Nata nel 2019 come estensione naturale dell’attività professionale del suo fondatore, Mazzei Architects in cinque anni si è collocata al 128º posto tra le prime 200 società di progettazione architettonica in Italia, secondo la classifica Guamari. Attiva nella progettazione e nella costruzione edilizia, nel retail planning, nella consulenza tecnica per gare d’appalto e appalti integrati e nella gestione Bim di grandi progetti, può contare su una squadra di 50 professionisti sia per la parte architettonica, strutturale che per gli impianti.
«All’interno dell’azienda sono presenti figure specializzate sia per la parte strutturale che per quella degli impianti, mentre nei momenti di maggiore carico lavorativo ci avvaliamo di partnership esterne», spiega Valerio Mazzei, fondatore e managing director della società, che oltre all’attività di libero professionista prima e titolare dell’omonimo studio, dal 2014 al 2022 ha ricoperto la posizione di professore a contratto presso la facoltà di Architettura dell’Università di Parma, insegnando Bim (Building information modeling), Visualizzazione digitale dei progetti, Modellazione digitale dell’Architettura, Disegno architettonico contemporaneo e Graphic design.
Come nasce Mazzei Architetcts?
La mia precedente attività si concentrava principalmente all’estero, collaborando con importanti general contractor internazionali come Permasteelisa, WeBuild e Skanska. Successivamente, ho deciso di applicare in Italia le competenze acquisite all’estero, concentrandomi sul project management internazionale, soprattutto nel settore retail e nelle gare a miglioria come servizio alle imprese di costruzioni che partecipavano alle gare d’appalto nel settore edilizio.
Questo posizionamento ha garantito una crescita costante, permettendomi di dedicarmi alla progettazione architettonica sia per clienti privati sia pubblici, partendo da zero. La sede principale a Parma, operativa da cinque anni con 35 collaboratori, è il fulcro delle attività, quella di Milano si focalizza sulla progettazione architettonica generale con una particolare attenzione agli interni e all’hotellerie, mentre a Torino svolgono principalmente le attività di cantiere, tra direzione lavori e sicurezza. Non ci occupiamo di infrastrutture, a meno che non siano quelle strettamente dal progetto al cantiere.
Quali sono le strategie di sviluppo?
A Parma c’è la divisione che si occupa della preparazione delle gare d’appalto, con un rating di successi intorno all’80%, e nonostante la partecipazione a un numero relativamente ridotto rispetto ai nostri concorrenti, questi risultati ci consentono una crescita costante, con un aumento del volume d’affari su questo segmento del 70-80% ogni anno.
Poi, abbiamo un team dedicato al settore retail in particolare nel segmento del food, un’attività che ha sempre fatto parte del nostro Dna e che seguo personalmente con grande passione. Recentemente abbiamo collaborato con la catena Roadhouse per il design del nuovo format “Ric” di cui abbiamo sviluppato 15 punti vendita con la previsione dell’apertura di ulteriori 25 per quest’anno.
Altri clienti sono Chef Express, leader nella gestione delle aree di servizio autostradali e non solo, Sushi Daily, che si caratterizza per i suoi piccoli chioschi o corner all’interno della grande distribuzione organizzata e noto per aver introdotto il concetto del sushi su vassoietto nero. Con circa 1500 corner distribuiti in tutta Europa, ha avviato una politica di espansione anche in Italia inaugurando i primi cinque punti vendita all’interno di cinque delle sette stazioni italiane di Grandi Stazioni Retail.
Altri progetti nel food retail?
Tanti quelli passati e quelli in essere, ad esempio quello del marchio KFC, leader nel settore del pollo fritto. Per questa compagnia ci occupiamo direttamente di prestazioni che vanno dalla prefattibilità, fondamentale per la scelta delle location per le nuove aperture fino alla redazione di checklist pre-apertura alla fine delle lavorazioni di cantiere.
Seguiamo inoltre la governance italiana e il concept design a livello internazionale, adattando gli standard italiani al mercato europeo Supportiamo inoltre gli affiliati nella redazione dei progetti definitivi ed esecutivi e in tutte le fasi di cantiere, dalle direzione lavori al coordinamento della sicurezza. È fonte di grande soddisfazione la rapidità dello sviluppo di questo settore all’interno dell’azienda.
Tempi serrati
Di solito, nei progetti di ristorazione, il tempo è misurato in settimane, per esempio un punto vendita di 400 metri quadrati richiede circa 6 / 10 settimane per essere completato. I tempi di progettazione e realizzazione sono pertanto molto stretti: una volta individuata la location, è necessario finalizzare i precontratti di locazione in pochi giorni e completare la prefattibilità entro un paio di settimane. Il progetto deve quindi essere pronto per partecipare alla gara d’appalto che solitamente avviene entro una settimana dall’approvazione. Dopo l’aggiudicazione, il cantiere inizia normalmente entro una settimana.
Complessivamente, occorrono circa due mesi e mezzo che, spesso; coincidono con il periodo di free rent, durante il quale l’azienda negozia un periodo senza canoni di affitto per consentire l’allestimeto del punto vendita. Per Ric, ad esempio, abbiamo affrontato questa sfida completando tutto in meno di 30 giorni, rispettando rigorosamente i tempi del centro Bloom Cascina Merlata a Milano, che non potevano essere posticipati o dilatati.
Ecco il motivo di soddisfazione
In effetti, questa capacità ci colloca tra i principali attori nel settore del food retail, con un valore aggiunto significativo e previsione di crescita ulteriore in questo 2024. Tutto ciò comporta la gestione di picchi di lavoro, per sostenerli l’obiettivo del 2024 è trasferire la nostra esperienza anche alla rete di subappaltatori nell’ambito dell’ingegneria affinché ci supportino efficacemente e garantiscano che ogni progetto rispetti tempi, costi e qualità.
Grande parte della nostra attività riguarda anche la progettazione generale nei settori residenziali e nell’ambito delle opere pubbliche fra le quali, in questo momento storico, la parte del leone la svolgono opere finanziate dal Pnrr. Una componente significativa la rivestono i servizi di Bim management, ossia l’integrazione e il coordinamento delle varie discipline anche nei progetti di soggetti terzi.
Che ruolo svolge Mazzei Architects all’interno della filiera del processo costruttivo e come s’interfaccia con i committenti?
Siamo in grado di intervenire dall’inizio alla fine, anche nei progetti altrui, dal Bim alla direzione lavori alla gestione di tutte le specializzazioni con il project manager e il referente per la direzione lavori a cui sottendono diverse figure professionali, come architetti per la progettazione generale, specialisti in impianti e strutture, nei cantieri il direttore lavori e il coordinatore della sicurezza, come punto di riferimento principale. La chiara suddivisione delle responsabilità e delle mansioni all’interno dell’organigramma è fondamentale per gestire progetti sempre più complessi e completarli nel minor tempo possibile, evitando confusione ed errori.
Qual è il grado di digitalizzazione dell’azienda e come viene usata per gestire la progettazione?
Attualmente, il 75% del team è in grado di utilizzare gli strumenti Bim, mentre il 30% opera esclusivamente con questa tecnologia. Questo risultato è frutto di investimenti significativi in hardware, software e formazione del personale, non solo in aula, ma sui progetti, infatti il 15% del fatturato è destinato a questo scopo, in gran parte focalizzato sulla formazione Bim. Certo, la transizione al digitale non è ancora completa ma, entro il 2025, ci aspettiamo un passo avanti significativo.
Questo modo di lavorare digitalizzato quali vantaggi offre al committente rispetto a un progetto tradizionale?
La certezza dei tempi e dei costi associati: progettare in Bim offre una struttura controllata, che riduce errori e incertezze attraverso controlli incrociati sui parametri economici e dimensionali del progetto. Questo riduce significativamente i costi aggiuntivi, a volte arrivano anche al 20% che emergono durante la transizione dalla fase di fattibilità a quella esecutiva, un fenomeno comune anche nei progetti del Pnrr.
Stabilire chi fa cosa, entro quali tempi, a quali costi obbliga tutti i soggetti della filiera a manifestare anticipatamente le proprie attività, in modo da far risaltare eventuali errori grazie a controlli multipli previsti nel processo Bim. Chiaramente questo approccio porta a una gestione più efficiente della manutenzione, del facility management e delle risorse energetiche, fino alla riqualificazione degli edifici. Si tratta di una grande mole di dati e bisogna saperla sfruttare.
Avete vinto il bando di gara indetto dall’Università degli Studi di Parma per la riqualificazione del suo patrimonio immobiliare.
In realtà sono due: la prima riguarda un accordo quadro biennale di progettazione e direzione lavori e servizi accessori del valore di 5 milioni di euro, la seconda concerne la sicurezza nei cantieri sempre di 2 anni, per 1 milione di euro. Il nostro ruolo sarà principalmente concentrato sulla manutenzione: la maggior parte dei fondi messi a disposizione dall’università sarà destinata alla riqualificazione degli immobili esistenti, con particolare attenzione al miglioramento sismico, antincendio e funzionale degli edifici, poi c’è la direzione lavori su progetti non nostri. Una commessa che ci consente di migliorare ulteriormente la nostra professione, focalizzandoci sui temi della sicurezza e della qualità in ambito cantiere, attraverso l’implementazione del piano di controllo di ogni fornitura.
Altri progetti in ambito Pnrr?
La progettazione esecutiva della riqualificazione dell’Orto Botanico di Parma, un’opera di grande importanza realizzata in collaborazione con il prof. Paolo Faccio, docente ordinario e direttore del dipartimento di restauro conservativo dello Iuav di Venezia. Un’altra commessa riguarda la progettazione esecutiva di sette lotti per il Comune di Mantova, finalizzati alla riqualificazione della zona esterna del Palazzo Te.
Questi due lavori come quello dell’Ateneo di Parma, dimostrano che siamo in grado di progettare edifici e occuparci di manutenzione, senza permettere che l’orgoglio ci spinga a trascurare una delle due componenti a favore dell’altra. E credo sia un grande valore per uno studio di architettura.
di Monica Battistoni