Rigenerazione Deer Park Obelisk: là dove c’era l’erba, ora c’è un fiume

Nel corso dell’ultimo secolo si è assistito a un periodo di estrema forzatura dei limiti entro cui alcune pratiche di modificazione dell’ambiente sono state considerate sostenibili. Una fiducia sostanziale nella possibilità di rendere produttive maggiori quantità di suolo ha favorito numerosi processi di bonifica che, non sempre, hanno permesso di raggiungere i risultati auspicati, con esiti imprevedibili che, in alcuni casi, ci hanno consegnato un cumulo di rovine.

Il sito dove sorge il Deer Park Obelisk è particolarmente rappresentativo del processo appena descritto. L’area, compresa nella pianura alluvionale del fiume Dyje, in prossimità del sito di Lednice-Valtice (nella Moravia meridionale), iscritto alla lista del Patrimonio Mondiale Unesco, è stata oggetto, dopo il 1970, di un rilevante processo di trasformazione, che ha comportato la regimazione del fiume e la bonifica dell’alveo per lo sfruttamento agricolo.

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La perdita del paesaggio alluvionale, delle aree umide e dell’andamento a meandri non ha coinciso, però, con i vantaggi attesi. Il suolo, infatti, non è risultato particolarmente adatto alla coltivazione intensiva e i rendimenti non sono stati quelli attesi: questo ha favorito processi di sottoutilizzo e abbandono.

La situazione si è protratta fino agli inizi del nostro secolo, quando un investitore privato ha deciso di rilevare l’area, di oltre 500 ettari e ha avviato un progetto teso a ripristinare i caratteri originari dell’ambiente e favorire il riequilibrio eco-sistemico.

 

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Viste del parco e delle aree in cui sono state ripristinate le aree umide tipiche degli antichi meandri il cui bilancio idrico è gestito attraverso un sistema innovativo di regolazione dell’acqua

A partire dal 2003 gli architetti dell’Atelier Krejčiříkovi hanno avviato il lento progetto di recupero di questo paesaggio che si è oggi sostanzialmente concluso. La strategia ha previsto uno studio iniziale basato su cartografie storiche e fotografie aeree, in combinazione a sopralluoghi e indagini locali, che sono servite a comprendere il carattere primitivo dei luoghi, misurarne la trasformazione, classificare gli elementi residui e fornire i presupposti per il ripristino degli antichi processi naturali che caratterizzavano gli ambienti umidi preesistenti.

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Diagrammi esplicativi delle modalità di gestione dell’acqua nel sito di progetto e schemi esplicativi del processo di ripristino ambientale rispetto alle condizioni originarie del sito e alla sua alterazione

 

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Diagrammi esplicativi delle forme di uso del suolo all’inizio della fase di progetto (2003) e al termine del processo di recupero paesaggistico e ambientale (2020)

 

Si è così delineato un percorso teso a rimettere l’acqua al centro delle forme del paesaggio come principale elemento in grado di favorire un processo di graduale rigenerazione con il ripristino del suolo dove sussistevano gli antichi meandri e alla alimentazione delle aree umide attraverso un sistema innovativo di gestione dell’acqua, in grado di simulare artificialmente le dinamiche naturali su cui si basavano i processi di inondazione e variazione dei flussi compromessi dalla rettifica fluviale.

Queste soluzioni hanno permesso la reintroduzione di prati umidi e favorito opere di forestazione che hanno consentito il ritorno della fauna selvatica e delle specie native del paesaggio della pianura alluvionale. Presenze che si concentrano soprattutto in una porzione recintata del parco, inizialmente destinata a recinto per i cervi, da cui deriva la denominazione del sito.

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In queste fotografie aeree l’evoluzione del parco durante le stagioni e negli anni: lavorare con il paesaggio è un processo aperto e continuo

 

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Viste del parco e delle aree in cui sono state ripristinate le aree umide tipiche degli antichi meandri il cui bilancio idrico è gestito attraverso un sistema innovativo di regolazione dell’acqua

 

 

In questo ambito protetto, una serie di specifiche limitazioni rispetto all’accesso di persone e cani, nonché l’assenza di predatori, ha incoraggiato un aumento senza precedenti del numero di uccelli, piccoli animali e piante. La stessa ricchezza, si estende sull’intero comprensorio e anche sui duecento ettari di zona tampone.

L’area si sta estendendo grazie all’interesse delle comunità locali, che stanno ipotizzando future trasformazioni atte al ripristino di aree umide in grado, sia di favorire i processi naturali di formazione del paesaggio, sia di trovare soluzioni utili a mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici. Completa il programma di questa realizzazione l’inclusione nel progetto e il ripensamento del ruolo culturale e simbolico di alcune preesistenze, tra cui si segnala l’obelisco eretto nel 1797 per celebrare la pace tra Francia e Austria, che con la sua presenza sottolinea il legame tra questo parco e il comprensorio Unesco di Lednice – Valtice.

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L’obelisco eretto nel 1797 per celebrare la pace tra Francia e Austria che con la sua presenza sottolinea il legame tra questo parco e i l comprensorio UNESCO di Lednice – Valtice

 

di Andrea Oldani, Politecnico di Milano (da YouBuild n. 20)

 

LA SCHEDA
Luogo: Lednice-Valtice Area (GPS 48.821074, 16.811420), Repubblica Ceca
Progetto: Restauro della pianura alluvionale “Deer Park Obelisk” sul sito di Lednice –Valtice (patrimonio mondiale dell’UNESCO)
Progetto paesaggistico: Atelier Krejčiříkovi, Valtice, Repubblica Ceca
Altri specialisti coinvolti: Ludek Halaš, Josef Martiško (specialista sistemi idraulici)
Progetto: 2003-2019
Realizzazione: 2012-2019
Info: www.atelierkrejcirikovi.cz

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