Premi In/Arch, 60 anni di storia dell’architettura

Premiare l’architettura nelle sue tre componenti fondamentali – ideazione, costruzione, commissione – è la mission del premio In/ Architettura 2023, promosso dall’Istituto Nazionale di Architettura In/Arch e dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili Ance, in collaborazione con Archilovers, nell’anno in cui ricorrono, in una singolare assonanza, le sue 60 primavere unite al centenario dell’istituzione degli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri (legge n. 1395 del 24 giugno 1923).

Fin dalla sua prima edizione, i premi In/Arch hanno alimentato il dibattito culturale nazionale, celebrando l’opera di architettura come convergenza di un processo multilivello che ne caratterizza l’intero percorso esecutivo: “domanda, esigenze, norme, risorse, progetto, realizzazione, controllo, gestione, manutenzione”.

Nell’edizione 2020, il filosofo Aldo Colonetti li presentava come “un’esperienza unica, non solo a livello nazionale, perché pensati da un intellettuale, come Bruno Zevi, che considera l’architettura non solo come disciplina ma come attività progettuale a tutto tondo, capace di trasformare e migliorare la società. Una visione illuministica, oggi ancor più attuale poiché totalmente in controtendenza, con un atteggiamento diffuso di carattere strumentale: ovvero una sorta di specializzazione progettuale al servizio del “particolare”, mentre l’architettura appartiene a un sapere che sta a fondamento della nostra vita, individuale e collettiva”.

Premio-In-Arch-2023
Premio In/Arch 2023

Venti premi regionali

Venti premi regionali, assegnati dalle 12 sezioni In/ Arch, sono stati conferiti a interventi ubicati in Italia, progettati e realizzati da italiani nel periodo compreso tra il 2018 e il 2022, nell’ambito delle categorie nuova costruzione e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente (restauro, ristrutturazione, rigenerazione).

Tutte le opere premiate si sono date appuntamento lo scorso 7 novembre a Venezia a Cà Giustinian, sede della Biennale, dove una giuria presieduta dal già citato Aldo Colonetti ha proclamato i vincitori dei Premi Nazionali.

Opere e loro autori entrano così di diritto nel firmamento dei principali protagonisti della cultura architettonica premiati dall’Istituto nell’arco dei sessant’anni di storia del premio: Giuseppe e Alberto Samonà, Mario Ridolfi, Pierluigi Nervi, Franco Albini, Giovanni Michelucci, Carlo Scarpa, Luigi Caccia Dominioni, Carlo Aymonino, Gino Valle, Roberto Gabetti e Aimaro Isola, Umberto Riva, Marco Zanuso, Giancarlo De Carlo, Renzo Piano, Guido Canali, Gae Aulenti, Cino Zucchi, Massimiliano Fuksas e Doriana Mandrelli, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo ed altri ancora.

Come sosteneva Vincenzo Cabianca presentando l’edizione del 1966, “il sistema dei premi è anzitutto un sistema di denuncia, effettuato attraverso la messa in evidenza delle interrelazioni a monte, a livello di cause. Per questo motivo i premi sono una dizione da chiarire: non si tratta di premiare il meglio, se mai di denunciare il contesto attraverso le eccezioni. Per questo motivo non diciamo che stiamo distribuendo dei premi: diciamo che stiamo tracciando il panorama della condizione italiana attraverso le sue architetture”.

Oltre alle due categorie prevalenti della nuova costruzione e del recupero/rigenerazione del patrimonio esistente, sono stati conferiti:

• il premio internazionale Bruno Zevi per la diffusione della cultura architettonica, “assegnato a un’iniziativa di comunicazione, realizzata in Italia o all’estero, che costituisca un esempio qualificato di promozione di architettura contemporanea di qualità nel mondo”;

• il premio alla carriera, “assegnato a un progettista italiano vivente, le cui opere costituiscono un importante contributo alla storia dell’architettura contemporanea e la cui figura rappresenta con eccellenza la cultura architettonica italiana”. Premi speciali sono stati quindi assegnati ad aziende e istituti di ricerca. In particolare:

premio speciale “Architettura solare in contesti di pregio”, assegnato a un intervento “che dimostri il dialogo tra conservazione del patrimonio edilizio e paesaggistico di valenza culturale, miglioramento dell’efficienza energetica e del comfort ambientale interno, riduzione dell’impronta ecologica”;

premio speciale “Federbeton”, “assegnato ad un intervento che abbia saputo valorizzare l’utilizzo del cemento e del calcestruzzo in qualità di materiale da sempre legato al mondo dell’architettura e delle costruzioni”;

premio speciale “Listone Giordano”, “assegnato a un intervento che abbia saputo valorizzare l’utilizzo del legno in qualità di materiale da sempre legato al mondo dell’architettura e delle costruzioni”;

premio speciale “More the Wellbeing”, “assegnato a un intervento che abbia posto particolare attenzione nel coniugare il benessere climatico degli ambienti con le esigenze delle persone, attraverso l’uso di soluzioni innovative ad elevata efficienza”;

premio speciale “WTW – Willis Towers Watson”.

Un secolo fa nascevano gli ordini professionali

Celebrare l’architettura quest’anno assume quindi una particolare rilevanza: esattamente un secolo fa, il 24 giugno 1923, Vittorio Emanuele III Re d’Italia approvava in Parlamento la nascita degli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri (con legge n. 1395, Tutela del titolo e dell’esercizio professionale degli Ingegneri e degli Architetti).

Premiare l’opera di architettura, oggi, significa evidenziarne il ruolo “Reale” nelle sue più nobili declinazioni: come disciplina in grado di rispondere ai contenuti concreti, attuali e oggettivi dell’uomo, offrendo “soluzioni reali a problemi reali”, e come arte regalis in grado di conferire alla nostra esistenza una “Alma real, dignissima d’impero” (F. Petrarca), come disciplina capace – come già auspicava Bruno Zevi – “di trasformare e migliorare la società”.

Poiché, proseguiva Zevi, “l’architettura non è solo arte, non è solo immagine di una vita storica o di una vita vissuta da noi o da altri, è anche e soprattutto l’ambiente, la scena ove la nostra vita si svolge”.

Le riflessioni di Argan

In occasione della loro prima edizione, nel 1962, Giulio Carlo Argan li introduceva con le seguenti riflessioni: “I premi In/Arch, oltre a segnalare, evidentemente, quegli architetti che hanno compiuto un lavoro di sintesi e di risoluzione finale di tutte le componenti di forza nella componente ultima… cioè nell’opera d’arte, sono rivolti anche a premiare personalità politiche, funzionari di enti, produttori, critici d’arte, istituti e imprese, cioè l’intera sfera di attività e di interessi, al centro della quale si pone il risultato artistico. È poi molto importante che anche i premi che sono destinati agli edifici, premino non solo l’architetto ideatore ma anche il committente e il costruttore”.

Già Leon Battista Alberti scriveva che ogni opera d’arte ha un padre e una madre: il padre è il committente, il quale la ordina e la finanzia, la madre è l’architetto che la custodisce dentro di sé, pian piano la fa crescere e infine le dona vita. Per lo stesso Filarete, l’edificio si genera con il contributo di una madre – l’architetto – e di un padre – il signor committente.

Se Architetto e Committente si uniscono per concepire l’idea, l’opera di Architettura si compie soltanto con l’apporto fattuale del soggetto ‘terzo’, il Costruttore, colui che organizza i fattori produttivi per convertire il progetto in luogo in cui promuovere l’esperienza vitale.

L’impiego e l’impegno della triade architetto-committente- costruttore non descrive tanto e soltanto il driver necessario a inverare la singola opera di architettura, ma convoglia “le componenti di forza” – le energie, le vitalità e gli stimoli – del mondo del progetto e del mondo della produzione per costruire l’identità culturale di una società autenticamente democratica.

Secondo questa prospettiva olistica, i premi In/Arch rappresentano un osservatorio per educare l’uomo al valore dell’architettura e della sua costruzione. *Menzione In/Architettura 2023 nella categoria riqualificazione edilizia/rigenerazione, sezione Lombardia ed Emilia-Romagna.

I vincitori nazionali 2023

“La crescente rilevanza della qualità del costruire – tra consumo di suolo, efficienza energetica, criteri ambientali minimi – conferma il ruolo centrale dell’architettura ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, on. Gilberto Pichetto Fratin, nella lettera inviata in occasione dell’evento di premiazione.

“I 10 progetti premiati non si pongono all’attenzione del pubblico con la pretesa di essere i più belli in assoluto, e tanto meno gli unici meritevoli, tra i tanti realizzati in Italia negli ultimi anni – ha osservato il presidente In/Arch Andrea Margaritelli – ma siamo qui per un motivo ben più alto: indicare una rosa di progetti che, nel loro insieme possano avere rappresentatività e forza di manifesto per promuovere la cultura della progettazione architettonica nel nostro Paese. Del resto, è questa da sempre la vera natura e il significato più profondo dei premi In/Architettura, e anche la ragione per cui In/Arch e Ance vi dedicano così tante energie”.

Migliori opere d’architettura (nuova costruzione)

I premi nazionali per interventi di nuova costruzione sono stati assegnati a:

Rcf Arena – Reggio Emilia
Committente: C. Volo spa
Progettisti: Iotti + Pavarani, Tassoni & Partners, Studio Lsa
Impresa: Nial Nizzoli
A quest’opera è stato conferito anche il Premio speciale WTW-Willis Towers Watson.

RCF Arena - Reggio Emilia
Rcf Arena – Reggio Emilia

The Dome. Nuovo edificio scolastico Luiss – Roma
Committente: Luiss Guido Carli
Progettisti: Alvisi Kirimoto e Studio Gemma
Impresa: Ecofast Sistema srl

The-Dome
The Dome. Nuovo edificio scolastico Luiss – Roma

Son Cascina San Carlo – Milano
Committente: Son Onlus
Progettisti: B22 – Stefano Tropea con Carlo Venegoni
Impresa: Sapa srl

Son-cascina-san-carlo
Son Cascina San Carlo – Milano

Casa 46 – Ragusa
Committente: Flavio Tirrito
Progettisti: Sm-Arch | Vania Santangelo, Maria Flaccavento, Serafino Sgarlata, Salvatore Ingrao
Impresa: Angelo Giombarresi & C snc

Casa-46-ragusa
Casa 46 – Ragusa

La Manufacture – New manufacturing facility for Celine Production in Radda in Chianti (Siena)
Committente: Celine Production
Progettisti: MetroOffice Architetti
Impresa: Ing. Ferrari spa (general contractor)

la-manufacture
La Manufacture – New manufacturing facility for Celine Production in Radda in Chianti

Ring Road, Bressanone – Varna
Committente: Provincia Autonoma di Bolzano
Progettisti: MoDus Architects e Studio di Ingegneria Valdemarin
Impresa: Pac spa

ring-road
Ring Road, Bressanone – Varna

Museo Archeologico Nazionale di Aquileia
Committente: Mibact Polo Museale del Friuli Venezia Giulia
Progettisti: Gnosis Progetti
Impresa: Impresa De Marco

museo-archeologico-nazionale-aquileia
Museo Archeologico Nazionale di Aquileia

Premio speciale Federbeton

Digital Innovation Gate 421 – Roreto di Cherasco (Cn)
Committente: Tesisquare spa
Progettisti: Nemesi Architects
Impresa: Fratelli Sartore

digital-innovation-gate-421
Digital Innovation Gate 421 – Roreto di Cherasco (Cn)

Premio ai migliori interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente (restauro, ristrutturazione, rigenerazione)

Nuova sede della Procura della Repubblica di Catanzaro nell’ex Ospedale Militare
Committente: Agenzia del Demanio – Direzione Generale Calabria
Progettisti: Corvino+Multari (Vincenzo Corvino, Giovanni Multari)
Imprese: Costruzioni Edili 2001 e Sami

sede-nuova-procura-catanzaro
Nuova sede della procura della repubblica di Catanzaro

Museo Fellini – Rimini
Committente: Comune di Rimini
Progettista: Orazio Carpenzano
Realizzatori: Lancia srl, Aplomb, Civita Laboratori Fiorentini, Ett e Gruppo Maggioli

museo-fellini-rimini
Museo Fellini – Rimini

Riqualificazione del Capannone 18 nell’area Ex “Officine Reggiane” a Reggio Emilia
Committente: STU Reggiane spa
Progettisti: Andrea Oliva
Impresa: Allodi srl

riqualificazione
Riqualificazione del Capannone 18 nell’area Ex “Officine Reggiane” a Reggio Emilia

Riqualificazione dell’Area Ex Dufour a Cornigliano – Genova
Committente: Società per Cornigliano
Progettisti: Dodi Moss
Imprese: Ati Lumode e Innovazione Caudin

riqualificazione
Riqualificazione dell’Area Ex Dufour a Cornigliano – Genova

Gallerie d’Italia – Torino
Committente: Intesa San Paol
Progettisti: Amdl Circle – Michele De Lucchi
Impresa: Ediltecno Restau

galleria-italia-torino
Gallerie d’Italia – Torino

Restauro della Villa La Saracena realizzata da Luigi Moretti nel 1955/ 58 a Santa Marinella – Roma
Committente: Eleonora Cecconi
Progettisti: Paolo Verdeschi con Flavio Fiorucci, Giulio Valerio Mancini e Giulia Seppiacci
Imprese: Edilperfect e Luca Foschi opere in ferro

restauro-villa-la-saracena
Restauro della Villa La Saracena realizzata da Luigi Moretti nel 1955 a Santa Marinella – Roma

Premio speciale listone Giordano

Casa Dica – Roma
Committenti: Camilla Castroni e Leonardo Di Vincenzo
Progettisti: b15a architettura (Andrea Desideri, Silvia Guzzini)
Realizzazione a cura di: Fastedil, Vetroferr sas, Falegnameria Frezzini, O.H.M. srl, Morgante Iolanda srl

casa-dica-roma
Casa Dica – Roma

Premio speciale More The Wellbeing

Attico L – Milano
Committente: Luisa Ranno
Progettista: Marco Carini
Impresa: Meridionale Impianti spa

attico-L-milano
Attico L – Milano

Premio speciale architettura solare in contesti di pregio, nell’ambito del progetto europeo Bipv meets history

Impianto fotovoltaico Bipv su dimora storica a Montecrestese (Verbano)
Committente: Simona Rizzi
Progettista: Sofia Tiozzo Pezzoli (GruppoSTG Fabbrica srl)
Impresa: Gruppo Stg Fabbrica srl

impianto-fotovoltaico-bipv
Impianto fotovoltaico Bipv su dimora storica a Montecrestese (Verbano)

Premio alla carriera 2023

Il premio alla carriera è stato assegnato, per la prima volta nella sua storia, a un architetto non italiano, Emilio Ambasz.

“Architetto cosmopolita, argentino di nascita, 1943, internazionale dal punto di vista progettuale, italiano per frequentazione del nostro paese, avendo avuto anche per molti anni uno studio a Bologna, con il quale ha collaborato con aziende, istituzioni territoriali, committenze pubbliche e private. Ha sempre messo al centro un’idea concreta di natura, senza ideologismi e fughe in avanti, ma operando concretamente nel “fare architettura” privilegiando un atteggiamento che lui stesso ha definito “il verde sul grigio”, ovvero inserendo già negli anni settanta “architetture e piante”, senza proclami ma nel segno di accostamenti razionali tra “natura e artificio”. Sono testimonianza di questa opzione costruttiva l’Ospedale dell’Angelo e la Fondazione Banca degli occhi a Mestre (2007-2008), insieme al progetto Acros Fukuoka in Giappone. È stato il primo grande ambasciatore del Made in Italy con la grande mostra, presso il Moma di New York, 1972, “Italy: The New Domestic Landscape”, il primo vero sbarco negli Stati Uniti, e non solo, dell’identità italiana, dalla città agli oggetti, dalla casa all’automotive, offrendo ai giovani protagonisti del nostro Paese uno straordinario palcoscenico. Emilio Ambasz, nel rispetto di una sua affermazione programmatica, “ogni atto di costruzione è una sfida alla natura”, recentemente ha donato 10 milioni di dollari al Moma, destinati alla realizzazione all’ “Istituto di Ricerca Emilio Ambasz”, dedicato all’interazione natura e architettura: la prima iniziativa concreta è la grande mostra “Emerging Ecologies”, aperta in questi mesi al Moma, dedicata agli architetti-artisti, ovvero secondo Ambasz, “ovvero quelli che creano nuovi modelli e fanno cultura”. Anche questo è uno sguardo italiano, soprattutto di origine rinascimentale. Ambasz ha così commentato: “Sono profondamente commosso per questo generoso riconoscimento. Essere il primo straniero a ricevere questo importante premio è un grande onore […] Dobbiamo inventare un’architettura che sia l’incarnazione di un patto di riconciliazione tra natura e costruito. Come architetti e designer dobbiamo creare modelli alternativi di futuro proponendo una vita migliore, per guidare le nostre azioni se non desideriamo perpetuare le condizioni presenti: credo che non sia etico qualsiasi progetto architettonico che non tenti di proporre modi di esistenza nuovi o migliori. Questo compito – conclude Emilio Ambasz – può far vacillare l’immaginazione e paralizzare la speranza, ma non possiamo sottrarci al suo perseguimento”.

Il premio alla carriera è stato assegnato, per la prima volta nella sua storia, a un architetto non Italiano, Emilio Ambasz
Il premio alla carriera è stato assegnato, per la prima volta nella sua storia, a un architetto non Italiano, Emilio Ambasz

Premio bruno zevi per la diffusione della cultura architettonica 2023

È stato conferito a Editoriale Lotus, diretta da Pierluigi Nicolin, che “ha trasformato nel corso degli anni una rassegna di Architettura in uno spazio di discussione aperto verso posizioni diverse. Con la rivista Lotus l’architettura italiana assume un ruolo preminente nel dibattito internazionale sviluppando un’ampia riflessione sui grandi temi del pensiero architettonico attraverso i contributi di un numero scelto di notevoli personalità. In questo modo, negli ultimi decenni un’intera generazione di architetti italiani ha potuto sviluppare le proprie idee in un rapporto diretto con le proposte progettuali e le riflessioni dei protagonisti del dibattito contemporaneo.

Pierluigi Nicolin con Lotus ha progettato la sua più importante opera architettonica perché ha consentito alla cultura italiana di entrare nel grande dibattito internazionale, non dimenticando mai che è nel dialogo con tutte le altre discipline, soprattutto con le cosiddette arti applicate e non solo, dove è possibile alimentare nuove idee e inediti tragitti compositivi. L’architettura al centro, senza mai perdere di vista la relazione tra la parte e il tutto, tra il pensiero e l’azione. Lotus è, a tutti gli effetti, un grande progetto di architettura e non solo una rivista.

di Moreno Pivetti

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.