I sodalizi professionali spesso si sperimentano, collaudano e poi saldano tra i banchi di scuola. Fabrizio Michielon e Sergio de Gioia non fanno eccezione. Si conoscono alle superiori e poi procedono in tandem nei loro curricula universitari fino alla tesi. Con la ferma volontà di sperimentare i propri limiti e le proprie capacità, incominciano, quasi subito dopo essersi affacciati alla professione, a partecipare a concorsi di idee e di progettazione e li vincono a raffica. I primissimi incarichi di rilievo giungono da una occasione drammatica: il sisma del 2012.
Mide, studio formato ufficialmente nel 2010, partecipa, a supporto di imprese del loro territorio, alle gare per gli appalti integrati volti a riedificare alcuni servizi essenziali. Tempi ristrettissimi, stringenti limiti economici, aspettative altissime di intere comunità che vedono negli edifici della ricostruzione un simbolo identitario di rinascita. Tutti presupposti per fare tremare i polsi al più scafato professionista. I Mide, con perseveranza e umiltà, confezionano degli edifici allo stesso tempo semplici ed emblematici, con piante razionali e un uso astuto dei materiali. Sperimentano nella pratica della costruzione un linguaggio che potremo definire minimalismo morbido, che è diventato la loro cifra. Uno stile che, grazie a un attento dosaggio di pochi ingredienti, riesce a coniugare l’asciutta essenzialità delle forme con la creazione di ambienti caldi e accoglienti.
Fabrizio e Sergio, alla soglia dei quarant’anni (sono nati rispettivamente nel 1982 e nel 1983) si confrontano con il tema della casa unifamiliare isolata. Mide ora opera principalmente in Veneto nelle campagne a cavallo fra le province di Venezia, Treviso e Padova. Un territorio apparentemente anonimo e indifferenziato. In realtà, a un occhio più allenato e attendo, questi paesaggi risultano ricchi di sfumature e di vibrazioni. Le immagini si sedimentano per piani orizzontali seguendo lo stesso processo di deposito delle sabbie e dei limi portati dal diffuso reticolo di corsi d’acqua.
La residenza in oggetto si trova a lungo la Riviera del Brenta, a Stra (Venezia, e segue la stessa logica costruendo gli spazi per successive stratificazioni. Questa scelta viene ulteriormente rafforzata dalla volontà di utilizzare il calcestruzzo armato lasciato a vista come materiale principe, opzione percorsa in diversi progetti del sodalizio veneziano. Il cemento armato ha storicamente goduto di una pessima fama: è diventato l’emblema stesso della prevaricazione dell’uomo sulla natura. Ma Mide, come in un abile atelier sartoriale, lo usa come fosse un tessuto e gioca intervenendo ora sulla trama ora sull’ordito, oppure lavora sulle cuciture e sulle pieghe. I getti così diventano morbidi e tattili.
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Questa casa unifamiliare a un piano ha un impianto planimetrico semplice ed estremamente leggibile. Sul lato orientato a est troviamo un blocco monolitico che raccoglie i servizi e le tre camere da letto. A questo si innesta, formando nel suo complesso una pianta a T, il living, che si affaccia sul fronte sud, compost da cucina, pranzo e soggiorno serviti da un ampio portico. I locali sono visivamente connessi in un fluido continuum. E a ben vedere la zona giorno è composta anche da una quarta stanza che dona ulteriore ariosità e leggerezza agli ambienti già ben strutturati: il paesaggio.
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La campagna veneziana è protagonista della composizione, spinge sul costruito incidendo sulle sue forme e creando spazi ibridi di confine. Questa casa è in osmosi col contesto circostante e ne assorbe la luce verde e morbida. In un edificio in calcestruzzo, ci si aspetterebbero ombre nette e secche, invece il riverbero della vegetazione, che inonda gli spazi tramite le ampie vetrate, smussa tutti gli spigoli e confonde il limite fra interno ed esterno.
Ritroviamo il calcestruzzo, sabbiato o levigato per enfatizzarne la texture degli inerti, in alcuni divisori interni e nei pavimenti. A questi elementi si integrano in modo naturale le porte, gli arredi e un pregevole rivestimento ligneo a soffitto. Questi dettagli, che scaldano ulteriormente gli ambienti, sono realizzati in legno di noce.
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L’intero involucro è invece trattato con una contro-parete a secco, di colore grigio chiaro, che accoglie i passaggi impiantistici e, soprattutto, permette di isolare la parte portante composta da un getto pieno di 25 centimetri, con pannelli in Eps da 15 centimetri e uno strato ulteriore di 7,5 centimetri in lana minerale. La scelta di differenziare il pacchetto coibente con due distinti materiali, uno a celle chiuse ed uno fibroso, contribuisce a migliorare sia il comportamento termico sia quello acustico. La coibentazione rigira anche a protezione dei solai dell’attacco a terra e della copertura, una soletta monolitica di 22 centimetri, eliminando così ogni possibile ponte termico.
Dicevamo che il calcestruzzo è stato scelto anche per le pavimentazioni sia interne sia esterne. Si tratta, a tutti gli effetti, di una reinterpretazione, in chiave contemporanea, del cosiddetto seminato alla veneziana. Il getto monolitico è stato curato in modo ossessivo individuando inerti adeguatamente vagliati, optando per un legante ad altissime prestazioni (cemento Portland bianco 52,5 R) e introducendo opportuni additivi tixotropici. In tutti gli ambienti è presente un impianto radiante per cui il sottosistema deve essere in grado di compensare il forte stress termico dovuto alle dilatazioni di esercizio.
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La realizzazione è la dimostrazione che la strada della semplicità, percorsa con sensibilità, può portare a esiti di livello assoluto. Il progetto di Mide ha un chiaro sapore internazionale, ma si trova comunque perfettamente inserito e radicato nella campagna veneziana.
di Ilaria Bizzo e Stefano Cornacchini (da YouBuild n. 23)
LA SCHEDA
Cliente: Privato
Progetto architettonico: MIDE architetti (Fabrizio Michielon e Sergio de Gioia)
Progetto strutture: Stefano Paludetto
Progetto impianti elettrici: Mountech
Progetto impianti meccanici: Mountech
Impresa edile: Pajaro Costruzioni
Impiantista: Tecno Gas Sistem
Info: www.MIDEarchitetti.it
Fotografie: Alessandra Bello
Realizzazione: progetto 2017; realizzazione 2020-21