È l’architetto Filippo Taidelli dello studio FTA ad aggiudicarsi il primo premio nella categoria Centri commerciali e direzionali, all’undicesima edizione di Grand Prix. Vincitore il progetto del Centro Congressi che sorge al confine tra i Comuni di Rozzano e Pieve Emanuele (MI), insieme al più vasto intervento del Campus Humanitas University, comprendente nuovi edifici per la didattica e laboratori di ricerca che si collocano come elemento integrativo al vicino ospedale.
Il principio formale alla base del progetto si fonda su una composizione di volumi policromi scomposti in tre diversi rivestimenti dai toni caldi e materici che accentuano l’articolazione dinamica nel complesso e generano un rapporto proporzionato a dimensione d’uomo. Tutti gli edifici presentano facciate ventilate in grès porcellanato Casalgrande Padana, posate su una struttura leggera, fissata alla muratura retrostante, con interposto un isolamento termico continuo che avvolge l’intero corpo di fabbrica. A interrompere le facciate opache si delineano le finestre caratterizzate da imbotti asimmetrici bianchi e le ampie vetrate d’ingresso.
Per la facciata ventilata del Centro Congressi è stato utilizzato il color Botticino della collezione Marte, nel formato 60×120 cm, mentre per il Campus Humanitas University, sono stati scelti i colori Dragon Beige e Dragon Brown della collezione Amazzonia e il colore Porto Cervo della collezione Pietre di Sardegna, entrambi in formato 45×90 cm. Scelte che sottolineano una ricercata sensibilità compositiva nell’armonizzare la qualità degli spazi e le superfici di rivestimento, attraverso la scelta delle diverse tonalità color terra.
Humanitas Congress Center
Il nuovo padiglione di ingresso del Centro Congressi Humanitas è stato concepito come ampliamento di 600 mq del padiglione ospedaliero che attualmente ospita il Centro Congressi, con lo scopo di realizzare un accesso indipendente dall’ambito sanitario alle sale congressuali esistenti. Lo spirito che ha accompagnato questo obiettivo è stato contraddistinto dall’intenzione di coniugare la rappresentatività che doveva necessariamente caratterizzare il nuovo ambiente, con le caratteristiche formali del corpo esistente.
La scelta delle caratteristiche dell’aspetto della nuova hall di ingresso al Centro Congressi è ricaduta su una rilettura degli elementi formali presenti in loco e già adottati nelle nuove costruzioni dell’Humanitas University Campus. La scatola vetrata che si connette al padiglione ospedaliero si configura come un volume etereo che consente grande trasparenza e visibilità sia dall’interno che dall’esterno, trasformandosi in una lanterna quando illuminato di notte.
Humanitas University Campus
Il campus si colloca in una posizione baricentrica rispetto al masterplan generale, consentendo ampia flessibilità alle future espansioni e garantendo un collegamento fisico e visivo immediato con l’ospedale esistente. Si definisce così un borgo isolato circondato dalla natura incontaminata, progettato per ospitare 1.200 studenti provenienti da 31 paesi del mondo, docenti, ricercatori, un Simulation Lab di 2.000 metri quadrati tra i più tecnologici e grandi d’Europa, aule high‐tech, biblioteca digitale e residence.
La composizione volumetrica del Campus riprende la tipologia a corte della cascina e il carattere introverso dei suoi volumi raccolti armoniosamente intorno all’aia. Un concetto estremizzato dalla sovrapposizione di volumi che conferiscono dinamicità al complesso. In questo caso la nuova corte è la piazza che viene vissuta dagli studenti e accoglie i tre ingressi vetrati degli edifici.
Interni colorati
All’interno degli edifici del Campus viene riproposto il gioco di volumi tramite la realizzazione di masse policrome disposte su vari piani che, come un elegante gessato, scalda e caratterizza i diversi ambienti dell’università. Il rivestimento fonoassorbente colorato, che si interrompe solo nelle anse che segnalano gli ingressi alle aule, assolve alla funzione fondamentale di garantire l’isolamento acustico degli ambienti aperti e molto articolati nello spazio. In questo caso l’architetto Taidelli ha scelto i colori Nebraska e Nevada (nella finitura reticolo) della collezione Technic di Casalgrande Padana, entrambi nel formato 20×20 cm.
Anche all’interno del Centro Congressi un rivestimento fonoassorbente avvolge le pareti interne prospicenti l’ingresso all’edificio, formando una quinta uniforme che si interrompe solo nelle anse vetrate. Qui Taidelli ha scelto il colore Dark Ivory della collezione Architecture e il color Bianco (nella finitura roccia) della collezione Technic. In tutti gli edifici, invece, alle quinte descritte fa da sfondo un pavimento in gres porcellanato effetto pietra, con posa a correre sfalsata sul lato corto, della collezione Chalon nel color Chalon Grey, che simula la pietra di ceppo naturale e prosegue come un tappeto senza fine anche nei camminamenti esterni.