SanMarco-Terreal Italia (gruppo Terreal), ha acquisito Pica, storica azienda pesarese nella produzione di laterizi. Un’operazione che è stata portata a termine dopo un breve periodo d’affitto del ramo d’azienda, e che ha l’obiettivo di rafforzare la posizione di SanMarco-Terreal come punto di riferimento nel panorama della produzione di sistemi d’involucro edilizio in laterizio per le costruzioni in Italia e all’estero.
Il risultato dell’acquisizione sarà in grado di generare un fatturato previsto di circa 10 milioni già nel 2018, impiegando complessivamente a tempo pieno circa 60 persone. «Il Gruppo Terreal vuole rafforzarsi per essere protagonista attivo in questa fase di ristrutturazione del mercato del laterizio onde poter raccogliere, dopo gli investimenti fatti, i benefici di tale concentrazione», spiega a YouBuild Fernando Cuogo, direttore generale di SanMarco-Terreal Italia. Che sottolinea l’importanza dell’elemento laterizio nel contesto architettonico italiano.
SanMarco-Terreal ha acquisito Pica, azienda di laterizi del Pesarese. Come siete arrivati a questa decisione?
Il nostro settore di riferimento ha bisogno di essere concentrato e razionalizzato. L’offerta troppo parcellizzata e frammentaria impedisce la creazione di valore. La nostra azienda, leader di mercato e facente parte di un Gruppo multinazionale, non può non cogliere le opportunità che vanno in tale direzione.
Quali sono le caratteristiche produttive della azienda acquisita?
Pica è uno dei marchi storici presenti nel mercato nazionale, e non solo, del laterizio. Qualsiasi addetto della filiera delle costruzioni in Italia conosce i prodotti e il marchio Pica, brand che nonostante le numerose difficoltà dell’azienda negli ultimi anni ha saputo resistere in un contesto molto difficile.
Quanto conterà la nuova acquisizione sulle vostre attività in Italia?
Ci permette di: a) aumentare la nostra presenza nel nostro mercato di riferimento sia delle coperture che del facciavista; b) completare la gamma con facciavista e paramani estrusi e pavimenti in cotto; c) uniformare la nostra presenza nel territorio nazionale: per SanMarco Terreal il mercato di riferimento principale è il Centro-Nord mentre per Pica è il Centro-Sud; d) consolidare ed aumentare la nostra presenza nel mercato estero attraverso un marchio conosciuto e ben posizionato in alcuni Paesi più di SanMarco-Terreal stessa.
In che modo si integrerà con SanMarco-Terreal?
Abbiamo già ultimato il rodaggio attraverso i sei mesi di affitto del ramo d’azienda che hanno preceduto l’acquisizione: abbiamo constatato che non ci sono sovrapposizioni a livello territoriale e che la gamma dell’offerta si arricchisce per entrambe le reti commerciali, Pica e SanMarco, con nuovi prodotti che determinano nuove opportunità.
Quali sono gli obiettivi strategici di SanMarco in Italia?
Concentrare e razionalizzare l’offerta diventando il riferimento del mercato del laterizio a vista: coperture, pareti, pavimenti, rivestimenti e decorazioni con soluzioni e sistemi sostenibili e innovativi, adattati al bisogno del cliente attraverso prodotti e servizi di qualità.
Il laterizio è un settore che soffre, in sintonia con la crisi dell’edilizia. Perché acquisire un’altra azienda, quindi?
Perché la terracotta è e rimane il nostro business e l’acquisizione di Pica concentra il mercato riducendo il numero di attori. Il Gruppo Terreal vuole rafforzarsi per essere protagonista attivo in questa fase di ristrutturazione del mercato del laterizio per poter raccogliere, dopo gli investimenti fatti, i benefici di tale concentrazione.
L’edilizia sostenibile è il nuovo trend sia per chi ristruttura che per chi costruisce nuovi edifici. Come si inserisce il laterizio in questo contesto?
Io sarò anche di parte, ma penso che non abbia uguali. È sufficiente elencarne le caratteristiche: 100% naturale, riciclabile, estetico, resistente e duraturo, isolante e performante sia dal punto di vista termico che acustico, incombustibile, sorgente di creatività infinita, salubre e portatore di benessere nell’abitare. Penso sia sufficiente…
Un altro punto caldo è quello della sicurezza, in funzione antisismica. Il laterizio è visto a volte come un elemento troppo tradizionale. È giusto?
All’interno della nostra offerta, in Italia, non ci sono prodotti strutturali in laterizio. Per quanto riguarda i prodotti da rivestimento, che invece ci riguardano, penso che la definizione di prodotto tradizionale non sia per niente appropriata; offriamo sistemi e soluzioni evolute, a colla, a malta, a secco, ventilate con aggancio meccanico. E poi ancora pannelli Thermoreal SM, listelli sottili Decor, pareti e facciate ventilate da ancorare alle strutture portanti. In ogni caso, anche se non ci riguarda direttamente, voglio precisare che anche come elemento portante, il laterizio offre delle soluzioni d’avanguardia e di assoluta sicurezza per le zone sismiche, soluzioni e sistemi che sono di riferimento e di esempio a livello europeo.
Il laterizio è tornato a essere un elemento decorativo in architettura e non solamente un semplice materiale. Come vi inserite in questo trend?
Il laterizio, materiale edilizio fra i più antichi, è sempre stato uno fra i prodotti più versatili ed efficaci sotto il profilo compositivo, forse l’unico che possa essere direttamente associato al concetto di costruzione, e fra i più performanti per le sue qualità estetiche, statiche e isolanti. Oggi in più assistiamo a una diffusa tendenza dell’architettura contemporanea: l’utilizzo del laterizio allo strato più esterno dell’involucro, interpretabile come rivestimento o «pelle dell’edificio». In questo senso al laterizio è demandato non solo il ruolo estetico di faccia a vista, ma anche il compito funzionale di protezione. La nostra sperimentazione è tutta orientata verso sistemi di involucro in laterizio che rispondano in maniera esauriente ai temi di bellezza ed espressività del materiale, isolamento termico, isolamento acustico e aspetti di fissaggio strutturale.
Il mattone deve essere riscoperto anche in funzione del paesaggio, visto che il turismo è un settore prioritario in Italia?
È questo un tema che ci sta particolarmente a cuore: l’utilizzo del laterizio come ricucitura dei tessuti e delle trame urbanistiche degradate e come elemento in grado di generare continuità con il paesaggio italiano. Oggi, infatti, non si può prescindere dalla considerazione che il nostro patrimonio costruito sia una ricchezza da tutelare, proteggere e risanare soprattutto nelle aree dismesse e nei contesti degradati. Il laterizio in questo compito è un materiale idoneo perché, tradizionale, viene dal passato ed è in grado di dare espressività alla moderna architettura senza perdere il suo carattere antico.
SanMarco-Terreal fa parte di un gruppo che ha sede in Francia, dove l’edilizia non ha sofferto come in Italia. Quale aspetto della normativa francese potrebbe essere importato da noi?
Non ci sono normative da importare, è questione di pianificazione e programmazione. Nel contesto italiano è stato fatale arrivare alle porte di una crisi economico-finanziaria senza precedenti, nel 2008, dopo un decennio di edificazione dissennata e senza pianificazione. Le conseguenze della crisi, come abbiamo purtroppo visto, si sono amplificate e durano ormai da un decennio. La pianificazione è fondamentale, le abbuffate non vanno mai bene.