Le prime rilevazioni sull’andamento del giro d’affari delle società di progetto nel 2022 evidenziano il proseguimento del forte andamento di crescita che già aveva caratterizzato il 2021. Complessivamente, dopo un aumento del fatturato del +28,0% nel 2021, il 2022 fa segnare un’ulteriore crescita del +19,5%, il che porta la crescita complessiva nei due anni al +53,0%.
Certamente su questi risultati hanno influito in modo consistente gli aumenti degli investimenti sia di carattere pubblico che privato nel post covid, e in particolare, sul fronte pubblico, l’avvio delle fasi di progettazione e dei primi lavori relativi al Pnrr, come già commentato anche lo scorso anno, mentre sul fronte privato il 2022 è stato caratterizzato ancora dal superbonus 110%, che solo nel 2023 ha avuto gli ormai noti “intoppi” legati al blocco della cessione dei crediti (blocco oggi per fortuna riaperto da alcune banche), mentre nel 2022 ha espresso una forte domanda a tutti i livelli, dalle monofamiliari alle unità immobiliari funzionalmente indipendenti e, in modo particolare, nei condomini.
Siamo di fronte, dunque, a una stagione eccezionale per le società di progetto. Basti pensare che complessivamente la top 50 qui analizzata nel 2020 realizzava 246,4 milioni di euro di fatturato, saliti a 315,5 nel 2021, per crescere fino a 377,1 milioni di euro nel 2022.
L’incremento in valore assoluto nei tre anni analizzati è pari a oltre 130 milioni di euro. Il rilancio del settore delle costruzioni nel post covid ha dunque fortemente rilanciato gli studi di architettura.
In attesa di avere a disposizione i bilanci di tutte le più importanti società di progetto che operano in campo nazionale, con le quali ogni anno stiliamo la tradizionale classifica delle top 100 dell’architettura che pubblichiamo su queste pagine, possiamo fare alcune considerazioni molto interessanti sulla raccolta dei bilanci depositati per questa top 50 che vede comunque quasi tutti i “grandi nomi” presenti.
I dati raccolti fanno riferimento ai bilanci disponibili alla data del 10 settembre 2023.
Crescono i fatturati
Interessante è notare come siano progrediti i fatturati per classi di fatturato delle società analizzate. Infatti, ancora una volta emerge, come in passato, una diversa capacità delle società di media e grande dimensione di rispondere alle mutate condizioni di mercato, in questo caso approfittando della congiuntura favorevole.
Analizzando le dinamiche per singola classe di fatturato, gli studi che hanno fatto registrare l’incremento maggiore nei due anni sono quelli con fatturato tra 10 e 20 milioni di euro, seguiti da quelli tra 5 e 10 milioni e al terzo posto gli studi di maggiori dimensioni.
Tuttavia, è molto diversa la ripartizione della crescita, infatti nell’ultimo anno sono le società di media dimensione (tra 5 e 10 milioni) ad aver fatto registrare la crescita maggiore (+27,1%), seguiti dalla forte ripresa di quelle di dimensione inferiore (fino a 2,5 milioni di euro) che complessivamente nel 2021 avevano invece evidenziato una diminuzione consistente del giro d’affari.
Vincono tutti
Ovviamente queste dinamiche dipendono dalla composizione della classe e dalle dinamiche dei singoli studi che, a livello di variabilità, mostrano variazioni anche molto consistenti.
Ma in generale ciò che emerge è comunque la capacità delle società più affermate e strutturate di rispondere in modo più adeguato alle richieste del mercato, fattore che si evidenzia ancora di più nella verifica del rapporto tra utili e fatturato, dove si evince in modo chiaro che sono proprio le società di maggiore dimensione e in particolare quelle ai primi posti della classifica che evidenziano un rapporto utili/fatturato migliore, pari al 17,4%, contro una media complessiva del 13,7%, con le due classi inferiori comprese tra il 7,7% e il 10%, segno che al crescere della dimensione cresce anche l’organizzazione e la capacità di produrre utili e dunque nuove opportunità di investimento.
Il dato, comunque, molto positivo è che tra tutte le 50 società di progetto analizzate non ve n’è una che presenti un bilancio in perdita, diversamente da quanto accaduto nel 2021. Le società di progetto, dunque, hanno saputo in generale approfittare della buona condizione di mercato per incrementare il proprio business ma, nel caso delle società di maggiore dimensione, come già sottolineavamo lo scorso anno, “mettere fieno in cascina” per migliorare ulteriormente le proprie performance, economiche, finanziarie e di mercato.
Certamente per avere un quadro esaustivo del settore serve attendere che siano disponibili i bilanci anche delle altre società che ogni anno il Centro Studi YouTrade monitora a livello di bilanci, nella consueta pubblicazione annuale.
In ogni caso i dati qui presentati, pur nella loro parzialità comunque riferita a un significativo giro d’affari, rappresentano un campione significativo, soprattutto se rapportato a quanto rilevato nel 2020, quando il fatturato complessivo della top 100 delle società di progetto relativo al mercato 2019 contava 372 milioni di euro di fatturato.
In pratica le prime 50 società oggi, dopo tre anni, fatturano tanto quanto fatturavano i primi 100 studi nel 2019. Qualcosa è cambiato, dunque, e ovviamente parliamo di mercato e opportunità, con il combinato disposto della ripresa economica associata a superbonus e progettazioni e direzioni lavori per il Pnrr.
Al primo posto Lombardini22
A livello di classifica, la società che ancora una volta si presenta al primo posto è Lombardini22, con 32,6 milioni di euro di fatturato, con una crescita del 71,4% nel biennio e del 32,7% rispetto al 2021.
Sopra i 20 milioni di euro Acpv Architects, Marco Casamonti & Partners e Atiproject. Da segnalare che se nel 2021 tre società superavano i 20 milioni di euro (Lombardini22, Marco Casamonti & Partners e Arup Italia), nel 2020 neppure uno oltrepassava quella soglia. Altro dato interessante riguarda il numero di società con fatturato superiore a 10 milioni di euro: nel 2020 erano 7, nel 2022 il numero è salito a 11.
Dieci milioni la soglia critica
Dunque, le società di progetto italiane crescono, eppure analizzando queste crescite sembra di intravvedere una soglia “critica” proprio attorno al valore dei 10 milioni di euro, critica nel senso che lo scarto tra chi è sopra o sotto questa soglia mostra come vi sia una sorta di “scalino” nell’incremento della dimensione di impresa.
Si vedrà nel futuro l’evoluzione del settore, ovviamente, ma certamente questo valore mette in evidenza anche una difficoltà per la maggior parte degli studi italiani di architettura di “pensare in grande”, quando all’estero è normale, sempre che fatturare oltre 10 milioni di euro possa essere inteso come un livello per essere grandi.
A livello nazionale ciò è sicuro, nella competizione globale certamente non lo è. Tuttavia il mercato sta aiutando i grandi a diventare ancora più grandi e ciò è, in quest’ottica, molto positivo. L’analisi conferma una volta di più, come già sottolineavamo lo scorso anno, come la dimensione di impresa anche nel settore della progettazione edilizia sia una dimensione strategica per affrontare non solo i momenti negativi di mercato, ma anche quelli positivi.
E, potremmo aggiungere, soprattutto quelli positivi. La dimensione consente una migliore produttività ed efficienza, oltre che efficacia nell’azione, e dobbiamo augurarci che, per lo sviluppo ulteriore e sempre più qualitativo del settore, questi numeri possano consolidarsi ulteriormente, rafforzando il sistema della progettazione edilizia italiana, oggi stretta tra esigenze del mercato privato e paletti del mercato pubblico, con tutte le difficoltà dovute alle norme che spesso non premiano l’architettura in quanto tale, ponendo vincoli che rischiano di fare dell’Italia, purtroppo e in confronto con gli altri paesi europei, un fanalino di coda nell’innovazione.
I numeri ci dicono che abbiamo studi sempre più strutturati. Questa è una buona notizia proprio in rapporto all’innovazione che la dimensione di impresa è in grado di promuovere, e della quale abbiamo assolutamente bisogno.
A cura del Centro Studi YouTrade