Come si progetta un sistema di flussi senza soluzione di continuità? Questa è la domanda che ha avviato il dibattito sulla mobilità del futuro, per il ciclo di incontri previsti all’interno della mostra “Smart City: Materials, Technologies & People”, presso il Superstudio Più di via Tortona. Protagonista è stato Flows, magazine online di mobilità sostenibile, insieme agli ospiti Massimo Ciuffini, coordinatore area mobilità della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Roberto Timo, strategy development manager di NET Engineering, e Christoph Von Nell, traffic consulting di Spiekermann.
Come si progetta quindi un sistema senza soluzione di continuità? Il fulcro della questione è quello della mobilità e dei flussi, un tema che impone all’attività progettuale la concentrazione sulle relazioni, quindi su ciò che unisce e non soltanto su un punto terminale o di passaggio. Sappiamo infatti che il trasporto pubblico si basa sulle soluzioni di continuità, ovvero i luoghi dove i sistemi si interrompono, le soglie, che sono punti di aggancio significativi per la progettazione.
Le risposte su cui ragionare sono progettazione di flussi e intermodalità: “Uno dei lavori di progettazione di NET Engineering, per esempio, è pianificare come persone e veicoli si spostano nello spazio”, ha spiegato l’ingegnere Roberto Timo, “E un approccio è l’ingegneria di sistema, cioè tenere in considerazione tutti gli spostamenti per comporre il mosaico del sistema di trasporto”. Le domande iniziali che bisogna porsi sono: quali sono i fabbisogni della mobilità? E quali sono i livelli di servizio, di capacità di performance, che possono soddisfare tali fabbisogni? Successivamente avviene la vera e propria progettazione della soluzione di tracciato migliore, che andrà a interferire con un contesto urbano complesso fatto di abitazioni, esercizi commerciali ecc. dove si dovrà decidere il miglior veicolo per l’infrastruttura che si sta creando. Fino ad arrivare ai temi della manutenzione e della sostenibilità.
L’obiettivo è la valorizzazione del contesto ambientale nel quale l’infrastruttura si muove. L’architetto Massimo Ciuffini ha sottolineato: “Fra tutti i settori industriali, quello della mobilità è quello che ha le performance peggiori: in tutte le previsioni è l’unico che non ha ancora prospettive di crescita sostenibile. Ora, l’elemento che sta cambiando tutto è il digitale: l’utente è in grado di dominare i servizi di mobilità attraverso lo smartphone”. Grazie all’innovazione tecnologica, lo spostamento delle persone deve poter trovare una risposta efficiente nel trasporto pubblico, perché il trasporto individuale, con l’automobile, non è più sostenibile.
Christoph Von Nell di Spiekermann ha quindi raccontato un sistema di trasporto pubblico intermodale a Colonia che mette il viaggiatore nelle condizione di poter informarsi sui tragitti, e successivamente pagare, attraverso un unico sistema sostenibile. Il progetto intermodale connette infatti più tipi di trasporti e infrastrutture, legati a un unico sistema che è in grado di trasmettere informazioni sui veicoli disponibili con immediatezza, di far ottenere i biglietti con facilità, e infine di comunicare sempre una possibile alternativa di spostamento alla persona che viaggia. L’ingegnere Von Nell ha poi sottolineato come tutti i diversi punti di vista siano importanti a definire il sistema di mobilità del futuro e come sia fondamentale la presenza di tutti gli operatori intorno al tavolo di lavoro, quindi anche della pubblica amministrazione e delle aziende di trasporti, oltre ai progettisti.