Secondo i dati emersi dall’ultimo Osservatorio Niiprogetti sugli appalti BIM in Italia, il settore mostra una crescita interessante, non solo in termini numerici. La progettazione BIM based sta infatti diversificando i suoi ambiti d’azione e si rivela un sempre più prezioso strumento di governo e controllo dei processi edilizi. Merito della diffusione delle relative piattaforme digitali ma anche di un’accelerazione della roadmap originariamente stabilita per l’introduzione obbligatoria del BIM negli appalti pubblici.
In termini assoluti, le rilevazioni dell’Osservatorio promosso da Assobim mostrano una crescita degli interventi edilizi passati dai circa 18 mila del 2018 agli oltre 25 mila del 2022, per un valore complessivo di oltre 173 miliardi di euro. Gli interventi sono promossi in maniera pressoché paritaria da soggetti pubblici e privati (52% contro 48%) e costituiti per il 59% da opere di nuova realizzazione contro il 41% di interventi di riqualificazione. Gli interventi monitorati vedono una prevalenza del settore terziario (38% sul totale) seguito dai servizi (30%) e dalle opere di ingegneria (28%), con a breve distanza il residenziale (26%) e a chiudere la classifica l’industria (12%). Il 27% dei progetti è risultato plurisettore, incorporando al suo interno opere destinate a diversi utilizzi. Nella classifica degli interventi per stato di avanzamento lavori, il valore degli stessi è risultato di 77,4 miliardi di euro per la fase di programmazione, 59,3 miliardi per quella di progettazione e 36,7 miliardi per quella di esecuzione.
Per quanto riguarda in particolare i progetti BIM, l’Osservatorio ha registrato un totale di 448 interventi, il 74% dei quali di iniziativa pubblica mentre il restante 26% promosso da una committenza privata; il 53% ha riguardato interventi di riqualificazione, mentre il restante 47% ha coinvolto nuove costruzioni. Il valore assoluto dei progetti si è attestato in oltre 9 miliardi di euro. Ad accaparrarsi la fetta più importante sono gli interventi nel settore terziario (31%) e servizi (28%), seguiti dalle opere di ingegneria (22%) e dall’edilizia residenziale (17%), mentre solo il 2% degli interventi afferisce al settore industriale.
La distribuzione tipologica degli interventi vede una classifica guidata dagli edifici pubblici, seguiti in ordine numerico da edilizia residenziale, edifici militari, scuole, uffici, impianti sportivi, ospedali e centri direzionali. La fase maggiormente impattata dall’utilizzo della metodologia BIM è anche in questo caso quella della progettazione (49% del campione), con programmazione ed esecuzione a suddividersi quasi equamente la restante quota.
«I dati delle rilevazioni testimoniano una crescente diffusione della metodologia BIM trasversale alle diverse scale e valori economici dei progetti. La diversificazione tipologica degli interventi e, non ultimo, la progressiva diffusione degli strumenti BIM anche al di fuori del loro ambito più tradizionale, la progettazione, evidenziano come fra gli operatori si stia diffondendo la consapevolezza dei vantaggi che questa metodologia offre in tutte le fasi del progetto, dallo sviluppo concettuale all’esecuzione fino alla gestione di quanto realizzato, e del suo valore quale strumento di governo e controllo dei processi edilizi», afferma il presidente di Assobim, Adriano Castagnone.