Può il cemento contribuire a ridurre smog e agenti inquinanti? La risposta è sì, si tratta di una potenzialità innovativa che rende questo materiale compatibile con i criteri della bioedilizia e che ha trovato applicazione concreta anche in ambito residenziale. È il caso di nòvAmpère, il nuovo progetto residenziale realizzato da GRM Sviluppo (Storm.it, Impresa Rusconi e Mangiavacchi Pedercini) nel cuore di Città Studi a Milano e firmato dallo Studio Beretta Associati.
Con 101 appartamenti per 10.000 metri quadri, di cui 4.000 a verde, il progetto applica i principi della sostenibilità edilizia a partire dall’involucro esterno. L’edificio, infatti, è dotato di un’ampia facciata in grado di contribuire a ridurre lo smog e migliorare la qualità dell’aria. Per realizzarla è stato impiegato il cemento contenente TX Active, il principio fotocatalitico brevettato da Italcementi che permette di unire sostenibilità e qualità estetica. La tecnologia, applicata su 2.700 metri quadrati di pareti esterne di nòvAmpère, è in grado di neutralizzare le emissioni di circa 54 auto a benzina (euro 6) o 40 auto diesel (euro 6), e da studi scientifici realizzati da Italcementi il contributo del cemento TX Active alla qualità dell’aria urbana equivale a piantare circa 243 alberi (a cui vanno aggiunti ulteriori 70 alberi ad alto fusto piantumati nel parco del complesso residenziale).
«Nel mondo dell’edilizia l’innovazione passa attraverso materiali e prodotti all’avanguardia ma è fondamentale anche stringere sinergie per proporre soluzioni in grado di soddisfare le nuove esigenze abitative», spiega l’ingegnere Stefano Rusconi. «L’idea progettuale di nòvAmpère è nata infatti nel 2014, prima ancora che il TX Active fosse utilizzato per rivestire il Padiglione Italia all’Expo di Milano. La scelta fotocatalitica è stata subito una felice intuizione perché rispecchiava il valore sostenibile del progetto di ristrutturazione che prevedeva anche la demolizione totale e recupero della volumetria esistente. Dal punto di vista della composizione volumetrica e del rapporto con il contesto, nòvAmpère definisce un nuovo isolato compatto, rispondendo alle previsioni dello strumento urbanistico dell’area. L’edificio, con cinque piani fuori terra, si articola intorno ad una corte caratterizzata da un giardino e si allinea alle cortine edilizie esistenti di via Ampère e via Poggi».
Facciata e controfacciata
«La caratteristica principale del progetto risiede nell’aver pensato a volumi semplici ai quali è stata applicata una controfacciata estremamente articolata», afferma l’architetto Gianmaria Beretta. «I pannelli prefabbricati in calcestruzzo armato bianco fotocatalitico TX Active, un brevetto Italcementi, sono stati realizzati dalla Styl Comp e permettono di conferire caratteristiche strettamente correlate alla sostenibilità ambientale a veri e propri oggetti di design. Ci è sembrato che il bianco valorizzasse questo aspetto, messo in risalto anche dal contrasto con il colore più scuro della pietra Santafiora, utilizzata per i volumi retrostanti. La scelta del colore chiaro si concilia anche con le esigenze di mantenimento estetico grazie al principio fotocatalitico che rende gli elementi di facciata, attraverso l’azione della luce naturale, capaci di catturare gli agenti inquinanti presenti nell’aria e di mantenere la facciata (più) pulita nel tempo attraverso il dilavamento della stessa durante le piogge».
La sfida è stata la posa della facciata fotocatalitica, realizzata con millimetrica precisione: il processo è infatti durato più di 7 mesi prestando attenzione all’interazione tra la struttura in cemento armato e i moduli estetici in cemento TX Active tutti diversi tra di loro. Prosegue l’architetto Beretta: «Dal punto di vista costruttivo, dovendo introdurre questi elementi prefabbricati ad una struttura gettata in opera, è stato fondamentale il coordinamento tra progettisti e impresa esecutrice nel definire le opportune sequenze nelle attività di cantiere, e nell’operare con un costante rilievo dei casseri e delle opere in corso di esecuzione. Al fine di assorbire le inevitabili e diverse tolleranze fra le strutture realizzate in opera e i pannelli prefabbricati realizzati in fabbrica, si sono utilizzati sistemi di sostegno e regolazione inglobati sia nelle strutture realizzate in opera che nei pannelli. Infine, è stato realizzato un elemento meccanico capace di unirli, regolarne la posizione e trasmettere le azioni statiche dall’elemento alla struttura».
La tecnologia TX Active
Come fa il cemento contenente il principio attivo TX Active a decomporre gli agenti inquinanti prodotti dall’attività umana contribuendo a migliorare la qualità dell’aria? «Grazie alla fotocatalisi», spiega l’architetto Anna Borroni, responsabile delle Architetture Innovative di Italcementi HeidelbergCement Group. «Si tratta di un processo naturale per cui grazie all’azione della luce naturale o artificiale di lunghezza d’onda adeguata, una sostanza (chiamata fotocatalizzatore) attiva un forte processo ossidativo che porta alla trasformazione di sostanze organiche e inorganiche nocive in composti innocui».
Le superfici esposte all’aria in ambienti urbani si sporcano a causa del deposito di composti inorganici e organici inquinanti derivanti dai gas di scarico dei mezzi di trasporto, da attività industriali e domestiche quotidiane», continua l’architetto Anna Borroni. «La fotocatalisi, riducendo l’adesione di questi composti inquinanti, ne favorisce la rimozione e il mantenimento estetico e colorimetrico delle facciate nel tempo. Si tratta di una soluzione scelta da progettisti e imprese di costruzione interessate a volersi distinguere per creatività nonché a lavorare con soluzioni attente all’ambiente in grado di migliorare la vita dei cittadini. Il progetto nòvAmpère coniuga entrambi questi aspetti, creando non solo un edificio bensì un isolato di grande carattere, sostenibile e attento ai confort delle persone che lo abitano».
Classe A+
La sostenibilità in nòvAmpère non si esaurisce nella sua facciata: il complesso è stato progettato prevedendo impianti che sfruttano principi geotermici trasformando acqua, terra e aria (fonti pulite e rinnovabili) attraverso una pompa di calore, in energia per riscaldare o raffrescare le unità immobiliari, creando la temperatura ideale. Il risultato? Il posizionamento in classe A+ dell’intervento. «In quest’ottica l’acqua utilizzata nel processo viene riutilizzata per l’irrigazione del parco, tornando quindi nella falda da cui è stata prelevata», ricorda l’ingegnere Rusconi. «La luce solare, invece, contribuisce alla creazione di energia attraverso i pannelli fotovoltaici. Inoltre, insieme ai lavori di riqualificazione in Piazza Leonardo Da Vinci realizzati con 4.000 mq di verde, nòvAmpère contribuisce anche a rendere il quartiere di Città Studi più vivibile e più verde».