La progettazione degli interni di un’abitazione è un tema delicato e di complessa gestione perché, più di altri, travalica i limiti della nostra
disciplina per entrare in quelli della psicologia.
Dietro le porte chiuse delle nostre case si dispiega un microcosmo domestico fatto di quotidianità, intimità e piccole idiosincrasie che, messe tutte insieme, rendono uno spazio veramente nostro.
Per progettare gli spazi domestici serve attitudine all’ascolto, capacità di tradurre in un progetto coerente le istanze della committenza, spesso contraddittorie e lacunose, grande conoscenza dei materiali, cura maniacale del dettaglio ed un sapiente mix fra pazienza e capacità manageriali.
Queste ultime sono fondamentali per gestire in modo efficace tutti gli attori in gioco, maestranze, artigiani e fornitori in genere, spesso difficilmente reperibili.
Microarchitetture
Nel nostro personale viaggio in Italia, alla ricerca delle nuove voci della nostra disciplina, approdiamo in Sicilia, precisamente a Palermo, per incontrare Giorgio La Leta.
Nonostante la giovane età, è della classe 1989, ha all’attivo decine di realizzazioni che vi consigliamo di sfogliare sul suo sito Internet, completo di foto molto belle e di disegni asciutti ma molto chiari.
Da questa carrellata scoprirete una notevole capacità espressiva declinata con una varia palette di soluzioni. Si possono però ritrovare alcuni temi ricorrenti: la creazione di microarchitetture, “box in the box”, atte a definire funzioni e relazioni fra gli spazi; la giustapposizione per contrasto, di materiali diversi sia per tessitura sia per cromia, per denotare punti salienti della composizione.
Caratteristiche dell’appartamento
La casa, che qui viene illustrata, ben sviluppa questi temi. Ci troviamo in un contesto condominiale dove La Leta interviene in un ampio appartamento, di circa 146 mq, posto al nono piano. Da qui si domina il tessuto urbano di Palermo e, sullo sfondo, si traguarda
il mare.
Lo spazio della casa originaria è stato completamente rimodulato partendo dal programma funzionale richiesto dai committenti. La nuova abitazione doveva prevedere: un grande living, una cucina abitabile, due ampie camere da letto di cui una con cabina armadio e bagno dedicato.
Eliminate tutte le tramezzature, il lavoro di Giorgio La Leta è stato quello di definire una serie di scatole che allo stesso tempo chiarissero e definissero le funzioni e dividessero, e/o connettessero, i vari volumi. In questo sottile gioco, in parte di frammentazione in parte di fusione dello spazio, il progettista si è fatto aiutare dai materiali che connotano, in modo chiaro e deciso, i vari ambiti.
Il marmo di Carrara, con cui vengono trattati pavimenti e rivestimenti parietali, definisce l’ingresso che si pone come una sorta di soglia tridimensionale posta a cavallo fra cucina e living.
I pannelli in MDF, smaltati nei toni del grigio più o meno scuro, armonizzano gli arredi della cucina e vanno in consonanza con la pavimentazione in resina.
Il living risulta definito da dolmen contenitori integralmente realizzati in MDF, anch’essi di colore grigio, che si stagliano sulle ampie plance del parquet, montato a lisca di pesce. Il listellare di rovere, mordenzato con un impregnante che lo fa virare verso i toni del caffè tostato, definisce invece il blocco che accoglie la camera padronale ed il relativo bagno.
Questa estesa boiserie integra anche le porte interne, che si sviluppano a tutta altezza, rendendole praticamente invisibili. Entrando nella parte più privata della casa riemergono poi l’MDF grigio, già presente nei box contenitori della zona giorno, che riveste l’ampia cabina armadio ed il Carrara, che impreziosisce i bagni unitamente al pavimento in resina, omologo a quello della cucina.
Se non sapessimo che ci troviamo in Sicilia potremmo erroneamente collocare questa architettura in un paese nordico. L’effetto complessivo è molto elegante ma forse un po’ straniante.
Ci aiuta a risintonizzarci con la Sicilia la posizione di questo appartamento che, con la sua vista privilegiata, permette di assorbire il sole ed il riflesso del Mediterraneo amplificando gli effetti di lucentezza del marmo di Carrara e rendendo più marcati gli scavi operati negli arredi integrati.
Da sottolineare anche l’utilizzo, allo stesso tempo discreto ed incisivo, dell’illuminazione artificiale. Ogni ambiente viene studiato come una scenografia teatrale dove le luci, d’accento o d’ambiente, creano un focus drammatico in alcuni momenti topici della trama o accompagnano in modo fluido il movimento degli attori.
Dalle note biografiche dell’autore apprendiamo del suo lungo rapporto, prima come studente, poi come collaboratore sia in studio sia nell’attività didattica, con Vincenzo Melluso.
Dal bravo architetto siciliano Giorgio La Leta assorbe la cura e l’amore per i materiali ed una propensione ad una composizione asciutta. Ritroviamo anche una comune attenzione al lavoro di scavo, che si esplicita in marcati effetti chiaroscurali, ma il giovane architetto si distacca nettamente dal maestro come esito formale, trovando una propria peculiare cifra stilistica che troviamo già molto a fuoco nonostante la sua età.
Siamo curiosi di vederlo alla prova con la costruzione di un intero edificio, sicuri che potrà mettere a frutto le sue notevoli doti compositive ed il suo raffinato senso estetico nella scelta e nell’uso dei materiali.
LA SCHEDA
Cliente: privato
Progetto: La Leta Architettura
Impresa edile: Filippone
Arredi: Laredo
Forniture: Strano Light Division, Pizzimenti Progetto Mobile, Cicero e Cicero, Boncimino Parquet
Vivaista: Federico Lo Verso
Realizzazione: 2022
Foto: ©Francesco Caristia
Info: www.laletaarchitettura.com