Dopo avere chiuso il 2022 con un fatturato consolidato di 409 milioni di euro (+5% rispetto l’anno scorso) e una redditività tra le migliori nella storia della holding, Gruppo Rubner prosegue l’anno con un nuovo investimento strategico da 25 milioni di euro per la ristrutturazione della sede di Chienes e la digitalizzazione dei processi produttivi di Rubner Türen, azienda del gruppo specializzata nella produzione di porte in legno di grande pregio per interni ed esterni.
Al centro del business il legno certificato
È nella segheria in Stiria che Rubner Holzindustrie lavora ogni giorno 1.500 m³ di tronchi provenienti da foreste entro un raggio di 70 km per una produzione annuale di 400.00 m³ di legname in forma di segati, legno lamellare e pellet. Altre due segherie, in Val Pusteria e in Tirolo orientale, contribuiscono ad assicurare al Gruppo una capacità produttiva tra le più elevate in Italia che garantisce l’autosufficienza della materia prima.
I segati vengono essiccati per essere trasformarli nei principali prodotti per l’edilizia con cui vengono realizzati gli elementi costruttivi prefabbricati per costruire case unifamiliari e bifamiliari, multipiani, edifici industriali e grandi opere. Facciate, finestre e porte in legno completano il portafoglio del Gruppo che proprio nella copertura della filiera, nella sostenibilità del prodotto e nei progetti premium vede le caratteristiche cardine della propria operatività.
E la sostenibilità
Oltre che sulla digitalizzazione dei processi produttivi, il focus per i prossimi anni è sulla sostenibilità. L’edilizia in legno ricopre un ruolo centrale per raggiungere l’obiettivo di neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050 e il Gruppo Rubner, con un’esperienza e un know how centenari, può contribuire attivamente.
Naturale, rinnovabile e capace di immagazzinare CO2, il legno è il materiale da costruzione ideale per le città del futuro. Nel suo percorso di sostenibilità, l’azienda cerca di ottimizzare al massimo l’uso di questa materia prima e di affiancarla ad altri materiali sani e sicuri per l’ambiente, come il sughero e la fibra di legno, utilizzati come isolanti, e le vernici a base d’acqua per le porte.
Tutte le aziende del Gruppo utilizzano i sottoprodotti del legno, generati durante i processi produttivi, per coprire il loro fabbisogno di riscaldamento interno, mentre circa il 14% del fabbisogno annuale di energia elettrica è, attualmente, coperto da impianti fotovoltaici appositamente installati e alimenta i processi produttivi.
Peter Rubner | Presidente del Gruppo Rubner
Senza dubbio il 2022 è stato un ottimo anno. La differenziazione dei modelli di business è stata la forza del Gruppo per cui, se le aziende attive nei progetti hanno subìto una riduzione dei margini a causa dell’aumento dei prezzi e dei materiali, quelle attive nell’industria del legno, che hanno tempi di consegna più stretti e possono reagire rapidamente ai cambiamenti di mercato, hanno performato eccezionalmente bene. Nel nostro settore è raro trovare una realtà in grado di coprire tutta la catena del valore: ciò ci permette non solo di essere autosufficienti ma anche di assicurare al cliente tempi e costi certi, oltre a un unico interlocutore capace di affiancarlo dalla progettazione all’esecuzione. L’altra caratteristica che ci contraddistingue è l’aver puntato sul segmento premium invece che su quello standard, con offerte di soluzioni tecnologiche di alto livello che ci permettono di andare incontro alle richieste particolarissime di progettisti e committenti. Ne è un esempio Roots, il multipiano di 20 piani e 72 metri d’altezza più alto della Germania, che abbiamo appena terminato ad Amburgo o il nuovo iconico edificio del mercato del pesce di Sidney. Cerchiamo di usare anche lo scarto in maniera intelligente, principalmente per generare calore e continuiamo a investire tanto nel fotovoltaico con l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza energetica.