Quando si parla di ecosostenibilità, grande importanza assume l’impatto ambientale dei materiali utilizzati nelle costruzioni. I cambiamenti climatici e l’innalzamento esponenziale dei livelli di inquinamento impongono nuove chiavi di lettura in un settore che, oggi più che mai, necessita di un rilancio economico-occupazionale e deve puntare al risparmio energetico.
Per segnare un cambio di passo, interessanti opportunità derivano dall’economia circolare e dal riciclo degli stessi materiali da costruzione o di rifiuti provenienti da altre filiere, come nel caso dei materiali isolanti in Pet riciclato. Ne parliamo con Marco Imperadori, professore ordinario di Progettazione e Innovazione Tecnologica al Politecnico di Milano.
A che cosa si fa riferimento quando si parla di isolanti in Pet riciclato?
Si tratta di materiali che derivano dalla seconda vita di un altro, cioè il polietilene tereftalato-Pet, la plastica che viene utilizzata per le bottiglie. Esempi di pannelli in Pet riciclato sono stati utilizzati in maniera pionieristica anche da grandi architetti come Renzo Piano per l’Auditorium della Musica a Roma, caratterizzando un forte risparmio energetico.
Perché questi materiali sono interessanti?
Siamo disposti a pagare una bottiglia anche 1,50 euro per mezzo litro di acqua minerale. Se ci pensiamo, è quasi due volte il costo della benzina. Che cosa ne facciamo dopo? Una volta gettate via, se non sono destinate alla raccolta differenziata, le bottiglie di plastica, materiale derivante dal petrolio, finiscono in un inceneritore. Le esalazioni prodotte dallo smaltimento di questi rifiuti finiscono in atmosfera, aggravando ulteriormente l’inquinamento ambientale.
Come avviene la trasformazione da bottiglia a materiale isolante?
A partire dalla raccolta differenziata delle bottiglie di plastica. Separate dal resto dei rifiuti, sono trattate da aziende trasformatrici che si occupano di ridurre la plastica in polvere, riprocessarla e inserirla nuovamente nel ciclo produttivo sotto forma di pannelli e materassini isolanti. Con un ulteriore vantaggio: questi pannelli hanno una durabilità importante e permettono il risparmio energetico, innescando un circolo virtuoso a vantaggio nostro e del pianeta.
Quali sono le applicazioni in edilizia?
I pannelli in Pet riciclato sono utilizzati principalmente per contropareti interne realizzate con sistemi a secco, in gesso rivestito e orditura di acciaio. Hanno ottime prestazioni termoacustiche. L’unica accortezza riguarda la protezione dagli incendi: visto che sono composti da materiale plastico, quindi derivante dal petrolio, sono infiammabili. Per questo motivo devono essere protetti all’interno di cavità ignifughe fatte da pannelli in gesso rivestito.
Quali sono le ultime novità in questo settore?
La ricerca si sta spingendo soprattutto nella sperimentazione di nuovi ritardanti di fiamma, nell’aggiunta di altre fibre nella composizione dei pannelli, nello studio di nuove densità e nell’ottimizzazione delle prestazioni termoacustiche. Ciò che in ogni caso rimane più interessante nel riciclo è l’opportunità derivante dal trasferimento di tecnologia tra filiere diverse. Pensiamo, per esempio, a un indumento come il pile sportivo: al pari di una bottiglia in plastica, potrebbe essere gettato via, tornare a essere un indumento oppure diventare un isolante per edifici. Questo dimostra che è possibile applicare un pensiero ciclico non solo a materiali di derivazione biologica come il legno, ma anche alla plastica, di cui la nostra società è circondata. Non possiamo pensare di eliminarla da un giorno all’altro dalle nostre vite, ma dobbiamo studiare come riutilizzarla per un maggiore risparmio energetico e per tutelare noi e l’ambiente.
(Veronica Monaco)