Lina Bo Bardi, Gae Aulenti, Cini Boeri, Zaha Hadid (prima donna a vincere il Pritzker Prize), Kazuyo Sejima, sono solo alcune delle figure femminili di architetti di primo piano che hanno segnato la storia del progettare. Con il numero di marzo, uscito proprio nella Giornata della Festa delle Donne, a rivista “Costruire in Laterizio”, dà voce ad alcune delle più interessanti firme contemporanee dell’architettura, senza tralasciare temi di carattere universale come sostenibilità, tecnologia, implicazioni sociali e culturali.
Tra le protagoniste Laura Andreini, autrice di un appassionato editoriale, le dublinesi Yvonne Farrell e Shelley McNamara (Grafton Architects), Pritzker Prize nel 2020, che interpretano con rigore e razionalità il carattere istituzionale di un edificio per l’alta formazione, la catalana Carme Pinòs che realizza stereometrie dinamiche animate da vibranti giochi chiaroscurali, l’indiana Samira Rathod, autrice di forme sinuose e sensuali in un’architettura fortemente emozionale.
Non manca l’italiana Benedetta Tagliabue e il suo approccio organico per la una chiesa ferrarese, la svedese Petra Gipp che predilige un linguaggio sobrio ed austero permeato da un convinto minimalismo, la belga Marlies Rohmer, con le sue eleganti tessiture, e l’italiana Cristina Celestino che raccontano di una profonda sensibilità per i materiali e per l’utenza, e la giovane progettista abruzzese Giovanna Pizella.