In un’area centrale dell’abitato di San Quirino (Pordenone) caratterizzata dalla presenza di manufatti abbandonati, ElasticoFarm, studio diretto da Stefano Pujatti, ha messo in pratica una strategia di progetto che coniuga un interessante recupero di una casa in avanzato stato di degrado con un’inevitabile ricostruzione e la riconversione a uso residenziale di un ex-granaio. Entrambi i volumi, che insieme ad altri materiali urbani definiscono una corte interna dal carattere frammentario, sono ripensati come dimore unifamiliari.
L’edificio più grande (House 1) affronta la sfida di come integrare le esigenze dell’abitare contemporaneo con la volontà di recuperare alcuni elementi ereditati dal passato. La risposta architettonica consiste nel mantenere gli elementi considerati di pregio, tra cui i muri in sasso e il porticato ad archi, all’interno dei quali prende forma «un nuovo organismo, caratterizzato da un’aggregazione di volumi scatolari che slittando tra loro a diversi livelli creano spazi complessi», come scrive Valeria Brero nel volume, a cura di Luca Maria Francesco Fabris, Architettura al Sangue (Maggioli, 2008).
Questi movimenti sono l’essenza del progetto e interessano sia le parti strutturali sia quelle di chiusura, aprendo un dialogo tettonico che coinvolge i quattro elementi semperiani (le funzioni sociali fondamentali comuni alla vita), focolare incluso. Il vecchio e il nuovo si alternano nella definizione degli spazi sia all’esterno, dove l’involucro lapideo originario viene bucato da un volume in calcestruzzo aggettante, sia all’interno, dove in diversi punti riappare la compagine muraria a sasso, rivelando una profonda compenetrazione e rispetto reciproco che non cede a imitazioni o mimetismi.
L’edificio minore (House 2) è il risultato di una demolizione e ricostruzione. Qui, in assenza dei vincoli strutturali che caratterizzano la House 1, ElasticoFarm inverte il ruolo delle pareti di sasso, mutandole da corpi portanti ad elementi decorativi che, attraverso usi inattesi, diventano gli ingredienti primari del disegno delle facciate. L’assemblaggio inaspettato dei materiali, mai banale e sempre architettonico, rappresenta un tema ricorrente nell’opera di Stefano Pujatti, che appare in tutta la sua forza nel famoso progetto Atelier Fleuriste a Chiari (Torino), e che esplora la questione della trasmissione dei carichi, filone di ricerca fondante nella pratica architettonica, in modo popperiano e, per questo, sempre originale.
I sassi appesi per file ordinate, a spiedino si potrebbe dire, diventano l’ultima sfida ironica alla forza di gravità, che acquista ancora più senso nel contesto di fragilità sismica che interessa il luogo. L’uso equilibrato di materiali costruttivi eterogenei, dal calcestruzzo, all’acciao, al legno, permette di legare armoniosamente gli interventi conservativi, concentrati nella House 1, con quelli trasformativi.
In particolare, l’uso del cemento armato, che nei sistemi portanti di entrambi gli edifici garantisce gli standard strutturali richiesti nelle aree ad alto rischio sismico, diventa ingrediente fondamentale nella determinazione dello spazio sia in senso geometrico, grazie all’efficace articolazione del programma funzionale, sia in senso materico, riuscendo a esaltare i caratteri espressivi degli elementi locali. Come l’uso del sasso, qui vettore di carica e senso identitari.
I due interventi, pur essendo riconducibili a un gesto unico, sono stati completati nell’arco temporale di sette anni, mettendo in luce lo spessore culturale di un progetto che, distanziandosi da ogni forma stilistica o di maniera, pone, senza risparmiarsi, la qualità dello spazio al centro delle scelte architettoniche, preferendo l’accostamento ironico a ogni vezzo di autocompiacimento.
di Gerardo Semprebon, Shanghai Jiao Tong University – Politecnico di Milano (da Youbuild 17)
LA SCHEDA
Luogo: San Quirino (Pordenone)
Nome progetto: Stoned
Cliente: privato
Progetto: ELASTICOFarm (Stefano Pujatti, Alberto Del Maschio, Valeria Brero, Corrado Curti, Daniele Almondo, Andrea Rosada, Serena Nano, Marco Burigana)
Strutture: Antonio Colonnello
Impianti: Proj-system
Impresa: Bedin e Arrigò
Info: www.elasticofarm.com
Data di completamento: 2011 (House 1), 2018 (House 2)
Superficie costruita: 420 m2 (300 + 120)
Programma: residenza
Fotografie: Elisabetta Crovato (House 1), Mattia Balsamini (House 2)