A spiegare i progressi dell’intervento di restauro della facciata di Palazzo Marino è stato il team tecnico coordinato da Michele Brunello di Dontstop Architettura e composto dallo studio specializzato in restauri di palazzi di pregio, Andrea Borri Architetti, dal restauratore Paolo Pecorelli, dall’impresa aggiudicataria dei lavori Estia e da Progetto Cmr per la gestione delle tematiche di cantiere e sicurezza.
Figure allegoriche scolpite sopra le finestre, intagli sulle cornici, scene mitologiche incise sul fregio che chiude l’ultimo piano, sono fra i dettagli sorprendenti della facciata di Palazzo Marino che i restauratori stanno rivelando con i lavori iniziati lo scorso aprile sullo storico edificio di piazza della Scala.
Dettagli architettonici di una facciata storica finora appannata da smog e depositi di polvere o corrosi dagli agenti atmosferici che stanno gradualmente emergendo sotto l’azione di pennelli e specilli, spatole e nebulizzatori.
Ce lo hanno raccontato, attraverso documenti e fotografie di cantiere, i protagonisti dell’intervento, in una iniziativa di divulgazione scientifica promossa dal Comune di Milano con Jesurum Leoni Comunicazione di Us-The Future is Now, che sta realizzando l’opera di restauro, e il gruppo Tod’s, che l’ha interamente finanziata.
Un affaccio, anche se virtuale, sotto i teloni dei ponteggi che nascondono la facciata: una narrazione di metà percorso, aperta alla cittadinanza, per illustrare i risultati ottenuti nei primi tre mesi di lavoro e i risvolti sperimentali e innovativi che, terminato il cantiere di piazza Scala il prossimo ottobre, potrebbero trovare applicazione non solo sulle altre facciate dell’edificio ma anche in altri restauri monumentali.
I lavori di restauro
Nonostante le condizioni metereologiche avverse di questi mesi abbiano reso più complesso il ciclo delle lavorazioni, il restauro della facciata su piazza della Scala si sta ultimando secondo i programmi iniziali.
Dal Ceppo del Brembo, la pietra friabile con cui è stata realizzata alla fine dell’Ottocento, sono stati rimossi sia interventi di stucco precedenti, non compatibili con il materiale originario, sia i segni di ammaloramento, evidenti soprattutto in corrispondenza delle lesene e sulle superfici decorate più esposte.
Si è partiti dalla mappatura dello stato di fatto, realizzata con tecnologie come la videoendoscopia, la termografia e il magnetometro, la scansione delle superfici e le analisi chimiche, per arrivare a riparare le parti erose e i punti in cui il ristagno di acqua aveva causato la formazione di colonie di microrganismi e croste nere.
La ripulitura sta così mettendo in evidenza i motivi decorativi, con figure allegoriche e simboliche, che caratterizzano i timpani scolpiti sopra le finestre, gli elementi ornamentali delle cornici e il fregio che corre lungo la parte superiore dell’edificio, con scene mitologiche incise in modo dettagliato.
Trattamento protettivo finale
Le superfici nella fase finale del restauro saranno interessate da un trattamento protettivo e diventeranno più resistenti agli attacchi del tempo grazie all’applicazione di silice nanometrica e a speciali micro stuccature. Tutte le fasi dell’intervento sono state seguite e concordate con la Soprintendenza tramite sopralluoghi in cantiere e la condivisione delle scelte metodologiche del restauro.
LA SCHEDA
- Opera: restauro facciata palazzo marino
- Main partner finanziari: Tod’s Sspa
- Sponsor tecnico: Jesurum Leoni Comunicazione di Us-The Future is Now
- Progetto: Dontstop Architettura
- Direzione lavori: Andrea Borri Architetti
- Impresa di restauro: Estia con arch. Paolo Pecorelli, restauratore
- Coordinamento sicurezza: Progetto Cmr