È interessante come normative e tecnologie locali, in questo caso nel contesto degli Stati Uniti, portino a risultati formali globalmente condivisi nell’iperconnesso mondo contemporaneo, ricordandoci come il tema della Biennale di Architettura di Venezia del 2012, curata da David Chipperfield e con il titolo Common Ground sia una riflessione non esaurita ma, anzi, in divenire.
Il gruppo di progettisti di T+E+A+M, uno studio caratterizzato dal fondere progettazione e ricerca, fondato dagli architetti e docenti del Taubman College della University of Michigan Thom Moran, Ellie Abrons, Adam Fure e Meredith Miller con sede a Ann Arbor in Michigan, realizza un piccolo intervento residenziale di 68 metri quadri, sfruttando normative urbanistiche locali e facendone un manifesto dell’applicazione di tecnologie che concentrano rapidità ed economicità costruttiva, sostenibilità ed efficienza energetica.
Il progetto nasce come ampliamento di un edificio esistente, cogliendo l’occasione di nuovi parametri urbanistici che, per far fronte alla carenza di alloggi, consentono la realizzazione, nelle backyard esistenti, di unità residenziali aggiuntive (il cui acronimo inglese è Adu, da Accessory dwelling unit), indipendenti, dalle dimensioni modeste e il cui principio costruttivo deve essere a basso budget.
L’edificio poggia su fondazioni superficiali protette dal gelo (frost protected shallow foundations), tecnologia per la prima volta sperimentata da Frank Lloyd Wright nel progetto per residenze a basso costo in stile Usonian. Tale sistema consente, usando travi rovesce superficiali particolarmente spesse e protette da Eps contro terra, di evitare profondi e costosi movimenti terra per impostare le fondazioni al di sotto del livello gelivo del terreno in contesti dai climi particolarmente rigidi.
La porzione fuori terra dell’edificio è realizzata, invece, come guscio strutturale costituito da pannelli Sip (Structural Insulated Panel), un sistema di pannellisandwich portanti, assemblati con metodo maschio-femmina, costituiti da due lastre di Osb al cui interno si trova un cappotto isolante che funge anche da passaggio impianti. Infine, il rivestimento protettivo esterno è composto da materiali a bassa manutenzione e a basso impatto ambientale (costituti cioè da materiali riciclati o riciclabili), componendo un casellario e sovrapposizioni di pannelli in fibrocemento, reti metalliche e lamiere grecate.
Il risultato prestazionale è riassunto negli elevati standard di misurazione dell’efficienza energetica (come il Blower Door Test, che misura la permeabilità all’aria di un edificio). Il risultato estetico mostra invece come la cura nell’accostare materiali e moduli prefabbricati, lasciati a vista e palesi nella loro essenza (come i pannelli Sip, che non vengono rivestiti internamente), porti a risultati significativi anche nel creare belle occasioni di architettura, rifacendosi a un linguaggio ormai consolidato e che ha trovato la più recente affermazione nel premio Pritzker conferito allo studio Lacaton & Vassal che, ben prima di fenomeni di moda, iniziò a esplorare questa tipologia di linguaggio.
di Riccardo Maria Balzarotti, Politecnico di Milano (da YouBuild n.23)
LA SCHEDA
Cliente: Privato
Luogo: Ann Arbor (Michigan, USA)
Anno: 2019-2021
Progetto architettonico: T+E+A+M (Reid Mauti, Delaney Mcraney, Hannah Perrino)
Progetto strutture: David Arnsdorf
Impresa: Maker Design Build
Superficie: 68 mq
Importo: 3.757,00 US $ per mq
Info: www.tpluseplusaplusm.us
Fotografie di: © Chris Miele, courtesy of T+E+A+M