Sono questi i dati principali dell’ottavo Rapporto sulla digitalizzazione e sulle gare Bimemesse nel 2024, diffuso dall’Oice, l’associazione delle società di ingegneria e di architettura aderente a Confindustria, nel corso di un evento on line che ha visto la presenza del presidente Anac Giuseppe Busia e di Pietro Baratono, padre dell’omonimo decreto che formalizzo l’applicazione del Bim (Bulilding Information Modelling) nel 2017.
I numeri del Report
Ottavo Rapporto Oice sulla digitalizzazione e le gare Bim 2024
In sintesi: cala la percentuale di bandi con richiesta di Bim, che ha raggiunto il 13,2% del totale delle procedure per affidamento di servizi di ingegneria e architettura, rispetto al 13,7% del 2023.
Questo in un quadro generale in cui, in termini assoluti, sulla scia del calo dei bandi del 2024, i bandi Bim sono in realtà diminuiti del 44,6% passando dai 637 del 2023 ai 353 del 2024, rallentamento da attribuire alla inizialmente farraginosa attivazione del nuovo codice appalti.
La maggior parte delle gare Bim ha riguardato l’affidamento di Attività di Progettazione, sono il 55,5% del totale, a seguire, la direzione lavori (21,0%) e la Verifica della progettazione (17,0%); le attività per rilievo, topografia, servizi di supporto al Rup per redazioni elaborati grafici e collaudi sono ricomprese nella definizione di “altri servizi tecnici” rappresentano il 6,5% del numero totale dei bandi.
Evidenziati nuovi cali
Per quanto riguarda l’adozione dei capitolati informativi Bim il Report ha messo in luce un ulteriore calo, ed è evidente che occorre rapidamente migliorare in vista della scadenza del 2025: si passa dal 29,4% del 2023 al 25,2% del 2024.
Le Stazioni Appaltanti più attive sono state Anas, Rfi, Agenzia del Demanio, Invitalia e Autorità portuale che hanno pubblicato bandi per un valore pari al 13,5% del totale, in calo rispetto al 2023 quando rappresentavano il 34,3%.
Il 79,0% del totale dei bandi ha riguardato interventi per opere puntuali (lo scorso anno la percentuale era il 76,5%), il 21,0% le opere lineari (nel 2023 era al 23,5%). In 192 casi su 353 (il 54,4% del totale) il Bim è fattore premiale apprezzato in sede di offerta come merito tecnico o come metodologia, con punteggi specifici medi che variano da 7,6 fino ad un massimo di 15,2 punti.
Giuseppe Busia | Presidente Anac
Giuseppe Busia | Presidente Anac
Il rapporto Oice ci aiuta a leggere bene il percorso fatto dal 2017 a oggi. Il 2025 dev’essere l’anno della digitalizzazione sia per le procedure, sia per il Bim.
Si tratta di un percorso di non ritorno; con il correttivo è stata fissata la soglia dei 2 milioni in modo molto ragionevole; in prospettiva dovrà essere abbandonata perché tutti gli interventi dovranno beneficiare del Bim e delle sue potenzialità.
Alfredo Ingletti | Vice presidente Oice con delega alla digitalizzazione
Alfredo Ingletti | Vicepresidente Oice con delega alla digitalizzazione
L’andamento delle gare dimostra in sostanza una stasi e non un avanzamento verso la richiesta di digitalizzazione del progetto. Si tratta però di un percorso, ormai ineludibile, sia nel mondo pubblico, sia in quello privato, e le nostre società che operano all’estero e nel privato lo sanno benissimo.
Di anno in anno si fanno piccoli passi in avanti, a volte reali e a volte più di apparenza che di sostanza.
Dal report emerge che il processo di effettiva digitalizzazione è stato finora più una risposta a obblighi normativi per le stazioni appaltanti, e a requisiti di committenza e mercato per progettisti e imprese, che non una revisione e ridefinizione dei processi produttivi, di coordinamento e di cantiere digitale.
Giorgio Lupoi | Presidente Oice
Giorgio Lupoi | Presidente Oice
Dal nostro Report emerge il divario sempre più marcato tra le realtà che, ad oggi, hanno già investito nella digitalizzazione, comprendendone gli obiettivi e i vantaggi, e quelle che ancora si avvicinano al tema in modo superficiale, disorganizzato e con scarsa consapevolezza che la digitalizzazione non si esaurisce nel modello 3D, ma riguarda l’intero ciclo di vita del progetto.
C’è ancora molto da fare soprattutto nel campo della Pa che si sta comunque avviando verso un profondo e necessario cambiamento; vedremo l’anno prossimo quale sarà l’impatto dell’obbligo previsto dal decreto correttivo del codice appalti che impone il Bim per progetti oltre 2 milioni di lavori di cui condividiamo la scelta e ci auguriamo che il mondo pubblico lo attui appieno.
A tutto ciò si aggiungono le opportunità che l’Intelligenza Artificiale mette a disposizione di tutti gli operatori e sulle quali molte delle nostre società stanno conducendo studi, ricerche e sperimentazioni e che l’Oice sta accompagnando.