Gare pubbliche rallentate dal malfunzionamento della nuova piattaforma

Angelo Massimo Deldossi | Presidente Ance Brescia

I primi giorni dell’anno sono stati difficili per le stazioni appaltanti alle prese con nuovi strumenti digitali. Lo switch off alla nuova piattaforma Anac per l’ottenimento dei cig (codici identificativi gara) da parte delle stesse non ha funzionato come dovuto paralizzando le gare sull’intero territorio nazionale.

Angelo Massimo Deldossi | Presidente Ance Brescia
L’opinione di Angelo Massimo Deldossi | Presidente Ance Brescia

Non si può pensare che sistemi ideati per far crescere un paese lo rallentino nei fatti e, peggio, rischino di farlo regredire soprattutto considerando che tanti fattori erano noti. Per esempio, la carenza dell’infrastrutturazione tecnologica e digitale delle pubbliche amministrazioni o le competenze digitali dei funzionari, che non sono stati adeguatamente formati e preparati nel tempo, né avranno un periodo transitorio per farlo sui nuovi sistemi.

A partire dal 1° gennaio 2024 la disciplina in tema di digitalizzazione prevista dal nuovo Codice dei contratti pubblici riferita a tutte le procedure di affidamento, anche Pnrr, ha acquisito piena efficacia, dando vita a un sistema particolarmente complesso di e-procurement pubblico. Una vera e rilevante novità per l’Italia. Al fine di consentire il passaggio ai nuovi sistemi, il 31 dicembre 2023 è stato dismesso il servizio Smartcig, utilizzato dalle stazioni appaltanti soprattutto per i micro-affidamenti di servizi e forniture.

Al suo posto è stata attivata da Anac la nuova Piattaforma dei contratti pubblici (Pcp) che, nelle intenzioni, interopera con le piattaforme di approvvigionamento digitali per la gestione di tutte le fasi del ciclo di vita dei contratti pubblici, tra cui il rilascio del cig per le nuove procedure di affidamento e l’assolvimento degli obblighi di pubblicità in ambito comunitario e nazionale. Ma al momento del passaggio alla nuova piattaforma si sono registrati disservizi che hanno reso impossibile il lancio di nuove gare.

Il sistema nato con lo scopo di facilitare e velocizzare le procedure, viste anche le stringenti scadenze dei progetti del Pnrr, ha ottenuto un effetto inverso dilungando le tempistiche. Come evidenziato dall’esperto nei contratti pubblici, Maurizio Greco, in un’analisi rilasciata per la testata online Appalti e contratti, consultando gli opendata di Anac relativamente ai cig emessi si può appurare che nel 2023 in un mese medio sono stati acquisiti 376mila smartcig, di cui 293mila sotto i 5 milioni. Facendo un calcolo su base annua sono circa 4,5 milioni di smartcig all’anno. Ogni caricamento richiedeva al massimo due minuti di lavorazione.

Attualmente per acquisire un cig sino a cinque milioni sulla piattaforma dei contratti pubblici, occorrerebbero in media otto minuti. Tempistiche che si dilungano sino a venti minuti per incarichi oltre i cinque milioni, di cui otto minuti riferibili solo all’ottenimento del cig. Stimando dunque sulla base dei 4,5 milioni di smartcig potenziali annui, moltiplicandoli per sei minuti ciascuno risultano 450mila ore di lavoro in più rispetto a prima.

Il fattore tempo è essenziale e non può essere una pedina con cui la burocrazia può giocare, soprattutto in un momento storico cruciale nel quadro dell’economia mondiale. Sono tanti i settori a rischio e i danni potrebbero essere incalcolabili. Si pensi all’impossibilità di assegnare incarichi di progettazione, di collaudo di opere strategiche oppure alle mancate manutenzioni negli ospedali, nelle scuole, sui ponti e, peggio, all’interruzione nell’acquisto di nuove forniture ospedaliere necessarie per poter svolgere i servizi essenziali.

Non è solo fallimento del progetto di digitalizzazione, ma fallimento del sistema economico. Se non vengono presi urgentemente efficaci provvedimenti per risolvere la situazione, il paese sarà messo in grandi difficoltà, anche nei confronti delle altre economie, a partire da quelle europee.

di Angelo Massimo Deldossi
presidente Ance Brescia

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