Matrimonio tra legno e cemento in provincia di Sondrio

Il tema della residenza indipendente è stato spesso svilito da due tendenze opposte: l’assenza di progettazione o l’eccesso di progettazione. Il primo fenomeno è quello osservabile nei ripetitivi interventi di lottizzazione estensiva, tipici delle prime periferie delle città, dove le abitazioni sono prodotte in serie senza un vero e proprio pensiero ordinatore. Il secondo è, invece, figlio dell’egocentrismo dei committenti, e/o degli architetti, che vogliono imprimere la propria firma su ogni elemento della composizione appesantita da troppe aspettative estetiche con esiti spesso grotteschi. In entrambi i casi, l’edilizia che ne scaturisce è fatalmente autoreferenziale e avulsa dal contesto. Nel primo per deficit culturale, in quanto la costruzione è puramente asservita a logiche economiche speculative, nel secondo perché la realizzazione è tutta concentrata sull’affermazione di un’immagine distintiva. Fortunatamente esistono architetti e committenti che realizzano una sensata architettura residenziale.

Alfredo Vanotti (titolare di Ev + A Lab), architetto originario di Sondrio, si è spesso cimentato con questa tipologia, dimostrando grande capacità di ascolto. Le sue architetture, infatti, sono sempre misurate e danno un senso al delicato equilibrio tra le legittime richieste della committenza e l’impulso del progettista di arricchire un contesto urbano o naturale attraverso la propria opera. È un lavoro faticoso soprattutto se si opera a contatto con paesaggi al limite del fiabesco. Come per la casa che si trova nella prima periferia di Sondrio, precisamente nella località di Albosaggia, e ha come fondale le maestose Alpi Orobie.

Il progettista ha scelto di frammentare la volumetria a disposizione in quattro corpi di fabbrica alternativamente destinati a funzioni abitative e di servizi. Questo espediente ha permesso di allungare la forma del costruito e di avere maggiore superficie che dialoghi con il paesaggio. I corpi serventi sono stati compatti e introversi con tetto sub-orizzontale. Sono concepiti come dei semplici tunnel atti a garantire un rapido transito fra le due zone deputate alle attività. I volumi che accolgono la zona giorno e la notte hanno invece tetto a singola falda. Sul fronte sud sono impenetrabili, difendendo la privacy dei residenti dalla strada comunale e dagli sguardi da altre proprietà. Sul lato nord, invece, si spalancano e assorbono il profilo frastagliato del Monte Cadelle e del Corno Stella grazie a grandi infissi scorrevoli con esili profili in alluminio a taglio termico. Questo fronte è protetto da una zona coperta creata dalla prosecuzione del solaio di copertura, retto ai suoi estremi da coppie di pilastri in calcestruzzo armato lasciato a vista, con capitello rastremato in carpenteria metallica.

Alfredo-Vanotti-Albosaggia
Visione del panorama dal blocco di collegamento

Il calcestruzzo si ritrova come elemento distintivo anche in alcuni dei setti esterni alternato a un rivestimento in pietra locale, posata in piccoli conci irregolari con bordi a spacco. Questi volumi in elevazione occultano un piano interrato con pari estensione che ospita un’ampia autorimessa e locali tecnici.

Alfredo-Vanotti-Albosaggia
Pianta piano terra

La struttura portante dell’intero intervento è in calcestruzzo armato, parti interrate, setti perimetrali in elevazione e solai di interpiano e di copertura. Per la parte abitativa è stato creato un guscio continuo che, grazie a una attenta interposizione di materiali coibenti, garantisce una ottimale eliminazione dei ponti termici. A parete è presente un sistema accoppiato di pannelli da 20 centimetri in lana di roccia e altro strato in fibra di poliestere da 6 centimetri. A soffitto tale barriera è costituita da elementi sempre in lana di roccia, con densità differenziata, per complessivi 22 centimetri. In entrambi i casi la coibentazione è occultata da contro-pareti realizzate a secco. Nel solaio interpiano, sotto il pavimento radiante e lo strato di alleggerito, si trovano pannelli in Xps ad alta densità da 20 centimetri di spessore. A ottimizzare il bilancio energetico dell’edificio contribuiscono un impianto fotovoltaico, installato sulle falde dei due corpi abitativi esposte in pieno sud, che alimenta una pompa di calore elettrica ad alta efficienza.

Negli interni la fa da padrone il legno di conifera che, con le sue venature bionde ed allungate, riveste sia i pavimenti sia il soffitto. Gli elementi funzionali che individuano i vari ambiti del living, blocco bagno, blocco cucina e blocco camino, sono invece definiti con un segno molto netto uniformato da una colorazione grigio antracite. Questi elementi divisori e di contenimento sono integralmente realizzati con arredi su misura o con interpareti realizzate a secco. La scelta di aprire le grandi vetrate sul fronte nord è stata fatta scientemente. In questo modo la luce risulta neutra e diffusa.

Alfredo-Vanotti-Albosaggia
La zona notte caratterizzata da una luce diffusa e neutra
Alfredo-Vanotti-Albosaggia
Il living si apre sul panorama, zona pranzo
Alfredo-Vanotti-Albosaggia
La cucina comunica fluidamente con il living

L’intera casa diventa come una grande macchina fotografica che inquadra il paesaggio esterno che muta continuamente col variare dell’incidenza della luce. Il progettista dimostra che la roccia è viva, e non fredda e statica. La maestosità di questi immensi blocchi di pietra metamorfica potrebbe schiacciare e sminuire qualsiasi composizione. Invece, Vanotti è riuscito a far interagire il nuovo costruito con la luce e le volumetrie dello splendido contesto fornendoci una interpretazione contemporanea ed originale di architettura alpina.

di Ilaria Bizzo e Stefano Cornacchini (da YouBuild n. 27)

 

LA SCHEDA
Cliente: Privato
Progetto: EV + A Lab (Alfredo Vanotti Architetto)
Strutture e Energetica: Rinaldo Del Nero
Impianti elettrici: Cusini Andrea
Impianti meccanici: AirSystem
Impresa edile: Re.iv
Progetto illuminotecnico: LumenWatt
Realizzazione: inizio lavori 2018 – fine lavori 2022
Info: www.alfredovanottiarchitetto.it
Fotografie: Marcello Mariana

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