Sesto San Giovanni, comune alle porte di Milano con 81 mila abitanti, qualche decennio fa era detta la Stalingrado d’Italia, non solo per i comportamenti elettorali che assegnavano al Pci percentuali bulgare, ma anche per la presenza operaia nell’ordine di decine di migliaia di unità, con aree industriali che occupavano gran parte del territorio. Una tale presenza di attività produttive (fra le principali Breda, Falck, Magneti Marelli) ha assicurato per circa un secolo condizioni di relativo benessere, spesso per immigrati provenienti dal Mezzogiorno.
Venute meno le industrie, la città ha dovuto inventarsi un nuovo ruolo e nuove prospettive di sviluppo, dovendosi però scontrare con inerzialità dovute a piani regolatori vecchi e superati, concepiti per la città industriale che non c’era più.
La strumentazione urbanistica, inadeguata a guidare i nuovi processi, ha costituito dunque un vulnus rilevante, anche per travagliate vicende amministrative (con vicende giudiziarie nel passato) derivanti dai possibili cambiamenti di destinazioni d’uso. In questi ultimi vent’anni le politiche urbane legate ai progetti di trasformazione dell’area ex acciaierie Falck si sono incrociate con vicende politiche, la crisi economica post 2007-08, fallimenti di operatori economici e imprenditoriali coinvolti.
Città della Salute e della Ricerca: la riqualificazione dell’ex aree Falck
A Sesto San Giovanni è rimasta la sede operativa del Gruppo Falck, ora attiva principalmente nel settore energetico, mentre la maggior parte delle aree una volta occupate dagli stabilimenti siderurgici è oggetto di progetti mai decollati dal punto di vista operativo, fra cui quello della Città della Salute e della Ricerca che sorgerà a Sesto San Giovanni e porta la firma di Mario Cucinella che è partito dal concept dell’ospedale modello di Renzo Piano e Umberto Veronesi.
Una vicenda travagliata e complessa, che ora sembra far intravedere una nuova fase di speranza: Milanosesto, società proprietaria delle aree ex Falck, e il Gruppo San Donato, leader della sanità privata italiana, hanno annunciato la sottoscrizione di un contratto preliminare di compravendita dell’area denominata Unione Nord per la realizzazione del nuovo polo universitario e ospedaliero dell’Università Vita – Salute San Raffaele.
Il progetto di rigenerazione urbana dovrebbe trasformare un’area industriale di 1,5 milioni di metri quadrati, dove un tempo sorgevano le acciaierie Falck di Sesto San Giovanni, in un nuovo polo urbano grazie al masterplan firmato da Foster+Partners, affiancato dallo studio di architettura del paesaggio Land coordinato da Andreas Kipar. La riqualificazione dell’intera area è promossa da Milanosesto, da Hines, in qualità di advisor strategico dell’intero progetto e development manager, e dal Gruppo Prelios. A seguito della firma del contratto, le prossime fasi prevedono la finalizzazione del progetto architettonico ed edilizio e il completamento dell’iter amministrativo.
Secondo Roberto Di Stefano, sindaco di Sesto San Giovanni, «dopo anni di eccessivo dirigismo, lacci e lacciuoli che hanno finito per ingessare la nostra città impedendole di stare al passo coi tempi, ora finalmente siamo in grado di permetterle di svilupparsi e di crescere anche sotto la spinta propulsiva che interessa i settori della salute e della ricerca, la cui importanza è diventata ancora più fondamentale sulla scia della pandemia.
L’arrivo del San Raffaele si somma agli altri due istituti di ricovero e cura a carattere scientifico che si insedieranno nelle ex aree Falck, l’Istituto dei Tumori e il Neurologico Besta: eccellenze italiane che faranno della nostra città un distretto di salute e ricerca di elevato spicco a livello internazionale. Unire formazione universitaria e ospedali, creando sinergie tra studenti e medici, significa dare un ulteriore valore aggiunto a tutto il progetto della Città della Salute e della Ricerca che trasformerà Sesto in una capitale nel campo della medicina e in quello scientifico».
Per il sindaco, «tra i principali obiettivi strategici del nuovo Piano di Governo del Territorio (Pgt) abbiamo infatti voluto puntare su cura e salute come nuovo volano per uno sviluppo in grado di creare benefici alla città attraverso la riconversione urbana». Completano la progettualità un grande parco urbano di totali 24,5 ettari di cui il parco Unione da 14 ettari, oltre 10 mila nuovi alberi, 15 chilometri di piste ciclo-pedonali, la stazione ferroviaria riprogettata da Renzo Piano.
È il primo cittadino a sottolineare come la mancata elasticità (entro certi limiti) dei piani, possa limitare la possibilità concreta di trasformazione degli usi, che i progetti non bastano se non hanno le «gambe per camminare» e sanno tradursi in progetti caratterizzati da piani economici finanziari concreti. Se queste condizioni non si verificano, il risultato sono aree strategiche e nevralgiche che rimangono inutilizzate per decenni. Dalle tute blu operaie ai camici bianchi di medici e ricercatori dunque, sperando che sia la volta buona dopo circa 25 anni di dibattiti, piani e progetti.
Anche Spazio Mind e una nuova stazione ferroviaria
Tra i progetti per l’area ex industriale di Sesto San Giovanni c’è anche il progetto Spazio Mind, che nasce dopo il successo di Expo 2015. Lo scoppio della pandemia, secondo MilanoSesto, la società che coordina le iniziative nell’are, ha messo un ulteriore punto alla vitalità del post- Expo. Fra i due spazi non mancano le analogie: anche la superficie di MilanoSesto è molto estesa, quasi un milione e mezzo di metri quadrati, il che implica un investimento finanziario molto impegnativo, circa 4 miliardi di euro.
Si tratta del più grande progetto di rigenerazione urbana in corso in Italia e senz’altro uno dei più importanti in Europa. Una vera e propria costruzione di una nuova città, volta a dar vita a un tessuto sociale inclusivo che, attraverso operazioni di mercato, avrà l’obiettivo di invertire la rotta rispetto a decenni nel corso dei quali le città hanno invece espulso chi non poteva permettersi i prezzi di acquisto o i canoni d’affitto offerti dal mercato.
Giuseppe Bonomi, ex amministratore delegato di Arexpo ora ad di MilanoSesto, ritiene che la soluzione per dare nuova vita alle ex aree Falck risieda nel produrre risposte non solo celeri e concrete, ma anche capaci, per qualità intrinseca, di superare disillusioni e generare nuova fiducia in uno sviluppo futuro tangibilmente prossimo. Un passo fondamentale per dare concreta attuazione al piano di rigenerazione urbana è stato “l’ingresso” nel progetto di grandi partner come Hines, Prelios e Intesa Sanpaolo.
«Con MilanoSesto vogliamo in qualche modo rimarginare e ricucire quella grande ferita nel tessuto urbano dell’area metropolitana di Milano. Le implicazioni urbanistiche e territoriali, su paesaggio urbano, flussi, società e demografia, sull’economia, sull’ambiente, saranno molto rilevanti, anche qualitativamente, tanto nel corso della fase di sviluppo quanto a intervento completato. Su scala più ampia, il progetto rappresenta un tassello importante nell’ambito della regione urbana milanese, tra Milanocittà e la Brianza», ha spiegato.
Per quanto riguarda i progetti futuri, è stato appena avviato il cantiere per la costruzione della nuova stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni: una stazione a ponte, progettata da Renzo Piano Building Workshop con Ottavio Di Blasi & Partners, che ricongiungerà finalmente due parti di città che i binari avevano separato. Entro i primi mesi del 2022, inoltre, in prossimità della nuova stazione apriranno altri due cantieri, “Unione Zero” a sud e il progetto di Mario Cucinella della Città della Salute e della Ricerca voluto da Regione Lombardia verso nord.
In concomitanza con questi due cantieri saranno avviati i lavori per recuperare e destinare a funzioni commerciali, culturali, associative alcune delle grandi archeologie industriali, tra cui il Treno Laminatoio utilizzato per l’assemblea di Assolombarda, e sarà avviata la realizzazione della prima metà del grande parco progettato da Land che costituirà in futuro il cuore verde di tutto l’intervento.
di Francesco Gastaldi, Università Iuav di Venezia (da YouBuild n. 21)