Nonostante il decreto che governa i requisiti acustici passivi dei fabbricati (Dpcm 5/12/1997) sia in vigore da quasi vent’anni, molti attori impegnati nel processo di edificazione di un fabbricato ancora oggi commettono una serie di errori esecutivi che penalizzano fortemente l’isolamento acustico degli edifici, arrivando in talune situazioni a vanificare completamente l’effetto degli isolanti acustici previsti in sede di progettazione e acquistati dall’impresa.
Considerati i cinque requisiti prestazionali richiesti dal decreto, le problematiche di posa riguardano queste tipologie d’intervento: isolamento dei solai dai rumori di calpestio; isolamento delle pareti dai rumori aerei; isolamento delle facciate e delle coperture dai rumori esterni; isolamento degli impianti tecnologici.
Senza voler entrare nell’ambito della previsione e progettazione degli interventi per garantire il corretto livello di comfort, oltre al rispetto dei requisiti passivi richiesti dal decreto sopra menzionato, questo articolo vuole porre l’attenzione sugli errori esecutivi che le maestranze non hanno ancora imparato a evitare. La speranza è che partendo dalla conoscenza degli errori più macroscopici sia possibile migliorare la fase di posa, che ha un’importanza capitale sulla riuscita degli interventi.
Isolamento acustico di solai
1. Il collegamento rigido tra pavimentazioni e murature. Il collegamento rigido tra pavimentazioni e murature è, quasi sicuramente, l’errore più diffuso e garanzia di sicuro insuccesso. Anche se il contatto è limitato a porzioni di qualche metro lineare, il valore della misura di calpestio sarà certamente oltre il limite imposto.
Per evitare tali situazioni, sempre molto complicate e onerose da sanare, è assolutamente necessario che la pavimentazione sia sempre scollegata dalle pareti. La pavimentazione dovrà terminare contro una bandella in polietilene (non rifilata fino alla posa degli zoccolini) preposta a fornire un collegamento non rigido e limitare la trasmissione delle vibrazioni. Tale errore penalizza fortemente l’indice di isolamento al calpestio sia con le pavimentazioni rigide che quelle in legno, anche se in maniera minore.
2. Il collegamento rigido tra zoccolino e pavimento. Altrettanto pericoloso è ancorare uno zoccolino rigido, in materiale lapideo o ceramico, alla pavimentazione, sigillandolo con malta. Questo errore, insieme al primo, porta a valori dell’indice di calpestio talmente elevati da vanificare quasi completamente la presenza di uno strato di isolante.
Anche uno zoccolino in legno posato a secco, quindi in appoggio alla pavimentazione, può compromettere la prestazione acustica del sistema, ma è meno penalizzante rispetto a una soluzione con zoccolino rigido. Per evitare tali situazioni, è assolutamente necessario che gli zoccolini siano mantenuti scollegati dalla pavimentazione; il giunto dovrà essere sigillato o con materiale elastico, tipo silicone, o con profili specifici.
Isolamento acustico di pareti
3. Impiantistica esagerata tra le pareti divisorie. Le pareti divisorie tra alloggi dovrebbero essere considerate «come una specie protetta», non come il naturale ricovero di tutta l’impiantistica di un alloggio. Canne fumarie, nicchie dei collettori per l’impianto di pavimento riscaldato, quadri di derivazione elettrica, tubi corrugati e scatole elettriche, impianti di adduzione e scarico dell’acqua non possono essere fatti confluire tutti all’interno delle pareti divisorie, altrimenti il risultato dell’indice di isolamento risulterà non conforme alle prescrizioni di Legge.
La soluzione a questo enorme problema deve passare prima dalla progettazione e poi dall’esecuzione. Dovranno quindi prima essere valutate dai progettisti le alternative per far passare altrove gli impianti, soprattutto quelli più voluminosi come le scatole dello sciacquone del wc, le colonne degli scarichi delle acque nere e le canne fumarie, e a livello esecutivo si dovrà porre la massima attenzione sia alle opere di scasso, che non dovranno essere opere di devastazione. Le opere di sigillatura delle tracce dovranno essere eseguite con malta per la perfetta chiusura di ogni foro residuo.
4. Troppe schiume espandenti a base di poliuretano fanno male all’acustica. Negli ultimi anni la schiuma a base poliuretanica, prima materiale a uso quasi esclusivo di chi si occupava della posa degli infissi, è entrata prepotentemente a far parte anche del mondo dei muratori. Effettuando qualche sopralluogo in cantiere è quasi impossibile non vedere come si è allargata la destinazione d’uso di questo materiale avente ottime capacità espansive (quindi adatto a sigillare e riempire fori), elevati livelli di isolamento termico e discrete capacità elastiche: qualche progettista che si occupa di statica la suggerisce per esempio per la chiusura del giunto sulla testa delle murature per meglio sopportare la flessione (freccia) dei solai.
Purtroppo la schiuma poliuretanica non ha particolari capacità a livello di isolamento acustico (dovute alla sua costituzione molecolare a celle chiuse e alla sua leggerezza) e viene a oggi abusata per esecuzione di particolari che spesso sono svantaggiosi per ottenere un paramento murario in grado di fornire i corretti livelli di isolamento acustico dai rumori aerei.
La presenza di un giunto in schiuma poliuretanica sulla testa di una parete divisoria tra distinte unità abitative, eseguita per il resto a regola d’arte, potrebbe peggiorare la prestazione dell’isolamento acustico anche di 2÷3 dB. La corretta lavorazione prevede che il giunto di testa della parete sia effettuato in malta e dopo asciugatura dei corsi di malta di allettamento dei vari blocchi di laterizio, per evitare che il peso dei blocchi possa far scendere la parete e creare comunque una dannosa fessura.
Isolamento acustico di facciate e copertura
5. Sigillatura del giunto del falso telaio con la muratura. Per quanto riguarda l’indice di isolamento di facciata, il valore finale sarà un concorso dei valori dei vari elementi facenti parte una porzione di facciata. Il requisito dipenderà dalla parte opaca (la parte muraria), da quella trasparente (le finestre) e da tutti gli altri elementi presenti in facciata e adibiti ad altre funzioni (presa d’aria per la ventilazione delle cucine, prese d’aria per la ventilazione meccanica controllata, sfiati e altro).
Caratterizzati e scelti con oculatezza tutti i componenti sopra descritti, resta il problema relativo alla posa delle finestre e nello specifico alla giunzione tra il falso telaio in legno e la muratura che viene eseguito con schiume a elevata espansione. Con la tecnica eseguita di posa in luce, cioè quando viene praticato un foro nella facciata di dimensione alle volte troppo abbondante rispetto alla futura finestra e successivamente è posato il falso telaio, rimane un’intercapedine di spessore, da uno a qualche centimetro, che deve essere poi sigillata a finestra in opera. Tale situazione porta, nella grande maggioranza dei casi, all’ottenimento di un indice di isolamento di facciata insufficiente anche nei casi in cui la finestra sia di elevata prestazione e la parte muraria sia di ottima fattura.
6. Coperture in legno ventilate. Anche se all’interno del decreto non è mai espressamente menzionata la parola tetto o copertura (a torto a mio avviso), è corretto ritenere la copertura come un elemento di facciata e quindi in grado di fornire il medesimo requisito di protezione acustica agli occupanti di un alloggio. Mentre per le coperture in cemento o latero-cemento il problema non sussiste, in quanto l’elemento è dotato delle sufficienti caratteristiche per ottemperare il requisito di Legge e fornire il coretto livello di isolamento, per le coperture in legno la problematica acustica dovrà essere attentamente valutata e risolta prima di incorrere in sgradite sorprese.
Entrando più nello specifico, il problema più complicato da gestire è in corrispondenza delle coperture in legno dotate di ventilazione, in quanto proprio la ventilazione, benefica sotto il profilo termico, risulta dannosa se non valutata sotto l’aspetto acustico. La presenza di una lama di ventilazione, se non correttamente valutata, può mettere in collegamento due alloggi distinti ed essere quindi sede di forti trasmissioni laterali di rumore.
Per limitare la trasmissione laterale attraverso la ventilazione della copertura in legno sarà necessario prevedere un isolamento in intercapedine della copertura con materiali fibrosi ad alta densità, tipo fibre di roccia da 100÷150 kg/m³, fibra di legno da 160÷260 kg/m³, legno e cemento da 440 kg/m³, negli spessori indicati dal termotecnico per ottemperare anche il requisito relativo all’isolamento termico e prevedere un colmo non ventilato (cioè la ventilazione in corrispondenza del colmo della copertura non sarà continua ma avremo le falde ventilate con uscita della ventilazione sotto il colmo) dotato di un setto che tenga separata la ventilazione delle falde.
Isolamento acustico di impianti tecnologici
7. Contatti delle tubazioni con le strutture edili. L’ultimo vizio capitale di cui soffrono i nostri edifici è legato alle modalità di posa degli impianti di scarico, specificatamente quelli delle acque nere. Troppo spesso, infatti, le tubazioni sono fatte passare dove risulta più comodo, senza rispettare le indicazioni dei progetti, a volte costretti da acquirenti pretenziosi ma inesperti delle problematiche di rumore a spostare l’ubicazione dei locali. A questo problema si aggiunge l’inesperienza o la scarsa sensibilità rispetto alla problematica acustica degli esecutori materiali delle attività di posa e si incorre così in fastidiosi disturbi dovuti al rumore degli impianti.
Per evitare problemi di trasmissione delle vibrazioni dalle tubazioni di scarico alle strutture dell’edificio è necessario che le tubazioni di scarico siano del tipo silenziato (prodotte in Hpde ad alta densità) e che in tutti i passaggi sotto traccia siano rivestite con delle calze in polietilene in grado di limitare la trasmissione delle vibrazioni verso le strutture.
In sintesi sull’isolamento acustico
• Mantenere scollegati la pavimentazione dalle murature e gli zoccolini dalla pavimentazione, con bandelle in materiale elastico.
• Evitare di bucare eccessivamente le pareti divisorie alle abitazioni per l’alloggiamento di impianti ma prevedere delle asole tecniche dedicate e ben isolate.
• In cantiere usare con moderazione le schiume poliuretaniche per sigillare i fori, in quanto penalizzanti per l’isolamento acustico, per peso specifico basso e struttura molecolare a cellule chiuse.
• Sigillare con materiale idoneo eventuali giunti tra falso telaio delle finestre e muratura.
• Prevedere un setto isolante per separare le falde ventilate di un tetto in legno.
• Realizzare gli impianti in HPDE ad alta densità e rivestire tutti i passaggi sotto traccia con calze in polietilene.
La scheda tecnica: come garantire l’isolamento
Le lavorazioni relative a elementi acusticamente sensibili hanno necessità della massima attenzione e di una cura del dettaglio a livello sartoriale. Il rumore non ammette approssimazione. I materiali e i sistemi adibiti a isolamento acustico di elementi di fabbricato hanno una scheda tecnica e spesso anche un documento che ne spiega le fasi di posa, visto che i produttori li fanno per essere letti è un peccato non prenderne visione con la giusta attenzione.
I materiali adibiti a isolamento acustico in taluni casi devono essere protetti perché si potrebbero rovinare a causa delle lavorazioni successive; è necessario prevedere potenziali lavorazioni che ne compromettono la prestazione e adottare tecniche di protezione che ne garantiscano l’integrità. Qualunque rumore è generato da una vibrazione (dell’aria per i rumori di tipo aereo, del solaio per quelli da calpestio o degli impianti): la filosofia di ogni intervento dovrà essere quella di evitare la trasmissione di tali vibrazioni dall’elemento da cui
si originano verso gli altri elementi dell’edificio.
Ma esiste l’isolamento acustico perfetto?
Quanto descritto non deve essere considerato esaustivo ai fini dell’ottenimento di un corretto livello di comfort acustico degli occupanti di un alloggio e del rispetto dei requisiti imposti dal Dpcm 5/12/1997: l’ottenimento di un edificio acusticamente efficace ed efficiente parte da molto più lontano.
Il procedimento virtuoso che porta a un’elevata qualità di isolamento acustico non può prescindere da una attenta valutazione preventiva effettuata da un consulente esperto, dalla corretta e pragmatica scelta delle tecniche costruttive e dei materiali effettuata dall’impresa edile e, per finire, da una giusta formazione delle maestranze impegnate nell’esecuzione materiale delle lavorazioni. Di errori, oltre a quelli precedentemente presentati e descritti, se ne possono commettere molti altri, solo una buona sintonia tra i vari attori e una efficace sinergia delle competenze può fare da basamento all’ottenimento di un edifico acusticamente confortevole.
(Cristiano Vassanelli)