A Sarnano, nelle Marche, in soli sei mesi è stato costruito un edificio scolastico a energia quasi zero con i requisiti di solidità necessari per una assoluta sicurezza. È il caso della scuola materna Benedetto Costa. Gravemente danneggiata e resa inagibile dagli eventi sismici del 2016, è stata integralmente ricostruita grazie all’intervento della Regione Friuli Venezia Giulia attraverso la sua Protezione Civile in concorso con tecnici e aziende friulane. Al di là della semplicità dell’architettura, l’edificio presenta caratteristiche strutturali, impiantistiche e ambientali tali da poter essere considerato come esempio di una cultura dell’intervento post-sismico che supera l’idea di emergenza.
A Sarnano la scuola materna è in classe 4
La scuola materna di Sarnano, in provincia di Macerata, può ospitare complessivamente 150 persone, fra bambini e personale. Si trova ai margini del centro storico del comune marchigiano di origine medievale che conta circa 3.200 abitanti e si erge nel cuore dei Monti Sibillini. Il progetto nasce da un’attenta analisi del luogo e dell’edificio preesistente, un esemplare di architettura vernacolare molto semplice, ma che per la sua funzione era ben radicato nella memoria collettiva, e del suo rapporto con la città in quanto snodo fra centro storico ed espansioni moderne.
Su queste basi il progetto si incarna in un volume che raccoglie la memoria del preesistente nel raccordare due differenti livelli del terreno, creando così due piani terra, con spazi esterni anche di uso pubblico, che di fatto ampliano la superficie dello spazio di relazione. L’edificio, oltre che ai suoi utenti naturali, si apre in questo modo all’intera comunità in un’idea di architettura inclusiva. La soluzione architettonica tende all’essenzialità e tuttavia, nel complesso, riesce a comunicare la sua funzione con efficacia e senza eccedere nel minimalismo di maniera che spesso nasconde, anche male, sia povertà di idee che un eccesso di controllo formale.
L’urgenza di costruire, di restituire quindi alla comunità un edificio così importante anche simbolicamente, assieme alla volontà di andare oltre l’emergenza ha spinto per la soluzione più avanzata: strutturale, impiantistica e di comfort ambientale. Il risultato è un edificio strategico in Classe 4 antisismica, utilizzabile dalla cittadinanza come luogo sicuro nelle immediate fasi successive di un possibile evento sismico, di Classe energetica A++++, e quindi certificato anche in Classe nZeb / Near Zero Energy Building.
Elemento strategico per il raggiungimento dei risultati prefissati è stata la scelta della struttura portante, che è in calcestruzzo armato, totalmente isolata e concepita in modo da consentire di realizzare i tamponamenti, l’isolamento perimetrale, il supporto degli impianti e dei pannelli interni di finitura in un’unica fase, comprimendo in questo modo i tempi di realizzazione.
Ciò è stato possibile grazie all’impiego di soluzioni tecnologiche brevettate da Pontarolo Engineering, azienda friulana impegnata nella ricerca e sperimentazione di tecniche costruttive innovative, mentre le fasi e le sequenze operative sono state attentamente considerate e razionalizzate attraverso l’apporto del costruttore, un’azienda che vanta una significativa tradizione costruttiva e che era stata fra i protagonisti della ricostruzione post-terremoto del Friuli. L’architetto Ermanno Dell’Agnolo della società di ingegneria Set (Servizi edilizia territorio) si è occupato del management sia progettuale sia in fase di direzione dei lavori.
Edilizia scolastica a energia quasi zero
I requisiti nZeb sono stati raggiunti tramite la realizzazione di un impianto idraulico specifico per il riuso dell’acqua piovana destinata all’irrigazione del giardino e per i servizi igienici. L’impianto radiante a pavimento (con oltre 6mila metri di tubazione per piano) è alimentato da due pompe di calore connesse a dieci aghi geotermici infissi nel terreno fino alla profondità di 150 metri e capaci di fornire oltre 75 kW di energia termica.
L’impianto ad aria primaria utilizza un dispositivo costruito ad hoc dalla Rhoss di Udine, che recupera il 92% dell’energia termica e il 90% dell’umidità con un elevatissimo comfort ambientale a costo pressoché nullo. Gli impianti sono completati da un campo fotovoltaico connesso a un pacco di batterie al litio capaci di immagazzinare 25 kW con la capacità di produrre 43 kW di picco, e da un’area di 10 mq di pannelli solari per la produzione di acqua sanitaria. Il fotovoltaico, gli impianti elettrici e di rete dati sono connessi ai quadri generali precablati e collocati in un apposito vano.
I corpi illuminanti sono tutti regolabili, a bassissimo consumo (Led) e comandati da luxometri per una corretta e costante luminosità, inoltre l’impianto è integrato da rilevatori di presenza automatici. Ogni componente dell’involucro edilizio contribuisce in modo significativo alla qualità totale anche dal punto di vista energetico. Le finiture di tutte le superfici orizzontali e verticali, degli infissi e degli arredi concorrono alla realizzazione di un ambiente confortevole e salubre.
LA SCHEDA
Committente: Protezione Civile Regione Friuli Venezia Giulia
Rup: Luciano Sulli
Team di lavoro: Protezione Civile F.V.G (Gianni Burba, Paolo Zuliani, Ugo Cosa, Francesco Bombasaro – collaudo)
Professionisti esterni: Ermanno Dell’Agnolo (SET srl) – project manager: Angelo Salamon
Imprese: ATI Riccesi Holding srl (Fabrizio Briganti – coordinatore) + Balsamini Impianti (Nazareno Malattia – coordinatore)
Tecnologie costruttive: Pontarolo Engeenering Spa (Paolo Sartori – coordinatore)
(Stefano Tessadori)