Il residence giapponese che respira come una foresta

 

Dettaglio esterno di una cabina
Dettaglio esterno di una cabina

Localizzato nelle fitte foreste di cedri dell’isola di Yakushima in Giappone, l’innovativo residence Sumu è un paradiso a bassissimo impatto ambientale. Il nome stesso del progetto rispecchia, infatti, la filosofia del luogo.

Il termine significa “vivere che diventa chiaro” ed esprime la volontà di abitare con un impatto positivo sul paesaggio. La cooperativa che ha commissionato il progetto si propone di creare un luogo dove il prendersi cura della natura è centrale.

Lo studio che ha guidato il progetto, tono Inc., ha sviluppato quindi un’architettura moderna in cui gli edifici arricchiscono la natura. Qui, l’ingegneria contemporanea si fonde con la tradizione giapponese, creando un ambiente unico che ha l’obiettivo di migliorare il futuro del nostro pianeta attraverso quello che viene definito uno “stile di vita rigenerativo” che ha lo scopo ultimo di migliorare l’ambiente attraverso specifiche attività antropiche quotidiane.

Patio esterno dell'ambiente in comune
Patio esterno dell’ambiente in comune

Simbiosi con la natura

Dal punto di vista compositivo si sono progettati una serie di edifici separati in armonia con il paesaggio preesistente. Questi fungono da protezione per le specie naturali: riducendo l’impatto del vento le radici degli alberi sono protette, favorendone la crescita.

In cambio le radici stabilizzano il versante sostenendo gli edifici e creando così una completa simbiosi tra natura e architettura. Come detto in precedenza, gli edifici sono posti in modo da mitigare il vento che scorre tra le montagne e il mare, senza però bloccarlo. Quest’accortezza favorisce una continua circolazione dell’aria che impedisce l’accumulo dell’umidità sulle strutture, evitandone così il danneggiamento.

Il risultato è uno spaziovivo” dove architettura e foresta respirano in simbiosi. Il progetto di consolidamento è stato sempre studiato secondo lo stesso principio di simbiosi tra natura e ambiente antropizzato.

Del legno bruciato è stato posto, infatti, sotto le fondamenta di ogni edificio cosicché la superficie carbonizzata favorisca la proliferazione di miceli che a loro volta supporteranno la crescita delle radici degli alberi a sostegno del terreno.

Pianta e prospetto cabine

Architettura rigenerativa

I progettisti definiscono la filosofia che ha guidato la progettazione “architettura rigenerativa” ossia, un nuovo approccio sviluppato dagli stessi, che combina l’ingegneria tradizionale giapponese con la tecnologia contemporanea.

Lo scopo non è semplicisticamente conservare la natura com’è oggi ma, avvalendosi di tre concetti principali, si vuole promuovere un’azione consapevole sulla natura che a sua volta risponderà con gesti complementari positivi.

Interno di una stanza da letto

I principi guida sono quelli riscontrabili nel progetto Sumu, ossia: la progettazione di un ambiente sotterraneo dove le fondamenta degli edifici convivano con una rete miceliare che favorisca sia la stabilità dell’architettura che la biodiversità del suolo;

la costruzione di edifici che seguano le correnti già presenti e promosse dall’ambiente naturale cosicché le strutture possano inserirsi nel contesto senza mutarlo; e, infine, considerare il deterioramento degli edifici una funzione della natura e pensare quindi la manutenzione come un dialogo con la stessa e non un modo di andarle contro.

Sistema di supporto e cooperazione tra fondamenta, radici e miceli

A chilometro zero

Anche le stesse finiture delle architetture rispecchiano la filosofia di Sumu e si avvalgono di materiali locali a impatto ambientale minimo. I proprietari hanno infatti deciso di risanare una piantagione abbandonata dell’isola e di utilizzare il legno per la manutenzione degli edifici. Questo gesto promuove un ciclo positivo per il carbonio riducendo così l’impatto dell’insediamento.

Bagno

La filosofia a impatto zero si rispecchia anche in altre azioni: l’intonaco, per esempio, è realizzato con una miscela di carbone di legna dell’isola e microrganismi effettivi (Em) che impediscono la formazione di muffe e altri batteri, offrendo così un ambiente sano e confortevole.

Anche le stesse luci poste nei vari ambienti sono realizzate da ceramisti dell’isola con l’argilla locale e sono state progettate in modo da scaldare lo spazio con il colore della terra, un ulteriore dialogo con l’ambiente e la storia locale.

La cucina, infine, è realizzata con il legno dei cedri di Yakushima e dotata di fornelli a calore radiante alimentatati ad energia solare. L’acqua, invece, proviene dal bacino del fiume vicino, purificata da microrganismi e restituita all’ambiente naturale dopo l’uso.

Dettaglio del tavolo in comune in cucina

LA SCHEDA

Luogo: Isola di Yakushima, prefettura di Kagoshima, Giappone
Cliente: Sumu Yakushima, Moss Guide Club
Progetto: Tsukasa Ono (to-no Inc.)
Paesaggio: Wakuworks
Impianti: Shizen Energy, Energy Machizukuri-Sha Inc.
Impresa: Motchom create
Fornitori: Arimizu Sawmill
Illuminotecnica: Hisaki Kato
Fotografie: ©Rui Nishi, Hinano Kimoto e Wataru Aoyama
Info: www.sumu-life.net – www.to-no.me

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