Il Consiglio dei Ministri ha approvato il correttivo al Codice dei contratti pubblici, conosciuto anche come Codice degli appalti. La notizia era attesa e auspicata da tempo, come dimostrano le circa 630 proposte di modifica arrivate da 94 stakeholders (77 operatori privati e 17 pubblici).
Le consultazioni per l’avanzamento dei contributi correttevi sono state portate avanti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In particolare dallo stesso ministro Matteo Salvini che ha approfondito il dossier con attenzione e interesse. Il mini codice approvato nella seduta del 21 ottobre in fase di esame preliminare, intende – secondo le volontà espresse dal Governo – semplificare e razionalizzare la disciplina relativa i contratti pubblici.
Un intervento sostanzioso e sostanziale
Nella nota rilasciata dal Ministero è evidenziata una decina di punti critici sottoposti a vaglio e modifica. Non sono gli unici, ma sono quelli per i quali sono giunte le maggiori richieste di correzione. L’intervento di modifica infatti è piuttosto corposo.
Sono 89 i nuovi articoli approvati che prevedono: la modifica di 78 articoli, l’inserimento di tre nuovi, la sostituzione di uno, la modifica di un allegato, l’inserimento di tre nuovi allegati e la sostituzione di uno. Un corpo normativo complesso che dovrà affrontare l’iter di esame alla Conferenza unificata e superare il definitivo passaggio in Parlamento.
L’equo compenso
In tema di equo compenso è stata accolta la richiesta di Oice di introdurre una disposizione normativa di coordinamento fra il Codice e la legge 49/2023. È stato infatti modificato l’articolo 41 che riguardava i livelli di progettazione.
Per l’affidamento dei contratti relativi ai servizi di ingegneria e architettura e degli altri servizi di natura tecnica e intellettuale le stazioni appaltanti procedono all’aggiudicazione sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. La stessa però deve essere individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo. Inoltre sono stabiliti due meccanismi per garantire l’equo compenso.
Per gli affidamenti diretti – si legge nel comunicato stampa rilasciato dal Ministero – è garantito un minimo dell’80% del corrispettivo previsto; per le procedure di gara, si tutela l’equo compenso con meccanismi di calmierazione del peso dei ribassi che possono essere formulati sul 35% del corrispettivo, con un risultato sostanziale assimilabile a quello degli affidamenti diretti.
Nuovo obbligo per il Bim e altre modifiche
Cala l’asticella delle richieste per quanto riguarda il Bim. La progettazione digitale dal 1° gennaio 2025 sarà obbligatoria per interventi del valore progettuale di almeno 2 milioni di euro. La soglia precedente era stata fissata a un milione.
Per agevolare le imprese sono stati introdotti alcuni correttivi mirati: innanzitutto una facilitazione d’accesso alle garanzie fideiussorie necessarie soprattutto alle imprese più piccole per accedere al credito.
Inoltre proprio le Pmi sono oggetto di disposizioni che ne agevolano la partecipazione, grazie anche ai contratti riservati per importi sotto la soglia europea e una quota del 20% dedicata al subappalto. Si collega a questo l’attenzione data alla disciplina dei consorzi, razionalizzata per consentire una competizione leale e sempre più aperta.
Le tutele lavorative e non
In tutte le gare d’appalto dovrà essere applicato un unico contratto collettivo. Le stazioni appaltanti dovranno seguire nuove linee guida per individuare correttamente il contratto da applicare. E dovranno quindi garantire l’equiparazione delle tutele, anche in caso di utilizzo di contratti diversi.
Le tutele in caso di controversie, invece, verranno affrontate dal Cct (Collegio Consultivo Tecnico). La modifica prevede l’introduzione di nuove limitazioni sui costi e la possibilità di ricorrere a lodi contrattuali. Ciò dovrebbe garantire una maggiore efficienza nelle risoluzioni.
Prezzi e incentivi
Le modifiche al Codice rafforzano il principio di equilibrio contrattuale attraverso un nuovo allegato che definisce criteri omogenei e certi per l’applicazione delle clausole di revisione dei prezzi. Un allegato rivolto sia ai lavori sia ai servizi e alle forniture affinché si garantisca una maggiore stabilità economica legata anche a tempi più certi.
Sempre in campo economico sono estesi anche ai dirigenti responsabili di un procedimento (Rup) gli incentivi tecnici. Non solo, sono state pure rafforzate le premialità e le penali legate all’esecuzione dele opere. Per assicurare i tempi di consegna dei lavori, è stato introdotto l’accordo di collaborazione che dovrebbe risolvere a monte eventuali controversie per evitare le lungaggini dovute ai contenziosi.
La qualificazione delle stazioni appaltanti
Vengono fissati incentivi a sostegno della formazione e della specializzazione di soggetti che, oggi, non sono qualificati. Migliorare le capacità gestionali delle stazioni appaltanti del resto significa aumentale l’efficienza nell’esecuzione dei contratti pubblici.
Infine, in sede di appalto, il promotore mantiene il diritto di prelazione all’interno delle procedure di finanza di progetto. La procedura di gara, in questi casi, prevederà due fasi che consentiranno maggiore trasparenza, ma anche maggiore competitività. Tutto ciò dovrebbe tradursi in una partecipazione più ampia.
Qui leggi l’opinione dei Consigli nazionali di ingegneri, architetti e geologi