Il tema della memoria in architettura ha radici profonde e si lega alla relazione simbolica tra storia, tempo e spazio. Il monumentalismo come cristallizzazione e celebrazione della storia risponde alla ricorrente «eterna necessità di creare simboli per le proprie attività, fato o destino», secondo la definizione di Siegfried Giedion (Architecture You and Me, 1958). Lo studio Skidmore, Owings & Merrill (Som) ha recentemente celebrato la memoria militare del proprio Paese con il progetto del nuovo Museo Nazionale dell’Esercito degli Stati Uniti (National Museum of the United States Army, Nmusa), inaugurato l’ottobre scorso nell’area di Fort Belvoir in Virginia, a pochi chilometri da Washington Dc.
Som è uno degli studi più internazionali e grandi al mondo, e anche tra i più longevi, visto che la sua fondazione risale al 1937. È stato per decenni il rappresentante emblematico dell’International Style americano e del suo «Impero irresistibile» descritto dalla storica americana Victoria De Grazia.
I cinque padiglioni del Museo Nazionale dell’Esercito degli Stati Uniti
In questo progetto Som ha affrontato un tema profondamente rilevante per la società americana, interpretando in architettura la memoria e la portanza simbolica dell’esercito degli Stati Uniti d’America, che conta circa 475 mila soldati ed è stato istituito nel 1775. Tale memoria viene rappresentata da cinque volumi metallici monolitici, introversi e monumentali di diverse altezze, collegati da passerelle vetrate. I padiglioni appoggiano su un altopiano, enfatizzando la maestosità del complesso. Oltre al museo, il sito ospiterà in fasi successive anche un’area per parate con tribuna, un giardino commemorativo e un sentiero dell’esercito con aree tematiche.
I cinque padiglioni, di cui il più alto è di 30 metri, sono sviluppati in circa 17.200 metri quadrati dedicati a mostre ed eventi speciali. Secondo i progettisti, la composizione e il percorso espositivo traggono ispirazione da tre ideali principali derivanti dalla cultura militare: disciplina, modestia e rigore. Come ricordato da Roger Duffy, ex partner dello studio e responsabile del progetto, «questi ideali sono serviti da guida in tutti gli aspetti del design, dalla facciata e terrazze esterne, fino alla hall e a molti degli spazi interni».
L’esposizione si sviluppa ricostruendo i diversi rami genealogici dell’esercito e focalizza l’attenzione sulla storia individuale e soggettiva di ogni soldato. Già all’esterno il visitatore è condotto verso l’entrata da una successione di totem in acciaio che narrano la memoria di singoli militari. Si accede al museo dalla hall al piano terra del volume centrale, da cui si diramano gli altri blocchi espositivi che accolgono diverse funzioni tra cui un centro di apprendimento sperimentale, negozi, un caffè, terrazze aperte al paesaggio, spazio mostre e un teatro.
La narrazione storica e simbolica prende avvio già in quest’area, dove su un muro di granito nero sono elencate tutte le campagne della storia dell’esercito, dalla guerra per l’indipendenza all’attuale lotta al terrorismo. La storia militare è rappresentata anche attraverso i colori utilizzati nel soffitto a cassettoni, decorato con 22 file di pannelli di vetro, stratificato traslucido. Un’ampia scalinata lignea conduce alle mostre del primo piano, dove sono organizzati spazi per uffici e una galleria d’arte dell’esercito. Passando al livello successivo, il visitatore accede alla sala dedicata ai veterani (Veterans’ Hall) e al tetto del volume centrale, che ospita una terrazza cerimoniale riservata alle medaglie d’onore, la Medal of Honor Garden, dove un muro in granito nero di 3 metri celebra i singoli nomi di ogni destinatario della medaglia. Uffici e magazzino occupano l’ultimo piano.
Se gli interni sono caratterizzati da materiali naturali come finiture in rovere bianco americano e pavimenti in pietra, le pareti esterne sono composte da una griglia regolare di pannelli in acciaio inossidabile tagliati a laser. All’angolo di ogni padiglione pannelli incassati di vetro si alternano ad alette in alluminio verniciato, raggiungendo un senso di dinamismo e, allo stesso tempo, mantenendo rigore e disciplina che sono aspetti centrali dell’intero progetto.
La facciata in acciaio e vetro enfatizza il carattere monolitico dei volumi e riflette la foresta attorno, in un dinamico dialogo costante tra natura e minimalismo tecnologico, che muta durante le stagioni e le ore del giorno. Il minimalismo dei padiglioni del museo richiama il Supermodernismo coniato da Hans Ibelings (1998), il quale descriveva la nuova sensibilità spaziale nata da involucri introversi e neutrali, in cui la sacralità dello spazio interno è celato dall’esterno neutrale.
Anche nel museo di Som la sacralità della memoria è enfatizzata dal contrasto tra neutralità, afonia delle pareti esterne e incalzante successione di immagini, colori e simboli militari nelle sale interne, che rappresentano e sintetizzano al visitatore la memoria e l’anatomia simbolica del corpo militare americano.
Museo Nazionale dell’Esercito degli Stati Uniti è Leed Silver
Il Museo Nazionale dell’Esercito degli Stati Uniti ha ottenuto la certificazione d’argento Leed Silver (acronimo di Leadership in Energy and Environmental Design).
Som, infatti, ha progettato il museo con caratteristiche di alta sostenibilità, in cui l’uso di energia e acqua è ridotto al minimo: i progettisti sono riusciti a raggiungere la riduzione del 36,5% dei costi energetici e del 43,2% del consumo di acqua rispetto alle rispettive linee di base Leed.
Altri sistemi e caratteristiche di alta efficienza energetica sono: i controlli automatici dell’illuminazione diurna e sensori di presenza, illuminazione a Led ridotto consumo, impianti idraulici a bassa portata, tetti verdi, forte isolamento, riscaldamento e raffreddamento a pannelli radianti.
Infine, come affermato dal direttore dello studio, Kristopher Takács, il raggiungimento di efficienza energetica rispecchia anche i principi dell’esercito: «Uno dei nostri obiettivi principali nel processo di progettazione era di ridurre l’impatto ambientale del nuovo museo creando un edificio ad alte prestazioni che ha espresso i principi leggendari dell’esercito. Siamo entusiasti che questo obiettivo sia stato raggiunto».
di Leonardo Zuccaro Marchi, foto di Dave Burk (da YouBuild n.18)
LA SCHEDA
Luogo: Fort Belvoir, Virginia, Usa
Progetto: Studio SOM
Certificati: LEED Silver Certification
Area del sito: 33,9 ha
Superficie costruita: 17.187 mq
Massima Altezza: 30 m
Data completamento: 2020
Info: www.som.com
Fotografia: Dave Burk (courtesy SOM)
Disegni: courtesy SOM