Sulle pagine di YouBuild siamo tornati più volte sul tema del recupero dell’esistente. La problematica è molto complessa. In particolar modo l’Italia ha un patrimonio edilizio impattante e inadeguato sia sotto il profilo energetico sia in merito alla sicurezza sismica.
La scarsa efficienza energetica pesa negativamente sulla bilancia dei consumi di idrocarburi e loro derivati. Con il conseguente aumento di polveri sottili e della dispersione in atmosfera di componenti climalteranti. Mentre la poca sicurezza sismica ha un rilevante impatto sociale, in quanto provoca, in occasione di ogni evento sismico, un tragico bilancio di morti e di devastazione.
Verifiche periodiche
Il problema di fondo è culturale. Non abbiamo la mentalità per comprendere che i complessi edilizi sono dei servizi che, per essere efficienti ed efficaci, devono essere costantemente adeguati. Il parallelismo con le auto è calzante.
Nessuno si stupisce che una macchina debba essere periodicamente verificata cambiando i filtri, rabboccando i livelli e regolando le impostazioni. Questa attività metodica ne allunga la vita utile e ci permette di guidare sempre in condizioni di efficienza meccanica e, quindi, di sicurezza.
Eppure, questo semplice principio non viene applicato al patrimonio immobiliare che, senza una manutenzione programmata, invecchia, deperisce e, cosa non trascurabile, perde di valore.
Criteri costruttivi anni ‘70
Nel caso in esame, situato a Formigine in provincia di Modena, ci troviamo di fronte alla classica casa isolata su tre livelli, di cui uno costituito da un sottotetto parzialmente abitabile. Un tipo di abitazione potrebbe essere collocata in una qualsiasi zona residenziale del nostro territorio nazionale.
È stata costruita in tempi relativamente recenti, nella seconda metà degli anni ‘90. Ma seguendo criteri costruttivi e canoni stilistici che ci catapultano negli anni ‘70. Rivestimento in mattoni faccia a vista, geometria del tetto molto arzigogolata, sporti di gronda in c.a. senza nessuna attenzione alla riduzione dei ponti termici. In poche parole, un disastro estetico ed energetico.
I committenti del presente intervento però la acquistano per l’ubicazione vantaggiosa trovandosi a ridosso del centro storico, ma in un contesto logisticamente più agevole, e per la presenza di un’ampia area verde esclusiva.
Adeguamento estetico e prestazionale
Il mandato affidato ai progettisti, Ambientevario, uno studio associato di architettura e ingegneria autoctono, è molto chiaro, ma di non semplice risoluzione. Rendere l’edificio una casa contemporanea sia sotto il profilo estetico sia prestazionale. La prima operazione che fanno i tecnici incaricati è di ripulitura eliminando portici e aggetti e semplificando il sistema di falde.
Su questa ossatura, resa efficace sotto il profilo strutturale grazie a mirati interventi di miglioramento sismico, innestano un attento studio degli orientamenti correlati alle funzioni interne. Individuano quelle che necessitano di un maggiore ombreggiamento durante la stagione estiva e quelle predisposte a sfruttare gli apporti solari gratuiti durante la stagione invernale. Da queste riflessioni bioclimatiche nasce l’invenzione.
La grande loggia
In corrispondenza della facciata sud viene introdotta, al piano primo, una grande loggia, il cui profilo viene disegnato direttamente dai raggi solari. In questo modo le ampie vetrate, che sono il frutto di una semplice risagomatura delle esistenti, risultano ombreggiate in estate e soleggiate in inverno.
Nella nuova struttura viene integrato un terrazzo verde e questa componente vegetale, che è uno dei leitmotiv di molti progetti di Ambientevario, ha una duplice valenza.
Migliora il microclima interno, con i propri processi evaporativi naturali e grazie alla capacità di trattenere le polveri, e introduce nell’architettura un elemento vivo che ci permette di osservare l’alternarsi delle stagioni.
Involucro performante
Il nuovo elemento, con struttura in carpenteria metallica totalmente indipendente tamponata in pannelli di fibrocemento, viene apertamente denunciato da una colorazione molto chiara che contrasta, nettamente, con il resto dell’abitazione.
La parte esistente viene infatti integralmente trattata con un rivestimento metallico aggraffato di colorazione nera. Le doghe celano un cappotto, in polistirene additivato con grafite, che elimina ogni ponte termico e riduce in modo determinante la necessità di energia primaria.
Questo nuovo involucro, altamente performante, unito ai meccanismi bioclimatici, su cui ci siamo già soffermati, ed alla produzione di energia in loco, grazie ai pannelli fotovoltaici e solari termici che rivestono tutte le falde favorevolmente orientate, rendono questa abitazione molto parsimoniosa.
A fronte di una superficie di oltre 200 m2 la nuova abitazione consuma meno di un appartamento tradizionale ottenendo una certificazione di efficienza energetica in classe A4.
Un risultato eccellente
L’esito finale, confrontando le foto del prima e del dopo, è sbalorditivo. Non conoscendo la storia dell’intervento si potrebbe essere tranquillamente ingannati pensando che si tratti di un edificio ex novo costruito senza vincoli pregressi.
Siamo sicuri che avremo ancora modo di recensire progetti degli Ambientevario che, in questo difficile progetto, hanno dimostrato di saper coniugare il senso pratico, tipico della migliore tradizione emiliana, con una pregevole coerenza formale, che strizza l’occhio ai migliori esempi di architettura portoghese.
di Ilaria Bizzo e Stefano Cornacchini
Ambientevario | Studio progettazione
Il progetto consiste nella riqualificazione architettonica ed energetica di un edificio residenziale di fine anni ’90. La semplificazione dell’involucro insieme alla scelta dei materiali diventano parte integrande del linguaggio architettonico delle facciate, conferendo ordine alla pluralità di volumi preesistenti.
Tramite l’uso di un forte dualismo cromatico i volumi intonacati di nuova costruzione risultano evidenziati e posti in luce rispetto ai volumi in lamiera aggraffata delle preesistenze, che acquisiscono così valenza identitaria.
Green sotto molti aspetti
L’inserimento della vegetazione pensile non solo attenua il surriscaldamento estivo, ma trasforma i prospetti da arido elemento verticale a spazio naturale da fruire in quota. Con un minimo di aumento della superficie vetrata è stato possibile garantire livelli di luce naturale nella stagione fredda e migliorare il rapporto, visivo e spaziale, tra gli ambienti interni e il verde esterno.
Anche gli impianti di riscaldamento che sono stati rinnovati e integrati con sistemi fotovoltaici e solari al fine di ridurre ulteriormente l’impatto energetico sull’ambiente.
La scheda
Cliente: privato
Progetto: Ambientevario (progettazione architettonica + direzione lavori), Fabio Caselli Design (consulente interni), Esterni Adp srl (progetto e realizzazione del verde)
Strutture: ing. Federico Bernardi
Impianti elettrici: Pampuri srl
Impianti meccanici: Studio Zecchini e associati srl
Impresa edile: Mario Neri spa
Realizzazione: 2018 – 2022
Info: www.ambientevario.it
Foto: Davide Terenziani e Giovanni Danieli