Oltre agli aspetti legati all’utilizzo di tecniche costruttive antiche e alla presenza di possibili problematiche di carattere strutturale, gli interventi di restauro su edifici storici presuppongono anche l’utilizzo di materiali compatibili con quelli originali, allo stesso tempo in grado di offrire le massime garanzie anche sotto il profilo prestazionale.
È proprio questo il contesto operativo affrontato nei lavori che hanno interessato la copertura e il prospetto di facciata principale della Basilica di Santa Maria Maggiore di Nicosia, in provincia di Enna, che ha visto tra i protagonisti le soluzioni Gras Calce.
Ricostruita sulla precedente chiesa di Santa Maria La Scala, edificata nel XII secolo e distrutta nella grande frana del 1757, la Basilica di Santa Maria Maggiore di Nicosia insiste su un limitato sagrato accessibile mediante una scalinata in pietra. I lavori di ricostruzione, su progetto dell’architetto catanese Giuseppe Serafini, furono completati solo nel 1904.
Il prospetto della chiesa in stile barocco è rimasto incompiuto. La facciata, ripartita su due ordini, è animata da tre aperture in corrispondenza delle navate, tra cui spicca un portale tardo barocco sormontato da una grande finestra rettangolare e affiancato da due ingressi minori. All’interno, la basilica evidenzia un impianto a tre navate inframezzate da arcate a tutto sesto su pilastri cruciformi e transetto aggettante; una grande cupola su pennacchi di raccordo a un tamburo ottagonale si erge sulla crociera del transetto, mentre la copertura è a volta a botte nella navata centrale e a cupolette ribassate nelle navate laterali.
Sia la sezione incompiuta del prospetto di facciata, realizzata in pietra e calce, che la copertura principale evidenziavano diffusi fenomeni di degrado, il cui contenimento e recupero era reso ulteriormente complesso dalla natura dei materiali originali e dalle particolarità della costruzione, che richiedevano di conseguenza l’utilizzo di tecniche di intervento e soluzioni compatibili con le preesistenze sia dal punto di vista funzionale che estetico.
Il progetto di restauro è stato elaborato dagli architetti Antonino Renda e Saverio Renda del Laboratorio per l’Architettura Storica S.T.P. di Palermo. I lavori, affidati all’impresa Italcostruzioni del Gruppo Fiscella di Nicosia, sono stati preceduti da una campagna di indagine volta a definire con precisione lo stato di conservazione della basilica, per poi individuare le tecniche di intervento e i materiali più appropriati per la loro esecuzione.
La scelta dell’impresa è in particolare caduta sulla malta naturale per muratura e intonaco a base di calce idraulica naturale NHL Malta Antica di Gras Calce.
Specificamente formulata per la realizzazione di intonaci esterni e interni, anche con valenza architettonica e cromatica, Malta Antica è ideale per interventi di riparazione tipo scuci – cuci, interventi di ripristino localizzati, intonaci per il restauro, intonaci fortemente traspiranti e come malta da muratura per mattoni in argilla, laterizi, tufo e pietre naturali, specifico per contesti di BIo-edilizia.
Impastabile sia a mano che in betoniera, il prodotto presenta una elevata lavorabilità e modalità di applicazione particolarmente semplici. Dopo avere opportunamente preparato la superficie di posa, l’applicazione può essere effettuata indifferentemente a mano o a macchina in spessori fino a 3 cm in caso di intonaco o 2 cm in caso di posa di mattoni o pietre, come nel cantiere di Nicosia.