Il legno lamellare incrociato (o X-Lam) sta diventando sempre più un materiale utilizzato in costruzioni abitative urbane ad alta densità. Dalston Lane è il più grande edificio al mondo costruito con questa tecnica: presumiamo che non lo sarà ancora per molto visto lo sviluppo in altezza e le dimensioni che ormai può raggiungere questo materiale. Il sistema a legno lamellare incrociato sta diventando sempre più un’opzione convincente nella fornitura degli alloggi del futuro grazie ai molti vantaggi dell’X-Lam di cui vi abbiamo già parlato.
L’X-Lam c’è, ma non si vede
L’edificio Dalston Lane dello studio britannico Waugh Thistleton Architects si instaura perfettamente nel Borough londinese di Hackney: il rivestimento in muratura mista richiama lo stile vittoriano delle abitazioni circostanti, mascherando il suo scheletro in legno realizzato in Austria. Il grande sito di progettazione è stato diviso in volumi riconoscibili di altezze variabili, tra cinque e dieci piani, orientati per massimizzare la luce del giorno attraverso corti e spazi aperti.
Sostenibile leggerezza
Un edificio di queste dimensioni costruito in cemento armato avrebbe avuto un peso cinque volte superiore. Le fondazioni per un sistema in legno così leggero sono meno pesanti e profonde: potrebbero sostenere edifici ad alta densità in siti con problemi geologici o di falde acquifere. Nel caso del progetto Dalston Lane, le fondazioni consistono in una struttura di base a doppia altezza in calcestruzzo sostenuta da una zattera sempre in cemento, che isola l’edificio dal tunnel sotterraneo costruito per ospitare la nuova linea della metropolitana.
Il sistema in X-Lam ha ridotto in modo significativo la spesa energetica, sia in termini di produzione del materiale sia in termini di tempo di montaggio in opera: il numero di consegne durante la costruzione diminuisce dell’80% rispetto a un edificio in calcestruzzo. La struttura utilizzata è composta da lastre di pavimento con spessore 140-200 mm e lastre da parete 100-140 mm e ha consentito la costruzione del 35% di alloggi in più rispetto alla densità abitativa che avrebbe potuto consentire una struttura tradizionale in cemento armato.
(Giacomo Casarin)