Lo studio Grafton Architects prende il nome dalla via più caratteristica di Dublino, la Grafton Street. Qui nel 1978 due giovani professoresse dell’University College hanno iniziato un percorso che le ha portate a diventare lo studio di architettura più famoso d’Irlanda. In Italia Yvonne Farrell e Shelley McNamara sono conosciute soprattutto per il progetto della nuova Università Bocconi di Milano, vincitore del World Building of the Year nel 2008 e da poco insignito del premio irlandese più importante per l’architettura, la medaglia d’oro del Royal Institute of the Architects of Ireland (RIAI).
Il rapporto di Grafton Architects con la Biennale di Architettura
Lo studio Grafton Architects ha partecipato alla Biennale di Architettura 2002 e ha vinto il Leone d’Argento alla Biennale di Architettura 2012, insieme all’opera di Paulo Mendes da Rocha, con il progetto del nuovo Campus UTEC dell’Università di Lima in Perù, che nel 2016 è stato insignito anche del RIBA International Award. Hanno poi partecipato alla Biennale di Architettura 2016 con il progetto The Physics of Culture.
Il presidente della Biennale Paolo Baratta ha dichiarato: «Le curatrici, note per la raffinatezza del loro lavoro, sono conosciute anche per una intensa attività pedagogica e per la loro capacità di coinvolgere e appassionare le nuove generazioni». Sono soprattutto le costruzioni in ambito scolastico e istituzionale ad aver reso celebri la Farrel e la McNamara, che hanno realizzato almeno dodici edifici di rilievo legati al tema dell’educazione, a partire dal 2003, con la North Kildare Educate Together School.
La qualità dello spazio
La riflessione progettuale dello studio irlandese si basa sulla profonda attenzione alla qualità dello spazio pubblico e privato, del territorio e del paesaggio, presi come riferimenti principali e allo stesso tempo finalità dell’architettura, che nella visione di Grafton Architects si sofferma sul rapporto chiaroscurale tra le masse, generando una composizione plastica di pieni e vuoti.
La 16a edizione della Biennale di Architettura pone al centro dell’attenzione proprio la questione della qualità dello spazio, intitolandosi Freespace. Le due curatrici hanno aggiunto: «Quando abbiamo scritto il Manifesto, volevamo che contenesse soprattutto la parola spazio. Volevamo scovare anche nuovi modi di utilizzare le parole di ogni giorno, che potessero in qualche modo portarci tutti a ripensare il contributo aggiuntivo che noi, come professionisti, possiamo fornire all’umanità. Per noi l’architettura è la traduzione di necessità – nel significato più ampio della parola – in spazio significativo».
L’apertura della 16a Mostra Internazionale di Architettura è prevista per sabato 26 maggio e la chiusura per domenica 25 novembre 2018.