Sembra un filamento di Dna l’edificio progettato a Taiwan, in Cina, dallo studio belga Vincent Callebaut Architectures. La struttura a doppia elica che gira di 90 gradi attorno a un punto di base fisso trasfigura la classica forma della torre e appare nel centro urbano come una montagna contorta e verde.
È evidente la relazione dell’opera con il Bosco verticale di Stefano Boeri a Milano. La filosofia è la stessa e sembra essere una chiave di lettura ecosostenibile per tutte i grattacieli futuri, a patto che le residenze all’interno non siano destinate esclusivamente ad ambienti di lusso. La facciata, il tetto e i balconi della torre contengono 23mila alberi e arbusti, progettati per assorbire 130 tonnellate di anidride carbonica all’anno, ovvero l’equivalente di emissione di circa 27 automobili.
Cina: un grattacielo ecosostenibile e autosufficiente
Il progetto di Agora Garden è incentrato sul concetto di cradle to cradle per cui nessun materiale è buttato via, ma viene trasformato e riutilizzato. Il design della torre comprende pannelli solari sul tetto e il riciclaggio dell’acqua piovana, oltre a illuminazione e ventilazione naturale. L’obiettivo dei nuclei abitativi è quello di sensibilizzare le famiglie a curare un proprio orto personale, al fine di rendere i residenti coltivatori del loro stesso cibo. Le grandi terrazze sono progettate con spazi per riutilizzare l’umido come fertilizzante organico, cisterne per l’acqua piovana per l’irrigazione, celle a combustibile per fornire energia elettrica.
(Giacomo Casarin)