Lo studio Stefano Boeri Architetti ha inaugurato nello scorso autunno a Eindhoven, nei Paesi Bassi, una torre residenziale che condensa in sé l’ambizione di fare dialogare l’aspetto sociale ed ecologico insieme. Il progetto si situa a Strijp-S, il quartiere creativo per eccellenza di Eindhoven, in passato appartenuto alla Philips e recentemente riprogettato da West 8, dove si sperimentano nuovi spazi e tipologie tra arte, cultura, lavoro ed edilizia sociale.
Il cliente Sint Trudo è una società - impresa immobiliare di Eindhoven con una visione molto chiara: «Sostenere le Persone» come missione sociale e innovazione, audacia e connessione come valori fondamentali per la progettazione di edilizia popolare. Tale contesto culturale ha favorito e supportato la scelta di chiamare lo studio italiano per sperimentare e ibridare un’edilizia economica con il prototipo milanese del bosco verticale, oltre che per replicarne il successo iconico-simbolico.
La Trudo Tower diviene così una variante importante ed inedita di forestazione urbana che Boeri sta esportando, sperimentando e testando a scala globale, da Milano a Losanna, Nanchino, Parigi, Tirana, Shanghai, Utrecht e Liuzhou, ed ora anche nei Paesi Bassi. Se il primo Bosco verticale a Milano è stato applicato a interventi residenziali destinati a un’utenza di fascia economica elevata, qui la sfida è calare la nuova architettura della biodiversità in un’edilizia a basso costo, seppur di alta qualità.
La Trudo Tower ambisce a dimostrare che il modello del verde verticale non un lusso per pochi, ma un bene accessibile a molti: un verde democratico, aperto a più fasce sociali e maggiormente diffondibile nel contesto urbano.
Rivolto a un’utenza popolare e in particolare a giovani coppie, «il grattacielo di Eindhoven conferma la possibilità di unire le grandi sfide del cambiamento climatico con quelle del disagio abitativo», secondo Stefano Boeri. «La forestazione urbana non è solo una necessità per migliorare l’ambiente delle città nel mondo, ma l’occasione per migliorare le condizioni di vita dei cittadini meno abbienti».
La torre è alta 70 metri con 19 piani che offrono spazio a 125 unità abitative di social housing. Al piano terra, il basamento ospita negozi e ristoranti per i residenti e anche per ospiti e visitatori dello Strijp-S. Ogni appartamento è di circa 50 metri quadrati, con spazi interni liberamente configurabili dai nuovi residenti. I terrazzi sono di oltre 4 metri quadrati e ospitano almeno un albero, 20 cespugli e bassi arbusti.
L’importanza della componente vegetale nel progetto ha richiesto la collaborazione, solitamente inconsueta per un edificio residenziale, tra architettura e agraria. La progettazione del landscape verticale è stata infatti affidata all’agronoma Laura Gatti, già membro del team con Stefano Boeri Architetti per progetti di forestazione urbana e del primo Bosco Verticale di Milano. In parallelo, il gruppo di lavoro si è avvalso del contributo dello studio locale DuPr Groenprojecten di Helmond, esperto in consulenza, realizzazione e manutenzione del verde, e del vivaio olandese Van den Berk di Sint-Oedenrode, specializzato in piantumazioni di alberi e arbusti di dimensioni medio-grandi. La biodiversit del progetto è nata quindi da un lavoro interdisciplinare e da una sinergia con maestranze locali.
La torre accoglie e nutre fino a 125 alberi e 5.200 tra arbusti e piante. Il nuovo eco-sistema agro-architettonico prevede una grande varietà di specie vegetali differenti: oltre 70, dove già nidificano uccelli. Tale ricchezza vegetativa darà un buon supporto al contrasto dell’inquinamento atmosferico, grazie alla capacità degli alberi di assorbire oltre 50 tonnellate di anidride carbonica ogni anno. La manutenzione dell’intera torre, comprese le piante, sarà collettiva e gestita direttamente dal committente Sint Trudo.
L’anima sociale ed economica dell’intervento ha richiesto una riduzione dei costi di costruzione e l’ottimizzazione delle risorse rispetto agli interventi precedenti di forestazione verticale. Si è ricorso, per esempio, alla razionalizzazione di alcune soluzioni tecniche, all’utilizzo della prefabbricazione e alla riduzione degli aggetti in facciata.
La Trudo Tower dimostra che il prototipo di foresta verticale milanese non è un modello unico e immutabile, ripetibile come elemento urbano iconico e monumentale di biodiversità architettonica in diverse città del mondo. Al contrario, il tipo di foresta verticale è maturo per variare e mutare al fine di rispondere alle diverse esigenze e nuove sfide abitative-sociali.
Il progetto olandese va oltre il fascino simbolico del ruotare in verticale la foresta sulle pareti di un edificio, oltre l’aspetto di sostenibilità urbana e il forte messaggio ecologico annesso del primo bosco verticale. L’interesse della Trudo Tower risiede, infatti, nell’inedita risposta agro-architettonica a questioni sociali ed ambientali, ai problemi del disagio abitativo e del cambiamento climatico, che divengono sfida univoca, e non disgiunta, della condizione contemporanea urbana.
di Leonardo Zuccaro Marchi, Libera Universit di Bolzano (da Youbuild n. 22)
LA SCHEDA
Luogo: Strijp-S, Eindhoven, Olanda
Cliente: Sint Trudo
General contractor: Stam + De Koning
Programma: Residenziale, Edilizia Sociale
Progetto Architettonico: Stefano Boeri Architetti (Stefano Boeri con Francesca Cesa Bianchi e Paolo Russo con Giulia Chiatante e Elisa Versari)
Consulente Paesaggio: Studio Laura Gatti
Consulente Facciate: SCE Project
Architetto progetto esecutivo: Inbo
Superficie: SLP 11.500 mq
Anno di costruzione: 2021
Info: www.stefanoboeriarchitetti.net
Foto: ©Paolo Rosselli, courtesy of Stefano Boeri Architetti