Verde pensile significa efficienza energetica, isolamento termico, impermeabilizzazione, oltre che un miglioramento ambientale per le zone ad alta urbanizzazione. Il settore dell’edilizia sta dimostrando un’attenzione sempre più crescente a sistemi e tecnologie specializzate che consentono di realizzare giardini pensili professionali, per i quali i progettisti e le imprese ricercano garanzie nel tempo di durata ed efficienza. L’utilizzo delle coperture come aree fruibili aumenta il valore dell’edificio e consente spesso di migliorarne anche l’aspetto estetico.
Terrazze fruibili e aree verdi sono esempi di sistemazioni delle coperture che rappresentano soluzioni architettoniche di sicuro interesse, anche perché una recente delibera del Ministero dell’Ambiente chiarisce che le riqualificazioni che vanno in questo senso rientrano fra gli interventi che legittimano a fruire di incentivi fiscali per il miglioramento energetico dell’edificio. Si riconosce quindi, per le riconversione di lastrici solari in verde pensile, la possibilità di usufruire delle detrazioni fiscali del 50% della spesa sostenuta.
I sistemi per coperture a verde pensile che fino a qualche tempo fa hanno trovato grande diffusione sono sempre stati sistemi ispirati a quelli utilizzati nei paesi centro europei, calibrati alle condizioni meteo climatiche continentali. Ma Harpo verdepensile ha introdotto ormai da anni dei sistemi per giardini pensili studiati e mirati per il nostro clima mediterraneo: in Italia il verde pensile svolge un’importante azione di isolamento termico estivo (meno rilevante al nord), ma le piogge più violente rendono necessaria una maggiore capacità di assorbimento delle superfici.
I sistemi di giardino pensile
Le proprietà di un terreno naturale sono soggette ad un’estrema variabilità, per cui ne è difficile esprimerne le prestazioni, pur eseguendo numerose e costose analisi. Al contrario un substrato per coperture a verde, costruito ad hoc, offre al tecnico una serie di performance certe ed esalta le caratteristiche necessarie in un giardino verde. Per esempio, la proposta di Harpo verdepensile si divide in quattro sistemi:
- Giardino pensile estensivo è il sistema più semplice da realizzare e da mantenere: a basso peso, con costo contenuto e bassissima manutenzione. Viene utilizzato prevalentemente al nord o comunque nella fascia climatica temperata.
- Con il Giardino pensile inclinato è possibile inverdire un tetto in pendenza come un tetto piano, attraverso opportuni accorgimenti tecnici e progettuali per evitare l’effetto scivolamento. Generalmente i tetti inclinati sono inverditi a sedum, un “tappeto” poco sottile e di minor peso che, grazie alla scarsa manutenzione, rende immediato l’impianto e l’effetto finale.
- Giardino pensile intensivo leggero: con questo sistema si identificano giardini pensili generalmente a prato, con la possibilità di mantenere contenuti gli spessori, il peso, i costi di realizzazione e di manutenzione. In questo sistema possono essere introdotte strutture di arredo e pavimentazione, la vegetazione è limitata alle specie cespugliose di media grandezza.
- Giardino pensile intensivo è il sistema a verde pensile studiato per consentire la realizzazione di qualsiasi tipo di giardino pensile, anche con alberature di grandi dimensioni, arredo pesante e pavimentazioni carrabili. Le possibilità di realizzazione su questo sistema sono veramente ampie, i limiti di progetto sono determinati solo dalle caratteristiche della struttura portante.
Tutti i singoli componenti del sistema Harpo verdepensile sono rispondenti a quanto previsto dalla norma UNI 11235 di istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione di coperture a verde, che definisce i requisiti minimi per ognuno degli elementi utilizzati nel sistema. Inoltre precisa quali sono gli elementi primari, quelli cioè che devono essere sempre presenti.
Prestazioni principali della copertura verde
I vantaggi dei substrati a norma UNI 11235 consistono in bassa comprimibilità nel tempo, rapporto ideale acqua-aria per l’apparato radicale, elevata capacità di scambio cationico (capacità cioè di trattenere i nutrienti, con conseguente minore fertilizzazione), elevata ritenzione idrica (e conseguente riduzione dell’apporto d’acqua di irrigazione). In pratica, con l’utilizzo dei substrati a norma si ottiene una drastica riduzione dei costi di gestione in termini di irrigazione, concimazione, manutenzione.
Tra i substrati devono essere considerati:
- Elemento filtrante: l’interazione che si crea fra terreno ed il filtro qualora non correttamente valutata, può produrre fenomeni di intasamento che possono portare alla perdita totale di funzionalità del sistema. Le caratteristiche dell’elemento filtrante devono essere definite in base alla granulometria del terreno utilizzato, in modo da innescare all’interno del terreno la formazione di un filtro naturale detto filtro rovescio, in grado di evitare la migrazione delle particelle fini o l’intasamento del filtro.
- Elemento drenante: un substrato che deve essere dimensionato in modo da garantire l’evacuazione dell’acqua in eccesso. Anche in questo caso la capacità drenante va definita in funzione della pioggia critica, dell’inclinazione e dimensioni del solaio, del coefficiente di deflusso del sistema.
- Elemento di accumulo e areazione: queste funzioni sono spesso integrate nell’elemento drenante. In sostanza il sistema deve garantire, anche in caso di completa saturazione, la presenza di ossigeno per le radici, e allo stesso tempo deve trattenere un quantitativo d’acqua sufficiente per creare un effetto volano fino al nuovo apporto d’acqua che può essere convogliato dalla pioggia o tramite impianti di irrigazione.
- Vegetazione: La norma UNI 11235 prevede spessori minimi di substrato a norma in funzione della vegetazione da utilizzare. Ad esempio 8 cm per una copertura a sedum, 10 per le erbacee perenni, 15 per il prato ecc. Questi sono da intendersi come spessori minimi per cui dovranno essere verificati in funzione delle condizioni locali, esposizione, vento e così via.
- Elemento di protezione alla penetrazione delle radici: può essere integrato con l’elemento di impermeabilizzazione, in questo caso la membrana deve passare il test EN 13948 e garantirà quindi tenuta all’acqua e tenuta alle radici.
Richiedere che un sistema sia a norma UNI 11235 significa assicurarsi che, sia per il sistema che per i suoi componenti, vengono soddisfatti requisiti minimi, verificabili. Inoltre, va considerato che in un sistema di questo genere ogni elemento interagisce intimamente con gli altri, e per questo è necessario conoscere i meccanismi intrinseci in termini meccanici, idraulici e fisici. Si devono infatti poter prevedere e controllare gli effetti delle variazioni fisiche e meccaniche del sistema nel tempo, in modo tale che la corretta messa a punto del giardino pensile possa garantirgli una vita lunga, rendendo minime le operazioni di manutenzione e l’apporto idrico dell’irrigazione.