Nell’area industriale di Reggio Emilia, all’inizio del Novecento, sorgevano i capannoni di quelle che erano le ex Officine Meccaniche reggiane. Prima che prendessero la denominazione di Officine meccaniche italiane omi.
La produzione riguardava principalmente la realizzazione e riparazione di materiale ferroviario, carri e locomotive. Questa vocazione emerge anche dalla collocazione vicino alla ferrovia e dalle caratteristiche strutturali degli edifici.
La storia recente ha visto il luogo al completo abbandono. Finché l’area è stata oggetto di un importante progetto di rigenerazione urbana. Progetto che prevede la realizzazione delle infrastrutture del Parco innovazione e di un nuovo polo europeo al servizio delle imprese e della ricerca.
Il progetto
Il promotore dell’intervento è stato il Comune di Reggio Emilia, su progetto dell’arch. Andrea Oliva. I lavori sono stati effettuati in diverse fasi. La prima inaugurazione, quella del Tecnopolo Reggiano (Capannone 19) risale al 2012. Poi l’apertura al pubblico nel 2019 dell’ex Capannone Caldareria o Capannone 18, denominato anche cattedrale della meccanica, con l’Impresa Allodi aggiudicataria dell’appalto pubblico.
Committente era la Stu Reggiane (società di trasformazione urbana costituita da Comune di Reggio Emilia e Iren Rinnovabili). A marzo 2024 sono stati inaugurati, dopo la riqualificazione, i Capannoni 15 b/c, destinati a nuova sede di un incubatore di imprese e startup.
I capannoni
Focalizzando l’attenzione sull’intervento in corso relativo al recupero dei Capannoni 15b e 15c, la consapevolezza dell’importanza storica della tipologia strutturale degli edifici ha guidato le scelte progettuali adottate nel progetto edile e strutturale di recupero, seguito da Cairepro, Cooperativa Architetti e Ingegneri Progettazione di Reggio Emilia.
Cairepro si sta occupando dell’analisi dell’ossatura esistente e dello studio delle tecniche costruttive del tempo da rendere sicure e attuali. Inoltre, ha sviluppato la progettazione degli impianti idro-termo sanitari, meccanici e la diagnosi energetica, per una migliore efficienza dei capannoni stessi.
Il progetto architettonico è coordinato dallo studioZamboni Associati Architettura e quello paesaggistico con lo studio Silva.
Un intervento fra passato e futuro
L’intervento è finalizzato a riqualificare e mettere in sicurezza i capannoni dell’ex officina. La completa eliminazione delle coperture ha lasciato a nudo le strutture metalliche esistenti. A ciò è seguita la realizzazione di nuovi elementi architettonici all’interno della pelle dell’edificio.
Un parcheggio multipiano su tre livelli e due blocchi adibiti a laboratori e uffici su due livelli. Ampi giardini a verde sono elemento di benessere ambientale. Gli spazi riqualificati ospitano imprese e funzioni, in linea con il concept del Programma di rigenerazione urbana reggiane/Santa Croce, che unisce memoria e innovazione.
Vi trovano casa un incubatore di nuove imprese e spin-off universitari (15b) e il quarto polo universitario di Reggio Emilia (15c).
L’edificio 15b: demolizione – ricostruzione
Per il capannone 15b è stato possibile conservare la struttura esistente, adeguandola alle esigenze e alle normative odierne. Per il capannone 15c, invece, l’edificio industriale originale presentava incompatibilità architettoniche con la nuova destinazione d’uso e importanti carenze in termini di sicurezza strutturale.
Si è scelto così di demolire e ricostruire la struttura interna, recuperando l’aspetto esteriore dell’edificio originale. Al di sopra dei due piani fuori terra è stata installata una copertura metallica costituita da un sistema di capriate con catene inferiori. La geometria della nuova copertura ripercorre l’originale sagoma definita dalle pareti esterne.
Le soluzioni Ruregold di Laterlite
Laterlite ha contribuito all’intervento con le soluzioni della linea Ruregold per il consolidamento strutturale di edifici e infrastrutture in calcestruzzo e muratura con sistemi certificati ad alte prestazioni. In particolare, il sistema Ruregold Pbo-Mesh 10/10 ha consentito la realizzazione del presidio di antiribaltamento delle pareti.
Pbo-Mesh 10/10 è un presidio antiribaltamento in Frcm composto da rete bidirezionale in Pbo da 10+10 g/m² e da matrice inorganica Mx-Pbo Muratura. Il sistema, grazie alla leggera grammatura della rete in Pbo e alla matrice inorganica specifica per strutture in muratura, è ideale per realizzare presidi antiribaltamento di tramezzature interne e tamponature esterne.
Alla rete bidirezionale con 20 g/m2 in fibra di Pbo, distribuita in modo equivalente in trama e ordito e alla matrice inorganica fibrata a base cementizia Mx-Pbo Muratura, si affianca il connettore a fiocco in fibra di Pbo, Pbo-Joint, e la matrice inorganica per l’impregnazione Mx-JointT utile per l’applicazione del connettore a fiocco Pbo-Joint.
Le pareti esistenti del capannone 15c delle ex Officine Reggiane sono ora in sicurezza, grazie ai presidi (sistemi in rete di Pbo) posti in aderenza e a loro volta connessi alla nuova struttura interna in cemento armato, allo scopo di evitare il loro ribaltamento verso l’esterno.