventilazione meccanica controllata per garantire il ricambio dell’aria e lo smaltimento dell’umidità interna 24 ore su 24.
Materiali compatibili con l’esistente
Per annegare le serpentine a parete è stato scelto un intonaco di calce idraulica naturale, un materiale che si presta bene a fare da massa termica al radiante e che ha grandi capacità igroscopiche, ovvero riesce ad assorbire eccessi di umidità e rilasciarli quando l’ambiente torna a essere maggiormente secco. I materiali nuovi introdotti nei restauri energetici devono avere caratteristiche di compatibilità chimico/fisica con l’esistente. Riutilizzare, smontare, conservare materiali e manufatti originali dell’edificio significa rispettare e insieme riutilizzare materie prime e lavorate già disponibili e a chilometro zero. In questo cantiere è stata valorizzata la parete più antica enfatizzando il camino in pietra esistente e riportando alla luce una decorazione in parete di fine Settecento.
(Gaia Mura)
LA SCHEDA
Intervento: Ristrutturazione e riqualificazione energetica appartamento
Location: Anghiari (Arezzo)
Progetto e DL: Gaia Mura
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