Continuiamo a parlare di design, sull’onda del Salone di Milano. Fino alle onde di Nizza, dove i giovani architetti Stefano Carera e Eirini Giannakopoulou dello studio Sceg Architects hanno curato e progettato la ristrutturazione degli interni dell’Hotel Les Cigales. Eco minimalista, decorazioni floreali e un po’ di cultura greca.
«Qui tutto splende, tutto fiorisce, tutto canta». Con queste parole Victor Hugo descriveva il fascino, la bellezza e lo stile di vita della Costa Azzurra. Nizza è il cuore pulsante di questa regione e sin dai tempi della Belle Époque è meta di artisti, pittori, poeti e architetti in cerca d’ispirazione e svago. Marc Chagall, Henry Matisse, Alberto Giacometti, Pablo Picasso e Le Corbusier hanno soggiornato e goduto del clima mite di questa bellissima terra racchiusa fra mare e montagna, lasciando ai turisti le loro opere d’arte.
Per chi visita Nizza oggi, una delle tappe imprescindibili è la Promenade des Anglais, il bellissimo lungomare cittadino. A poca distanza da essa, nel centro città, in un piccolo palazzo in stile Liberty lo studio Sceg Architects ha ristrutturato gli ambienti interni dell’Hotel Les Cigales. Punto di partenza e filo conduttore di tutta l’idea progettuale sono le radici culturali degli architetti e lo studio dell’etimologia della parola greca xenodochio. Il sostantivo, usato per definire il termine albergo, si può tradurre letteralmente in «contenitore del viaggiatore», un principio che gli architetti hanno poi trasposto nella scelta dei materiali, dei colori, degli ambienti e nelle forme degli arredi.
Ricche decorazioni
L’esterno dell’edificio è caratterizzato dalla ricchezza di decorazioni floreali tipiche dello stile Liberty e dai tipici colori neutri della Costa Azzurra. Quest’involucro, legato al passato e alla tradizione, diventa il contenitore di ambienti moderni e razionali che entrano nettamente in contrasto con il linguaggio esterno. Appena si varca la soglia dell’albergo si è avvolti da una ricchezza di colori e materiali che richiamano l’abbondanza di tinte e sfumature presenti nel mercato dei fiori e nella vivacità e nella dinamicità degli eventi mondani di Nizza.
L’ospite soggiornando nell’albergo viene accompagnato in un viaggio metaforico fatto di sensazioni. Le colorazioni dei pavimenti e della carta da parati alle pareti della reception ricordano le atmosfere della promenade e portano le sue palme, la spiaggia e le sfumature del mare e del cielo all’interno dell’edificio. Scendendo al piano seminterrato, i materiali e i rivestimenti degli arredi della sala da pranzo sono nelle tonalità dell’azzurro, del blu e del verde acqua. Colori freddi, che richiamano il fondo del mare, ma sulle cui tonalità scure risaltano le forme dei pesci lanterna che sbucano tra le piante, illuminando e portando vivacità nella stanza, creando un’atmosfera carica di energia e vivacità.
Salendo ai piani superiori, occupati dalle camere, il viaggio continua. I colori dei tessuti e degli arredi portano nell’entroterra, con sfumature e sensazioni che vanno dall’autunno all’inverno e alla primavera. Fino a giungere nelle camere nel sottotetto, dove tessuti soffici dai colori caldi e naturali avvolgono e riscaldano, con la scelta di cromatismi che richiamano gli ultimi minuti di luce di un sole estivo volto al tramonto.
Meno è più
La filosofia progettuale è stata quella di scegliere e utilizzare pochi materiali essenziali nello spirito e nella filosofia di Mies van der Rohe: less is more. I materiali semplici sono stati nobilitati lavorando su una palette colori molto ampia, che dà una personalità forte e distinta a tutti gli ambienti. I materiali nobili quali il marmo, l’ottone e il rame, sono stati invece lavorati nella forma, creando rilievi sulle superfici in travertino rosso, superfici plissettate con l’ottone e curve con il rame.
Elementi volti a definire giochi di luci e ombre, ma anche legati a una funzione vera e propria, come il portariviste a lato delle sedute e il porta-brochure sul bancone della reception. Gli architetti hanno avuto la maestria e la capacità di rendere molto spaziose e ariose le piccole camere d’albergo visto che, per scelta della committenza, non sono stati eseguiti lavori strutturali e sono stati mantenuti gli spazi e ambienti originali per non diminuire il già esiguo numero di stanze.
Tra minimalismo e Le Corbusier
L’utilizzo di strutture metalliche, disegnate e pensate stanza per stanza, ha permesso di creare e definire degli ambienti negli ambienti, con strutture molto leggere e aeree che diventano quinta di una scenografia svolgendo però la funzione di arredo su misura. Elemento iconico del progetto è il disegno dell’armadio delle camere, la forma richiama la figura archetipica del Cabanon (firmata da Le Corbusier).
La sagoma delle pareti della capanna è definita da profilati in acciaio tinti di nero, la ricercatezza e la scelta di un materiale nobile come l’ottone impreziosisce l’ambiente, creando inoltre bellissimi riflessi e giochi di luce. L’utilizzo di tessuti e tende, al posto delle classiche ante di un guardaroba classico, sono un’ulteriore rilettura degli elementi della vita in spiaggia, mettendo ancora una volta in relazione esterno ed interno, con un forte richiamo alle tradizionali cabine spogliatoio che ritroviamo nelle foto d’epoca in bianco e nero appese alle pareti.
Il posizionamento e la forma di specchi, minimali, creano nuove prospettive e viste inedite, che allargano e modificano lo spazio. Essi sono collocati in modo di dare un collegamento visivo tra gli spazi, creando delle illusioni di profondità e dimensione. La forma, il progetto su misura e la scelta dei colori degli arredi diventano quindi un’espressione artistica. Il letto dalle forme pure e semplici, con la testata definita da una sola cornice metallica che sorregge un cuscino tondo, richiama gli studi sulla forma e sulle superfici di Rietveld, diventando la tela di uno dei primi quadri di Mondrian.
LA SCHEDA
Ristrutturazione d’interni Hotel Les Cigales
Committente: Hotel Les Cigales
Progetto: SCEG Architects (Stefano Carera – Eirini Giannakopoulou) – www.sceg.it
Fine lavori: 2018
(Gabriele Tavasci)