Efficientamento energetico, economia circolare e competitività delle filiere nazionali del comparto costruzioni” è l’evento organizzato da Federcostruzioni il 15 aprile, all’interno della “Giornata del Made in Italy” promossa dal ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Il valore della filiera produttiva
Federcostruzioni, punto di riferimento per l’intera filiera delle costruzioni, è cresciuta negli ultimi anni fino a riunire 17 categorie produttive, coprendo settori che spaziano dalle costruzioni ai materiali, dalle tecnologie alla progettazione, fino ai servizi innovativi.
Con un valore produttivo di 624 miliardi di euro nel 2023 e oltre 3,1 milioni di occupati, il comparto rappresenta uno degli elementi chiave dell’economia italiana, nonostante il rallentamento previsto per il 2024 a causa del blocco dei bonus fiscali e delle attuali tensioni geopolitiche.
I temi cruciali per la competitività delle aziende
Nel corso del convegno sono stati affrontati temi cruciali per il settore, come il caro energia, i costi elevati delle materie prime e l’urgenza di una transizione ecologica e digitale.
Grande attenzione è stata dedicata all’importanza dell’export, con eccellenze come legno, ceramica, industria elettronica, vetro, marmo, progettazione italiana, penalizzate però dalla concorrenza sleale dei paesi non soggetti a norme di tutela ambientale e dai dazi internazionali.
È stata ribadita la necessità di azioni congiunte per promuovere una visione integrata che coniughi innovazione, sostenibilità e tutela dell’ambiente costruito.
Tra gli interventi di rilievo, è emersa l’urgenza di affrontare l’efficientamento energetico e la sicurezza sismica, con proposte di lungo termine come la rigenerazione urbana e il supporto a misure innovative, quali la proroga dell’energy release, per ridurre i costi energetici.
Il futuro del settore richiede una visione strategica chiara e un impegno condiviso tra politica, industria e società civile per sostenere e valorizzare il Made in Italy, caposaldo dell’economia nazionale.
Sintesi degli interventi istituzionali e dei rappresentanti delle professioni e della produzione
In apertura è intervenuto l’on. Alessandro Morelli, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alla programmazione e al coordinamento della politica economica ed anche segretario del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile.
«… Federcostruzioni è una delle associazioni fondamentali per la nostra economia, capace di fornire contributi, suggerimenti e, talvolta, critiche costruttive. Il governo italiano riconosce l’importanza di mantenere una filiera solida e un settore cruciale per l’economia del Paese. Per questo motivo, sta monitorando attentamente gli sviluppi geopolitici ed economici, con particolare attenzione al tema dei dazi, un argomento centrale e attuale. Il governo italiano auspica una revisione del tema del Green Deal, non per abbandonare gli obiettivi strategici ormai radicati nella cultura di progettisti e costruttori, ma per ridurre il peso eccessivo che grava su famiglie e imprese, soprattutto in confronto a mercati che non rispettano gli stessi standard. L’attenzione dev’essere rivolta agli interessi nazionali, alle famiglie e alle imprese, e all’apertura di nuovi mercati che valorizzino la qualità italiana, sia nella progettazione che nella realizzazione. Un esempio emblematico è il settore cementifero, che soffre una disparità dovuta alle produzioni provenienti da altri paesi. I livelli green richiesti dall’Europa, se certificati nei nostri paesi, trovano maggiori difficoltà in paesi terzi. È necessario agire per proteggere le aziende italiane dalla concorrenza sleale. Il percorso è tracciato: occorre prestare attenzione alle imposizioni degli Stati Uniti e ai prodotti provenienti dall’Asia. L’Europa rimane il fulcro, e il governo italiano ha assunto un ruolo da protagonista. In una prospettiva di Made in Italy, è essenziale promuovere una collaborazione legittima e costruttiva che permetta al governo di eccellere in Europa e nel mondo».
A seguire il presidente Aniai, Alessandro Castagnaro «…La tematica dell’efficientamento è cruciale e richiede sperimentazioni avanzate in cui università e centri di ricerca stanno facendo passi avanti significativi. Tuttavia, è indispensabile connettere questi progressi alle imprese, ai professionisti e ad altri attori del settore. L’Italia possiede un grande patrimonio immobiliare che include beni storico-artistici e moderni. È fondamentale che il tema della rigenerazione urbana si concentri sull’efficientamento energetico, evitando la museificazione del patrimonio storico. Lo stretto rapporto tra progettazione, efficientamento energetico, miglioramento strutturale e sismico è fondamentale per il progresso del Paese. Le nostre imprese, spesso eccellenze nel loro settore, necessitano di altrettanta eccellenza progettuale per evolvere secondo i principi moderni di sostenibilità, riducendo consumi e rispettando il patrimonio storico e artistico. In passato, sovrintendenze e normative erano contrarie all’installazione di pannelli solari su edifici storici. Fortunatamente, oggi, il Ministero sta adottando approcci più flessibili. Un esempio significativo è il progetto di efficientamento energetico del Museo di Capodimonte a Napoli. La coesione tra parti sociali, professionali e imprenditoriali sarà la chiave per superare le difficoltà del momento».
Piero Salatino, ordinario di Impianti Chimici presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Con una lunga carriera accademica e di ricerca e competenze nel campo della reattoristica chimica, delle tecnologie di processo e delle biotecnologie industriali, si è soffermato sul carattere multidimensionale della sostenibilità, un concetto che implica il perseguimento simultaneo di molti obiettivi e richieda decisioni e una visione politica sovranazionale.
«… La decarbonizzazione è un passo fondamentale, ma comporta un crescente fabbisogno di materie prime, sollevando questioni legate alla loro gestione e alla limitata disponibilità di risorse. L’idea di circolarità si basa sul principio che i materiali e i prodotti a fine vita possano trovare una nuova funzione attraverso diversi percorsi, come il riutilizzo commerciale, ad esempio nei mercati di seconda mano, o il trasferimento di beni non più utilizzati, senza modificazioni sostanziali. Tuttavia, ridurre l’economia circolare al solo riciclo è limitativo. Infatti, il riciclo dei materiali e il recupero energetico occupano posizioni più basse nella gerarchia di gestione degli stock. La gestione efficace delle materie prime per soddisfare i nostri bisogni richiede misure prioritarie, che si combinano perfettamente con il Made in Italy. Unendo la nostra straordinaria capacità di creare prodotti di qualità alla creatività necessaria per garantire loro una vita e una funzionalità adeguate, si presenta una grande opportunità che, come Paese, non possiamo permetterci di perdere».
Andrea Andreuzzi, Senior Advisor Confindustria per Energia e Sviluppo Sostenibile ha fatto un quadro sulle politiche confindustriali nell’ambito del settore energetico.
«… L’Italia si trova penalizzata rispetto ad altri Paesi europei, con un prezzo dell’energia più elevato dovuto alla diversa composizione del mix di generazione. Storicamente, l’Italia ha puntato sul gas naturale, abbandonando fonti come olio e carbone. Oggi, si adottano misure di breve termine per ridurre il costo energetico, soprattutto nei settori industriali più esposti alla concorrenza internazionale. Tra queste, l’iniziativa “Elisa” prevede l’anticipazione di energia per tre anni, con una restituzione legata alla costruzione di impianti rinnovabili nei vent’anni successivi. Questa misura punta alla decarbonizzazione e alla riduzione dei costi. A livello strutturale, si lavora per bilanciare il mix energetico italiano, integrando gas naturale e nucleare. Sono previsti piccoli impianti nucleari da 300 megawatt e una riforma del mercato elettrico, che punta su contratti a lungo termine per ridurre i costi. Inoltre, strumenti come il “Ferix” incentivano le energie rinnovabili entro il 2030, accompagnati da meccanismi che favoriscano la domanda energetica tramite contratti tripartiti. La sinergia tra nucleare e rinnovabili è essenziale per soddisfare il fabbisogno di energia previsto al 2050, stimato al doppio rispetto ai consumi attuali. Questa combinazione evita la dipendenza dagli accumuli e affronta il problema delle materie prime critiche. Infine, lo sviluppo del biometano prevede cinque miliardi di metri cubi standard entro il 2030, destinati principalmente all’industria. Insieme, questi interventi mirano a migliorare la competitività energetica italiana».
Nicola Zampella, direttore di Federbeton, l’associazione che riunisce i produttori di cemento ha sottolineato l’importanza del settore, caratterizzato da impianti ad alta intensità energetica.
«… Abbiamo stimato che il processo di decarbonizzazione del cemento richiederà il triplo dell’energia elettrica rispetto agli attuali consumi, e non è solo il cemento, tra i materiali da costruzione, a essere energivoro. Dall’analisi emerge che molte misure adottate sono contingenti e hanno una scadenza, mentre gli impianti hanno un tempo di ammortamento di circa 30 anni. La normazione europea spesso non prevede un orizzonte temporale così lungo. Un esempio è il sistema Ets, strettamente legato all’energia. Entro il 2034 finiranno le quote di CO₂ gratuite, ma per il 2040 non esistono ancora regole chiare su come allocare le nuove quote a chi sarà obbligato a emettere. È quindi strategico per i settori ad alta intensità energetica restare connessi alle tematiche energetiche. La transizione ecologica ed energetica deve essere accompagnata da regole chiare e di lungo periodo. Manca una strategia che renda il nostro Paese attrattivo per gli investimenti, essenziali per raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione».
On. Erica Mazzetti, Camera dei deputati, Commissione Ambiente, Territorio, Lavori Pubblici. «… Oggi celebriamo anche la Giornata del Made in Italy, una ricorrenza importante. Ritengo che manchi ancora un tassello fondamentale: il Made in Italy delle costruzioni, un comparto che rappresenta una filiera industriale essenziale e deve essere valorizzato in modo unitario. Il settore affronta sfide importanti, come il caro bollette, che dipende dalla situazione geopolitica, e l’efficientamento energetico, al centro del PNRR. Recenti iniziative, come i fondi per l’edilizia popolare e il decreto bollette, sono passi avanti, ma dobbiamo puntare su soluzioni strutturali. L’efficientamento energetico deve essere accompagnato dalla sicurezza sismica, troppo spesso trascurata. Le città stanno cambiando rapidamente, adattandosi a nuove esigenze di mobilità, turismo e spazi abitativi. Serve una pianificazione territoriale moderna, che includa servizi e infrastrutture flessibili per stare al passo con l’evoluzione tecnologica e sociale. Infine, urge una semplificazione normativa: il caos legislativo penalizza il settore. Propongo una legge delega per costruzioni ed edilizia basata su principi univoci, testi unici e modulistica standardizzata a livello nazionale. Solo così potremo superare la complessità normativa e garantire un futuro solido al comparto. Rimango a disposizione per collaborare con voi su queste sfide».
On. Alessandro Caramiello – presidente Intergruppo parlamentare Sviluppo Sud, Aree Fragili e Isole Minori. «… Sono stati affrontati temi rilevanti, tra cui l’emergenza abitativa e il surplus di alloggi in alcune aree interne, come Abruzzo e Campania, dove si stanno effettuando verifiche di vulnerabilità e agibilità. Questo si collega all’efficientamento energetico e ai problemi legati ai costi dell’energia e ai dazi americani. Viviamo una guerra economico-finanziaria, con mercati altalenanti influenzati da politiche come quelle di Trump, che creano instabilità e penalizzano l’Europa. Non possiamo dipendere esclusivamente dagli Stati Uniti. È necessario puntare sulle energie rinnovabili e rilanciare il Sud Italia, che rappresenta il 34% della popolazione. Il Mediterraneo può diventare una porta d’accesso strategica per nuovi mercati, come Turchia, Marocco e Africa. Bloccare iniziative come la Via della Seta e il Superbonus è stato un errore, poiché queste avrebbero potuto rilanciare l’economia e il settore delle costruzioni. L’obiettivo è lavorare sinergicamente, superando divisioni ideologiche, per tutelare l’intera filiera italiana e aprirsi a nuovi mercati. È fondamentale che l’Italia faccia sentire la propria voce a livello internazionale, evitando di essere vittima di politiche protezionistiche. Le costruzioni restano un pilastro dell’economia italiana, soprattutto nel Sud, e la loro difesa è essenziale per il futuro del Paese. Concludo sottolineando l’importanza di un’azione sinergica tra politica e società civile per affrontare le sfide economiche e finanziarie che ci attendono. Solo uniti possiamo difendere il nostro territorio e garantire un futuro solido per l’Italia».
Intervento conclusivo della presidente Paola Marone
«Desidero ringraziare l’onorevole Caramiello, l’onorevole Mazzetti, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, sen. Morelli, il Presidente Castagnaro, il professor Piero Salatino e il dottor Andreuzzi, il dottor Zampella per i contributi che hanno reso questa giornata così interessante. Ringrazio i giovani ingegneri premiati e l’ing. Ada Minieri, componente della commissione giudicatrice. Si sono affrontati molti temi cruciali, dal caro energia alla circolarità, che spesso viene trattata in modo generico, ma che merita approfondimenti e studi mirati per proporre soluzioni concrete. In un contesto complesso, su cui gravano i dazi americani, caratterizzato dall’instabilità dei mercati finanziari e dalle difficoltà della produzione reale, è fondamentale che Federcostruzioni, consapevole delle problematiche in atto, continuerà a sostenere proposte solide ed efficaci di politica industriale e di lungo periodo. Tra le tematiche emerse oggi spicca l’emergenza abitativa, accolta anche dall’Europa con la nomina di un Commissario dedicato. Questo evidenzia l’importanza di un dibattito europeo sempre più incisivo. Abbiamo avviato confronti significativi con figure istituzionali, come la Vicepresidente del Parlamento europeo, per rendere queste questioni centrali anche nella nostra realtà. In conclusione, sottolineo l’importanza di coinvolgere i giovani, che rappresentano il futuro del settore. Metteremo in campo azioni per valorizzarne competenze e creare occasioni di confronto».
La consegna del Premio Federcostruzioni
L’iniziativa s’inserisce in un più ampio percorso di collaborazione tra Federcostruzioni e l’Ordine degli ingegneri di Napoli finalizzato a stimolare la crescita di una nuova generazione di professionisti che hanno saputo raccogliere la grande sfida della sostenibilità e dell’impatto ambientale in edilizia.
Si tratta di un premio che non solo premia l’eccellenza accademica ma incoraggia la ricerca e lo sviluppo di pratiche sostenibili del comparto delle costruzioni.
Ing. Ada Minieri, Consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli ha ringraziato Federcostruzioni per l’istituzione di un premio che valorizza non solo l’eccellenza accademica, ma incoraggia anche la ricerca e lo sviluppo di pratiche sostenibili nel settore delle costruzioni.
«… Gli interventi che mi hanno preceduta hanno fatto riflettere sull’urgenza di menti brillanti e coraggiose, capaci di guidarci verso un’economia circolare e progetti con basse emissioni di carbonio. I giovani ingegneri qui presenti rappresentano una speranza e una promessa per un futuro che coniughi l’eccellenza del Made in Italy con una forte responsabilità ambientale. Questa iniziativa si inserisce in un percorso di collaborazione tra Federcostruzioni e l’Ordine degli Ingegneri di Napoli, un percorso che ha stimolato la crescita di professionisti capaci di affrontare le sfide della sostenibilità e dell’impatto ambientale. Il mio Ordine crede fermamente nel valore di questi percorsi, nella necessità di creare un ponte tra università, professione e industria. Come ha sottolineato il Presidente Castagnaro, è nel dialogo che nascono idee capaci di cambiare le cose. Ringrazio nuovamente il Professor Salatino, che ha coordinato la Commissione formata da tante eccellenze, e desidero soprattutto ringraziare i nostri tre giovani ingegneri, perché in loro vedo il futuro. Un futuro promettente e in buone mani. Oggi vengono presentate le tesi di laurea di Anna Chiara Ceraso e Serena Migliorose, e vorrei anche nominare Gianluigi Esposito, che purtroppo non è potuto essere presente. Questi lavori offrono tre approcci diversi ma uniti dall’intento comune di ripensare il mondo in una chiave sostenibile e circolare».
Le tesi premiate
Tesi di Annachiara Ceraso | Analisi comparativa sulle miscele di calcestruzzo riciclato ottenute dal miscelamento di diverse percentuali di ciottoli e sabbia derivanti da calcestruzzo demolito.
L’analisi del ciclo di vita dei calcestruzzi riciclati mette in evidenza i vantaggi dell’applicazione dell’economia circolare nel settore edilizio. Questo studio, svolto presso l’Università Tecnica di Amburgo, è parte del progetto Erasmus for Trainship e del programma europeo Horizon 2020, con il progetto CIRQUIT che coinvolge diverse università.
Il caso studio si concentra sul calcestruzzo, un materiale con significativi impatti ambientali: la produzione di clinker richiede una grande intensità energetica (circa 3,5 GWh/tonnellata), mentre l’estrazione degli aggregati vergini genera il 10% delle emissioni di gas serra globali e grandi quantità di particolato. Inoltre, i rifiuti da demolizione di calcestruzzo rappresentano circa il 25-30% dei rifiuti totali prodotti in Europa, pari a circa 374 milioni di tonnellate.
In collaborazione con un’azienda edile di Amburgo, sono state testate diverse miscele di calcestruzzo, utilizzando sia aggregati riciclati che vergini. Lo studio ha analizzato l’impatto ambientale di queste miscele rispetto al calcestruzzo tradizionale, evidenziando una riduzione degli impatti fino al 40% in categorie come il cambiamento climatico.
Le ricette con una maggiore quantità di aggregati riciclati sono risultate particolarmente vantaggiose, sebbene abbiano mostrato un incremento nel consumo di acqua, dovuto alla maggiore assorbenza degli aggregati riciclati rispetto a quelli vergini.
Attraverso l’uso di software open source e database specifici, è stata condotta un’analisi approfondita, considerando tutte le fasi di produzione e tenendo conto delle emissioni legate sia alla processazione dei materiali demoliti sia all’importazione di ghiaia vergine.
Le categorie di impatto ambientale sono state normalizzate rispetto al calcestruzzo tradizionale, dimostrando che l’utilizzo di materiali riciclati può ridurre significativamente gli impatti globali.
Questo studio evidenzia come l’analisi del ciclo di vita sia uno strumento fondamentale per valutare la sostenibilità dei materiali edilizi, permettendo di identificare problemi ambientali già in fase di progettazione e di sviluppare soluzioni alternative.
Tuttavia, la scelta dell’unità funzionale, ovvero un metro cubo di calcestruzzo, ha rappresentato una limitazione, poiché le miscele analizzate non presentavano proprietà meccaniche identiche. Pertanto, è necessario migliorare la comunicazione tra produttori e ricercatori per ottenere dati più accurati e comparabili.
In conclusione, il lavoro svolto dimostra che il calcestruzzo riciclato può essere una valida soluzione sostenibile per l’edilizia, ma richiede ulteriori studi e un maggiore scambio di informazioni tra i diversi attori del settore.
Questo approccio, se applicato correttamente, rappresenta un passo avanti verso la realizzazione di un’economia circolare nell’edilizia, con un impatto positivo sia ambientale che sociale.
Tesi di Serena Mingione | Questo lavoro, svolto in collaborazione tra l’Università Federico II di Napoli e il Centro di Ricerca Empa in Svizzera, ha indagato l’influenza di elementi come zinco, stronzio e magnesio presenti nei materiali cementizi supplementari (Scm) sull’utilizzo e la reattività del cemento.
Attualmente, il cemento è responsabile del 5% delle emissioni antropiche globali di CO₂, principalmente a causa della produzione del clinker, che richiede temperature elevate e un considerevole consumo energetico. Una soluzione per ridurre tali emissioni è sostituire parte del clinker con materiali Scm, come ceneri volanti e loppa d’altoforno, già utilizzati secondo normative specifiche.
Questi materiali consentono di diminuire l’uso di materie prime e combustibili necessari per il clinker, riducendo così le emissioni di CO₂. Tuttavia, la loro disponibilità è limitata e comporta costi elevati di trasporto, oltre a competere con altri settori industriali.
Per questo, il lavoro si è concentrato su nuove fonti di Scm locali, spesso derivanti da scarti industriali, che possono essere riutilizzati, creando un circuito sostenibile. Tuttavia, i nuovi materiali presentano una reattività limitata, influenzata dalla presenza di metalli pesanti, che possono ridurre la resistenza a compressione del cemento.
L’obiettivo della tesi era analizzare come zinco, stronzio e magnesio influenzino la reattività dei materiali di scarto e del cemento. Sono stati realizzati vetri con differenti concentrazioni di questi elementi e miscele di cemento, valutandone l’idratazione e la reattività pozzolanica.
I risultati hanno confermato la potenziale applicabilità degli Scm contenenti questi elementi, ma evidenziato anche problematiche, in particolare il ritardo della presa del cemento causato dallo zinco. Questo studio sottolinea l’importanza di approfondire l’uso di materiali alternativi locali come Scm, provenienti da scarti, per supportare un’economia circolare.
Nonostante alcune limitazioni, come le proprietà reattive, tale approccio rappresenta una strada promettente per rendere il settore più sostenibile. Un articolo sul lavoro è stato pubblicato, e il gruppo di ricerca ringrazia Federcostruzioni per aver reso possibile la presentazione e riconosciuto il progetto con un premio lo scorso anno.
La tesi di Gianluigi Esposito ha riguardato l’ampliamento del retrofit energetico di un istituto storico di Madrid esaminando il caso di un edificio madrileno, un edificio storico della Maddalena, oggetto di intervento che ha saputo coniugare la tutela del patrimonio con i principi dello sviluppo sostenibile.