Federcostruzioni su rigenerazione urbana, salvaguardia del territorio e decarbonizzazione

Territori, città, paesaggi, immobili storici ed edifici contemporanei, comunità di persone e attività produttive sono al centro dei cambiamenti epocali che caratterizzano questo nuovo Millennio.

L’industria delle costruzioni, in tutte le sue componenti, è chiamata ad attuare molte delle trasformazioni necessarie a innescare i nuovi modelli organizzativi sociali ed economici basati su standard di sviluppo sostenibili, e le città giocano un ruolo primario nei processi di ripensamento a livello globale dell’organizzazione energetica, abitativa, urbanistica e ambientale.

Due tavole rotonde Federcostruzioni a Milano e a Napoli

I due incontri organizzati da Federcostruzioni, il 15 aprile scorso a Napoli e il 15 ottobre a Milano, nell’anno in cui ricorre il 15esimo anniversario della sua fondazione, hanno messo a fuoco il tema della rigenerazione urbana come opportunità di uno sviluppo sostenibile sia per le città del Mezzogiorno sia per le aree a maggior sviluppo industriale e terziario del Nord del Paese.

Tavola rotonda | «Rigenerazione Urbana. Inclusività per le città del futuro. Valorizzare idee e progetti di città inclusive dove le famiglie e tutte le persone possano vivere in sicurezza e sviluppare i propri sogni».

Paola Marone, presidente Federcostruzioni nel corso dell’incontro milanese dal titolo “L’edificio al centro” si è così espressa: «È fondamentale, oggi, individuare una visione prospettica del comparto delle costruzioni che sia di lunga durata e senza cambi di regole. Il cardine dell’attività edilizia in questa e nelle future fasi è sicuramente la rigenerazione e riqualificazione urbana anche per dare avvio al processo ineludibile di miglioramento e adeguamento qualitativo e strutturale del patrimonio edilizio e dell’ambiente circostante (il 55% degli edifici italiani risale agli anni ‘60/70 e il 19% è antecedente al 1919 – cfr dati Enea) anche in funzione della direttiva Case Green, che pone quindi l’edificio al centro. I dati del nostro ultimo Rapporto ci dicono che la filiera delle costruzioni gioca un ruolo trainante per la crescita del Paese. Edilizia, infrastrutture, mobilità sostenibile, rigenerazione urbana sono le voci che ci vedono protagonisti all’interno del Pnrr, che rappresenta una sfida per guardare al futuro anche oltre il 2026».

Le opportunità per il Mezzogiorno

Di estremo interesse sono state anche le riflessioni emerse nel corso dell’evento “L’impegno della filiera delle costruzioni per la decarbonizzazione: la tutela del Made in Italy” che si è tenuto a Napoli lo scorso 15 aprile, presso l’Aula Magna dell’Università Federico II.

È stata un’importante occasione di confronto fra le principali Federazioni associate, con le Autorità nazionali e regionali, le Imprese, le Università e i Professionisti che operano nel comparto edile, sulla necessità di valorizzare la filiera italiana dei materiali e delle costruzioni, a garanzia di sicurezza e sostenibilità, anche alla luce dell’ambiziosa sfida della decarbonizzazione.

E la sfida delle sfide è certamente rappresentata dalla rigenerazione urbana. A questo proposito, all’interno dell’evento si era tenuta una tavola rotonda dal titolo: Le opportunità per il Mezzogiorno. Un confronto ricco di spunti di riflessione che indirizzano verso una maggiore tutela e valorizzazione dei territori e del loro patrimonio, un rinnovato e più efficace controllo della salvaguardia del Verde. Un’efficace gestione dei progetti di rigenerazione urbana richiede infatti una visione che integra azioni di riqualificazione edilizia e ambientale, del tessuto sociale e produttivo dei territori, ricchi di beni storici e culturali che determinano i caratteri distintivi delle città del Mezzogiorno d’Italia.

La presidente di Federcostruzioni, anche in quell’occasione non mancò di chiedere al Governo «Misure a supporto di un progetto industriale di lunga durata, necessario per raggiungere gli standard in campo energetico richiesti dall’Europa. La cosiddetta direttiva Case Green dovrà portare a un taglio del 16% dei consumi al 2030 e del 20/22% entro il 2035, risulta per noi molto costosa e complessa. La sfida per l’Italia è importante: la direttiva, secondo stime di Ance, impatterà su un patrimonio immobiliare residenziale di 12,2 milioni di edifici di cui circa 9 milioni rientrano nelle classi più energivore (E ,F, G) che corrispondono a circa il 73% del totale. È indispensabile quindi predisporre le necessarie risorse pubbliche, anche derivanti da fondi europei per supportare gli investimenti necessari alla filiera industriale delle costruzioni. Ma è anche occasione per un piano di rigenerazione urbana da affrontare con una visione interdisciplinare e integrata. Innovazione, digitalizzazione, rigenerazione urbana sono dunque gli obiettivi da perseguire».

Di questa tavola rotonda sono disponibili gli interventi:

del Prof. Ing. Aldo Aveta (V. Presidente Aniai Campania, Università di Napoli Federico II)

dell’Ing. Attilio Montefusco (Past President Rotary Club Napoli)

della dott.ssa Maria Ameli (Head of Direzione Wealth Advisory – Banca Generali)

del Prof. Marco D’Orazio (Ordinario di Architettura Tecnica e Prorettore vicario Università Politecnica delle Marche).

Il video dell’evento

 

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