Lorenzo Guzzini, classe 1983, è un architetto di notevole interesse che fonda la propria attività progettuale sull’attenzione scultorea e costruttiva dell’opera, in una continua commistione tra architettura e arte. Tale sinergia si coniuga con l’importanza data al contesto e la valorizzazione del legame tra essere umano e paesaggio anche in opere di piccola scala, come in un uno dei suoi ultimi interventi: la Mansarda Piffaretti (2020-21).
Il progetto prevede la ristrutturazione dell’ultimo piano di un edificio costruito negli anni Novanta, senza particolare valore architettonico-tipologico, se non per il contesto in cui si insedia. Il sito di progetto è a Sala Comacina (Como), che si affaccia sul lago, sulla soglia tra la fine della struttura urbana consolidata della costa e l’inizio del sistema diffuso di residenze verso la montagna. L’area di progetto confina a nordest con un edificio in aderenza più alto, mentre verso sud-ovest si affaccia su una zona di prato piantumato.
Il lago, la montagna, l’insediamento urbano sono elementi forti per il pensiero compositivo e l’organizzazione spaziale della mansarda. La vista, l’irraggiamento solare, l’areazione naturale diventano elementi guida per le nuove scelte formali e tipologiche dell’intervento, al fine di esaltare la relazione umana con il paesaggio circostante e gli ambienti privati interni. Tale legame, nel progetto originario, era tuttavia assente, negato e invertito rispetto a una corretta e logica distribuzione.
Le funzioni di servizio originariamente serravano il lato verso il lago, a sud-est, mentre le funzioni principali e gli spazi più generosi si estendevano a monte, verso a nord-ovest. Gli interni, quindi, omettevano completamente la potenziale relazione con il paesaggio del lago e, dall’altra parte, non erano predisposti secondo un ragionamento razionale di progettazione bioclimatica legata all’esposizione solare, che prevede l’ideale inserimento di servizi a nord, sul lato più freddo, e della zona giorno verso sud est-sud ovest. Guzzini ha quindi razionalizzato e corretto un progetto sbagliato all’origine, dando una giusta lettura all’orientamento degli ambienti e al rapporto visivo, psico-fisico con il paesaggio, invertendo la posizione degli spazi interni.
La facciata della mansarda sulla linea di gronda del tetto a falde a sud-est è stata arretrata in modo da poter usufruire dell’intera altezza degli spazi interni, e aprire una terrazza esterna in lunghezza sul fronte verso il lago. Il rapporto con il panorama viene così esaltato arricchendo la natura degli spazi interni ed esterni che possono essere utilizzati. A nord-ovest è stato realizzato un ingresso indipendente dall’abitazione sottostante e sullo stesso lato un’apertura lineare sulla copertura intercetta luce pomeridiana e garantisce la ventilazione naturale incrociata con la parete vetrata a sud. Come si evince dalla pianta sia la zona soggiorno sia la stanza da letto si aprono sulla terrazza a sud, estendendosi rispettivamente sul lato ovest ed est. Le due stanze sono separate da un cucinotto, i servizi e una scala.
L’interesse progettuale non è solo per il controllo e la rilettura degli spazi interni verso l’esterno, ma soprattutto per il nuovo carattere tettonico e l’attenzione al dettaglio. La copertura, già con seri problemi di infiltrazioni, è stata ripensata strutturalmente, arretrando la falda del tetto verso monte e ruotandone il sistema portante con travi parallele alla facciata che si apre verso il lago. Questa rivoluzione di 90 gradi ha consentito di liberare la parete sud-est da ogni dovere di sostenimento strutturale, e di forarla con ampie vetrate verso il lago. Una trave centrale è stata ancorata, in senso trasversale, a sbalzo sull’unico setto centrale dell’edificio che scarica le forze sulle fondazioni. La struttura portante longitudinale in legno lamellare del tetto si àncora a questa e distribuisce il carico ai muri di testa dell’edificio.
La radicale riqualificazione degli spazi interni ha quindi richiesto un ripensamento strutturale importante, che rispecchia la maturità di controllo della complessità tra aspetti compositivi, costruttivi e di opportunità relazionali col contesto. I materiali scelti sono naturali con assenza di colorazioni artificiali. La luce del giorno viene smorzata dal legno e dalle pareti di color chiaro, che si contrappongono alla scelta cromatica scura degli infissi, del battiscopa e di parte dell’arredamento. Vi è una forte attenzione minimalista al dettaglio, con elementi a scomparsa come la tenda a rullo, e l’uso di materiali e spessori conformi ad alte prestazioni energetiche.
Il progetto di Lorenzo Guzzini risuona di una profonda maturità progettuale. L’idea compositiva non si focalizza solo all’interno dell’edificio esistente, ma si concentra soprattutto sull’interazione e indissolubile interdipendenza tra ambienti interni e il paesaggio esterno. La ridefinizione di questa relazione, che era originariamente omessa, costituisce le basi per una nuova soglia architettonica, un interessante ripensamento tettonico, e un profondo legame vissuto tra l’intimità introversa dell’ambiente privato e l’orizzonte sublime del lago che lambisce, abbraccia e genera il territorio circostante.
di Leonardo Zuccaro Marchi, Politecnico di Milano (da YouBuild n.21)
LA SCHEDA
Luogo: Sala Comacina (Como)
Anno di costruzione: 2020-2021
Progetto Architettonico e Direzione Lavori: Lorenzo Guzzini
Progetto Strutture e Direzione Strutture: Claudio Sosio de Rosa
Impresa Costruttrice: Curti SRL
Disegni e grafica: Leonardo Botti
Info: www.lorenzoguzziniarchitecture.com
Fotografie: courtesy Lorenzo Guzzini Architecture