Piscu (Romania): dalle fornaci di ceramica un centro educativo vivente

Una quiete contemplativa pervade il portico, dove i visitatori possono riposare su panchine artistiche

Un piccolo villaggio, lontano dalla strada principale, si estende tra una fila di stagni e l’alveo del fiume Ialomița, immerso nella languida polvere di un’attesa indefinita. Un paesaggio monotono e delicato, ben situato nella propria banalità. A prima vista, nulla emerge in primo piano, nulla è fortemente enfatizzato e tutto è prevedibile.

La sagoma della chiesa fiancheggiata da abeti, le vecchie case con portici delicati ma abbandonati, nuove case con silhouette voluttuose, una vecchia scuola modernizzata, pochi negozi di villaggio con terrazze, clienti e frigoriferi in strada.

Fino alla metà degli anni ‘60, per più di un secolo, decine, centinaia di fornaci per la ceramica bruciavano continuamente, producendo la ceramica di Piscu. Ceramiche domestiche utilizzate nella vita quotidiana, per le feste, banchetti e requiem.

La costruzione emana un’eleganza rustica, con la sua architettura lineare che si apre verso l’ambiente circostante

Un museo per ricordare

Poi è arrivato il progresso, la società di consumo e le fornaci di ceramica di Piscu si sono spente e sono crollate nei cortili. Il Museo della Ceramica di Piscu è il luogo dove questa storia viene ricercata, raccontata e portata avanti.

La storica dell’arte Adriana e lo scultore Virgil Scripcariu sono coloro che, stabilendosi nel villaggio, hanno scoperto il luogo, ne hanno appreso la storia e, raccontandola, ne hanno rivelato il volto. Hanno costruito una casa, un laboratorio, una fornace, una scuola.

Si sono fusi con l’essere di questo villaggio e hanno ricostruito il suo corpo d’argilla attraverso la raccolta di pentole recuperate dalle famiglie. Nel mezzo del villaggio, su un ampio terreno, hanno voluto costruire un luogo di apprendimento e ispirazione, per quelli qui e altrove, un museo.

Il Museo e Laboratorio della Scuola di Piscu si staglia delicatamente nel paesaggio rurale

Il programma funzionale cerca uno spazio adatto per fungere contemporaneamente da scuola, museo, labora- torio, palcoscenico per lezioni sul patrimonio, spazio per eventi culturali, luogo di incontro tra architetti, artisti o

altri attori nel campo del patrimonio culturale, comunità rurale.

Pianta | Il Museo e Laboratorio della Scuola di Piscu come un punto focale nel tessuto rurale

Riflettendo sull’affiliazione sua architettonica, il modello più pratico sarebbe stato quella dell’architettura rurale, della vecchia casa del villaggio di pianura. Tuttavia, la sua scala, la sua presenza magnanima, eloquente e monumentale, lo rendono molto di più di un’espressione dolcificata dal folklore.

C’è il mondo dell’argilla, della ceramica, di una creazione specifica che, nonostante la sua modestia, i cui valori sono amplificati dal vuoto e dalla semplicità all’interno dell’edificio.

Vuoto che ha attratto circa 10.000 visitatori interessati alla memoria della comunità, agli artefatti del patrimonio e arte contemporanea, agli spazi multimediali e i vari laboratori artigianali. Ora, sei giovani del posto lavorano con l’argilla, insegnano ai bambini, producono beni e aumentano la consapevolezza della loro comunità sulla storia e l’eredità locale.

Quest’approccio forte al sostegno del patrimonio locale e al benessere economico, basato sull’apprendimento pratico, ha dimostrato un impatto significativo e duraturo sulla comunità circostante, estendendo le attività oltre l’insegnamento di una competenza pratica, per concentrarsi sull’eredità intangibile e il valore comunitario di questo mestiere tradizionale, come affermato dalla giuria del premio.

Una quiete contemplativa pervade il portico, dove i visitatori possono riposare su panchine artistiche

Lontano dalla strada, elevato su un piedistallo di terra, il museo riflette soprattutto la propria logica: un recinto quadrato di colonne di legno con una ripetizione omotetica, a passi uguali, dal bordo al centro, convergendo verso l’unico pilastro al centro, elevato pragmaticamente per sostenere la cima del tetto.

Tipologicamente impiegato nel binomio atrio–portico perimetrale, il museo ancora il suo centro occupandolo (antidogmaticamente) e sospende il suo confine verso l’esterno, esibendo la sua struttura scheletrica. Il legno si rivela in due attrattive complementari: il tronco, intatto e lavorato dagli strumenti affilati, che porta ancora il segno contingente della foresta e della sua crescita accidentale; la seconda attrattiva è quella geometrizzata, gradita alla logica corrente e all’ingegneria.

Interni | Esposizione di ceramiche tradizionali accompagnata a foto storiche, estimonianza dell’eredità artigianale del villaggio, in un ambiente che celebra la semplicità e l’autenticità del design rurale

Nelle due forme – naturale e industriale – il legno è disposto alternativamente: all’esterno ci sono le colonne in tronchi di acacia del portico, all’interno ci sono i pilastri di legno morbido 20×20, al centro poi troviamo una fetta di quercia.

Legno naturale e industriale

L’approccio biofilico nel design di questo museo evidenzia una profonda connessione con la natura, che va al di là dell’utilizzo estetico dei materiali e tocca una dimensione più profonda di benessere umano e di relazione con l’ambiente. L’impiego del legno in due modi distinti riflette un dialogo tra la forma grezza, organica e l’intervento umano, tra l’arte della natura e la precisione della tecnica.

I tronchi non lavorati o semplicemente modellati, con tutte le loro imperfezioni e segni distintivi, portano all’interno dell’edificio il ricordo visivo e tattile del bosco, stimolando un legame sensoriale diretto con la natura. Questo può avere un impatto positivo sia a livello psicologico che emotivo sui visitatori, evocando un senso di calma e connessione primordiale con il mondo naturale.

Allo stesso tempo, l’uso di pilastri di legno tagliati e modellati secondo geometrie precise parla di un’intenzionalità e di un controllo umano, di una traduzione della natura in forme che si adattano agli usi e alle necessità moderne.

Questo bilanciamento tra elementi grezzi e lavorati si allineano con l’idea che gli esseri umani hanno una connessione innata con il mondo naturale e che questa connessione dovrebbe essere riconosciuta nel design degli spazi abitativi e lavorativi.

Paradossalmente, non c’è molta argilla impiegata nella costruzione del museo. Il pavimento della grande sala è fatto di vecchi pezzi di tegole appuntite, disposti e lucidati. La parete concava della scala è fatta di argilla leggera di paglia. All’interno, alla base di ogni pilastro di legno, in un piccolo fossato circostante, guardano figure apotropaiche di argilla: figure modellate con un gesto metonimico da uno degli ultimi ceramisti di Piscu.

Questa presenza discreta, ma significativa, di terra bruciata in un museo dedicato alla ceramica, insieme al recupero da un lago di un vecchio tronco di quercia che è diventato un pilastro e un tavolo, rappresentano nell’economia della realizzazione del museo lo strato diafano degli eventi giusti.

Questa vista rivela l’albero integrato nel design del lucernario esaltando la bellezza imperfetta e la maestosità della sezione di tronco

Facciata esterna

La facciata esterna del museo presenta un’audace espressione architettonica che combina il moderno linguaggio del design con l’estetica e i materiali naturali. La struttura è caratterizzata da una serie di tronchi di legno verticale, alberi interi non lavorati o minimamente modellati, che sostengono un ampio tetto sporgente.

Questo uso di elementi verticali in legno massiccio aggiunge non solo un’impressione visiva forte e rustica ma collega anche l’edificio alla tradizione artigianale e alla naturale ambientazione del museo.

I tronchi di legno fungono da elementi portanti e decorativi, creando un collegamento visivo con il patrimonio del luogo e l’ambiente circostante. Essi sostengono il tetto e incorniciare le ampie vetrate che racchiudono la facciata, permettendo alla luce naturale di inondare gli spazi interni e agli occupanti di godere di una vista ininterrotta verso l’esterno.

Trasparenze

L’uso di vetrate, dal pavimento al soffitto, trasmette trasparenza e apertura, invitando il paesaggio esterno a entrare e diventare parte dell’esperienza museale. Il tetto, anch’esso in legno, poggia sui tronchi formando un portico che non solo protegge gli interni dall’eccessiva insolazione ma offre anche uno spazio esterno coperto per gli eventi o le attività del museo.

La pavimentazione in pietra, naturalmente assemblata, si armonizza con l’estetica organica dell’edificio. Sedute artistiche a forma di animali, realizzate in materiale metallico, aggiungono una dimensione scultorea e funzionale al portico.

L’armonia tra natura e cultura si manifesta all’interno del Museo, dove i tronchi naturali sostengono la struttura e convivono con la terracotta e le opere ceramiche, creando uno spazio di apprendimento vivente che onora le tradizioni artigianali locali

Copertura interna

La copertura interna del museo presenta una geometria affascinante che culmina con un albero centrale, il quale agisce come un potente elemento visivo e strutturale. L’albero, con la sua superficie grezza e la storia visibile nelle sue venature, contrasta con la precisione delle forme geometriche dei lucernari, evidenziando l’intersezione tra natura e architettura.

I lucernari triangolari e rettangolari sono strategicamente posizionati per massimizzare l’ingresso della luce naturale dall’alto, riducendo così la necessità di illuminazione artificiale durante il giorno. Questo approccio al daylighting è cruciale non solo per l’efficienza energetica ma anche per migliorare il benessere degli occupanti, creando un’atmosfera interna accogliente e collegata con il ciclo naturale della luce.

Dal punto di vista della climatizzazione, questi lucernari contribuiscono al controllo termico interno, permettendo la fuoriuscita dell’aria calda in eccesso e facilitando la ventilazione naturale.

Atrio centrale | La semplicità del design si fonde con la bellezza della luce naturale. L’albero, centrale emerge da un foro quadrato nel pavimento

Pareti e pilastri

Le pareti e i pilastri sono realizzati con un legno di colore chiaro e la struttura a travi in legno visibili contribuisce a un’atmosfera rustica e aperta, ricordando le tecniche costruttive tradizionali, tuttavia, l’organizzazione dello spazio e la pulizia delle linee conferiscono un’aria moderna.

Il pavimento è ricoperto da piastrelle di terracotta disposte a spina, un richiamo ai metodi costruttivi locali e alla lunga storia della ceramica nella regione. Le piastrelle aumentano l’estetica rustica ma sono anche pratiche per mantenere il museo fresco nei mesi estivi, sfruttando le proprietà termiche naturali della terracotta.

Pianta piano terra | Rivela una pavimentazione a spina di pesce, aggiungendo un tocco di eleganza e storia che dialoga con la funzionalità degli spazi dedicati all’esposizione permanente e alle aree di sosta. Si noti la sezione di tronco utilizzata come tavolo di lavoro.

L’uso di scaffalature in legno per esporre la ceramica si integra armoniosamente con il resto degli interni, e la disposizione ordinata degli oggetti nelle scaffalature contribuisce a una presentazione chiara e didattica. L’arredamento minimalista e l’assenza di pareti divisorie interne suggeriscono un approccio alla progettazione incentrato sulla multifunzionalità e sulla flessibilità dello spazio, che è facilmente adattato per differenti attività museali ed educative.

Pianta del primo piano | Un layout funzionale comprende aree per esposizioni temporanee, balcone sull’atrio, spazio multimediale e laboratori creativi, progettati per un’esperienza educativa immersiva

Nel complesso, l’interno del museo mostra un rispetto per i materiali e le tecniche tradizionali, mentre invita a un dialogo con la pratica contemporanea, riflettendo il doppio mandato del museo di conservare il patrimonio culturale e di fungere da centro educativo vivente.

Sezione architettonica del Museo e Laboratorio della Scuola di Piscu | Spazi multifunzionali come l’atrio, la zona espositiva permanente e i laboratori didattici si fondono in un design che celebra trasparenza e integrazione con l’ambiente circostante, esemplificato dalla simmetria e dal flusso naturale tra interni ed esterni

A proposito di CO2

L’approccio adottato nel Museo e Laboratorio della Scuola di Piscu mette in luce l’importanza di considerare le emissioni di CO2 associate alla produzione dei materiali, nonché i benefici del loro sequestro lungo il ciclo di vita del materiale.

La scelta di materiali naturali e minimamente lavorati contribuisce a ridurre l’impatto ambientale del progetto, valorizzando contemporaneamente le tecniche costruttive tradizionali e la sostenibilità ambientale. Questa analisi per unità dimostra come ogni scelta materiale nel progetto non solo risponde a esigenze estetiche e funzionali, ma anche a considerazioni ambientali cruciali, allineando il progetto con obiettivi di sostenibilità e responsabilità ecologica.

Il pavimento in argilla, utilizzato prevalentemente nel museo, non contribuisce direttamente al sequestro di CO2. Tuttavia, la produzione di piastrelle di argilla può avere un impatto significativo a seconda del metodo di cottura.Tipicamente, ogni metro quadro di piastrelle di argilla può essere associato a emissioni di circa 50 kg di CO2/m2, derivanti dalla produzione e cottura.

Ma se le piastrelle sono riciclate o recuperate, come in questo caso, l’impatto di CO2 è sostanzialmente minore poiché si evita la produzione di nuovi elementi e il loro trasporto dal produttore al sito di costruzione.

Organizzazioni come il Forest Stewardship Council (Fsc), il World Resources Institute (Wri), il Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) e il United States Forest Service (Usfs) forniscono spesso dati e informazioni sul sequestro di carbonio da parte delle foreste e del legno.

L’impiego del legno per la struttura del museo svolge un ruolo cruciale nel sequestro di carbonio. Ogni metro cubo di legno usato può sequestrare circa 0.9 tonnellate di CO2. Pertanto, per ogni metro cubo di legno utilizzato nella costruzione, si contribuisce positivamente alla riduzione dell’impronta di carbonio.

L’uso di tronchi grezzi per la facciata esterna ed elementi strutturali implica meno uso di CO2 per la loro lavorazione. Questo dato sottolinea l’importanza di utilizzare materiali grezzi e non trasformati per non inficiare la massimizzazione del sequestro di carbonio. Una pianta di quercia, per esempio, come quella utilizzata al centro dell’edificio, durante la sua vita può assorbire diverse tonnellate di CO2.

di Emanuele Naboni

LA SCHEDA

  • Opera: Museo e Laboratorio della Scuola di Piscu
  • Località: Piscu, Romania
  • Committente: Associazione Gaspar, Baltasar & Melchior
  • Studio di architettura: Abruptarhitectura
  • Autori: Cosmin Pavel, Cristina Constantin
  • Collaboratori: iniziatore: Virgil Scripcariu, Adriana Scripcariu; studenti: Ana Băbuș, Anca Bardan, e altri.
  • Tutor del laboratorio di architettura: Mihnea Simiraș; Ingegneria strutturale: Gheorghe Ionică Ingegneria, Cătălin Popescu
  • Programma: uso misto – culturale e sociale
  • Etichette: compatto, patrimonio, museo, scuola, comunità
  • Anno di Completamento: 2021
  • Area totale: 4850 m2
  • Superficie calpestabile: 1070 m2

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