Vi parlo del mio lavoro quotidiano: progettazione, direzione lavori, verifica della conformità delle opere, e poi…? Scrivo come consulente per l’efficienza energetica a tutto tondo, figura professionale che ha il controllo progettuale sia della qualità dell’involucro, sia dell’impiantistica a servizio dello stesso. Bene, il controllo del progetto, e poi…? Che cosa succede al prodotto finito del lavoro di un progettista energetico? Che cosa succede al sistema edificio-impianto dopo la chiusura dei lavori? Che cosa succede nel tempo a una opera ben concepita e ben realizzata? Si consegnano le chiavi al committente, gli si stringe la mano, e poi…?
Riferendomi alla mia esperienza professionale posso dire che, nella maggior parte dei casi, non ho idea di che cosa succeda, poi, alla creatura che ho concorso a realizzare. Quando ripenso a certi lavori per migliorare l’efficienza energetica di una casa, anche ben riusciti, la sensazione è analoga a quella di abbandonare un messaggio in una bottiglia: dentro c’è il frutto del mio operato, ma non riesco mai a sapere se chi me l’ha commissionata saprà leggere e apprezzare o trovarci degli errori o brutture (il concetto vuole essere ambivalente).
Cercasi feedback sull’efficienza energetica
Raramente, infatti, si hanno feedback da parte dell’utente. Se questi arrivano, sono tendenzialmente negativi ed è proprio la componente di insoddisfazione che mette in moto la fase due nelle relazioni tra committente e progettista, dove il primo segnala delle problematiche operative e il secondo deve difendersi partendo da una posizione psicologicamente di svantaggio («Accidenti, mi stanno cercando perché c’è qualcosa che non va…»). Se poi, come più spesso capita, mancano i feedback, si può pensare che tutto scorra a meraviglia, ma si rimane sempre senza la conferma di aver soddisfatto appieno le attese.
Insomma, in un caso o nell’altro, ritengo che ci sia ancora un vuoto nei meccanismi del processo edilizio, un vuoto da colmare con entusiasmo perché si possono individuare dinamiche che rendano giustizia a quanto di buono c’è già nel lavoro di miglioramento dell’efficienza energetica e che possano evidenziare la qualità del prodotto finito individuando le varie responsabilità tra le figure coinvolte.
Chiarito l’obiettivo, reputo che ci siano vari strumenti da applicare in questo senso. Come primo approccio all’analisi del «e poi?», mi preme porre l’attenzione sugli aspetti macroscopici. rimandando ad analisi successive i molteplici approfondimenti tecnici che possono scaturire da questo metodo. In buona sostanza risulta doveroso focalizzare le potenzialità di miglioramento che abbiamo tra il prima e il dopo rispetto alla consegna del prodotto finito.
Prima: il libretto di istruzioni per la casa
Con la consegna dell’opera finita, ovviamente nel rispetto degli obiettivi di efficienza energetica, stiamo per mettere a disposizione del nostro committente uno strumento che deve permettere il raggiungimento dei livelli di comfort da lui richiesti per i periodi invernale ed estivo e per gli usi sanitari (Acs).
Per quanto possa essere approfondita da parte nostra la conoscenza del committente, è impensabile che i set-point di progetto corrispondano esattamente alle richieste dell’utilizzatore finale. In altre parole, l’utente deve conoscere le potenzialità del proprio sistema edificio-impianto e le eventuali criticità, in modo da poterlo utilizzare al meglio e con consapevolezza.
Allo scopo, serve uno strumento di comunicazione chiaro e completo che renda l’utente edotto sui margini di personalizzazione che ha a disposizione. In altre parole, serve un libretto di uso del sistema edificio-impianto. Un documento che spieghi che cosa si è pensato a livello progettuale, perché lo si è progettato e in che modo l’utente può modificarne il funzionamento per una migliore efficienza energetica. Tra gli obiettivi fondamentali del libretto di uso ci deve essere la semplicità di gestione. I nostri impianti sono utilizzati da persone che non vogliono essere competenti in materia, ma che desiderano comfort ed efficienza energetica.
Se il budget a disposizione non permette l’utilizzo di sistemi di supervisione evoluti (a cui si potrebbe delegare la gestione di certe complessità) sarà dovere del progettista semplificare l’impiantistica o affidarsi a pacchetti di gestione pre-confezionati dai costruttori stessi. E, come tecnici, solo se si è capito perfettamente che cosa si sceglie per il nostro cliente si sarà in grado di raccontarne l’utilizzo in modo chiaro. In ogni caso, la struttura e organizzazione del libretto di uso dovrà essere customizzata e dimensionata alla complessità dell’impianto. Inoltre, affinché sia efficace, il libretto deve tenere conto del livello culturale del nostro interlocutore.
Dopo: il monitoraggio dell’efficienza energetica
Sono convinto che, nella maggior parte dei casi reali, l’efficienza energetica di un sistema edificio – impianto stia soprattutto sulla carta. I calcoli e le verifiche teoriche ovviamente devono tornare, ma dopo? Che cosa succede? Quanto effettivamente consuma l’utente? Ecco perché analogamente al libretto di uso (il prima) diventa importante informare in modo esplicito l’utilizzatore di quali sono i consumi attesi e di quali strumenti ha a disposizione per verificarli (il dopo).
Spesso può bastare un controllo periodico e consapevole dei contatori gas e luce per apprezzare, anche superficialmente, il corretto funzionamento dell’impiantistica. In casi più complessi si può valutare l’utilizzo di sistemi di misura specifici, come contatori diretti di energia termica o multimetri. Se il committente ha a disposizione valori di riferimento con cui confrontarsi, potrà eseguire un primo monitoraggio senza costi aggiuntivi e, solo in seconda battuta, valutare l’opportunità di coinvolgere il professionista per analisi più approfondite.
Sottolineo l’importanza di questa fase di verifica proprio perché completa quella precedente, dove si informa sull’utilizzo del sistema. Come faccio a sapere quali effetti sull’efficienza energetica ha l’impostazione dei vari set-point che ho scelto? In prima battuta vado a controllare i consumi e ne verifico la verosimiglianza rispetto ai calcoli del mio progettista, il tutto a costo zero. Ecco che il libretto di uso diventa piuttosto un libretto di uso e monitoraggio.
Fase due: la soddisfazione di un uso consapevole
Riuscire a completare il lavoro tradizionale con degli strumenti che consentano all’utente di utilizzare correttamente il sistema edificio-impianto e controllarne il funzionamento ha delle potenzialità importanti. La figura ideale per predisporre un documento del genere è senza dubbio il progettista. È lui che ha valutato le esigenze del committente e ha effettuato le scelte per suo conto ed è lui che conosce i paletti normativi all’interno dei quali si è sviluppato il processo edilizio.
L’aspetto negativo di queste considerazioni sono legate alla retribuzione professionale in questo momento di apparente crisi economica. In un periodo in cui viene riconosciuta sempre meno l’importanza della progettazione di qualità e si devono limare gli importi delle notule, aggiungere un carico di lavoro come quello descritto sopra non è banale e forse nemmeno giusto.
Dall’altro lato, riprendendo un concetto della premessa, è per me affascinante immaginare una nuova fase due, dove il committente non va a ricercare il progettista per segnalare problematiche varie fuori da un contesto ben delineato. Mi piace immaginare una nuova fase dove invece ci si può confrontare agilmente sulla soddisfazione delle attese e dove si possano commentare in modo costruttivo i primi risultati del monitoraggio dei consumi.
Il committente attivo
A livello di responsabilità, quando si predispone un libretto di uso e monitoraggio si chiariscono meglio i ruoli delle figure coinvolte. Lo stesso committente diventa parte attiva con un compito ben definito. Anche l’installatore e i centri assistenza tecnica si dovranno muovere in un contesto chiaro quando chiamati in causa per i primi avviamenti ed eventuali messe a punto successive. Questi soggetti potranno prendere atto di quanto previsto dal progettista ed essere nel tempo responsabili di eventuali variazioni nelle impostazioni di settaggio.
In ultima analisi, predisporre il libretto di uso e monitoraggio fin dalla fase di progettazione rappresenta per il tecnico un potentissimo strumento di auto-controllo sul proprio operato. Spiegare il concepimento dell’impianto e come utilizzarlo permette di evidenziare eventuali carenze o imprecisioni progettuali e dà la possibilità di correggerle per tempo con conseguente soddisfazione di tutte le parti.
Sulla scorta dei concetti appena espressi il mio obiettivo sarà quello di condividere nei prossimi articoli alcuni approfondimenti tecnici. In particolare si tratteranno gli aspetti più significativi legati all’uso di varie tipologie impiantistiche per l’efficienza energetica (sistemi di riscaldamento centralizzati, produzione di Acs, impianti radianti) e relativi al monitoraggio domestico dei consumi negli impianti di climatizzazione.
(Leandro Pescatori)