L’Oice – associazione delle società di ingegneria e architettura – pronta a offrire il proprio contributo al Mit (Ministero infrastrutture e trasporti) per “assicurare equilibrio contrattuale, qualità e concorrenza, unitamente a tutta la filiera, nell’interesse del Paese”.
Un anno di codice
È questo il messaggio lanciato dal presidente dell’associazione, Giorgio Lupoi, nel corso della tavola rotonda svoltasi nei giorni scorsi a Roma. All’incontro, “Un anno di codice appalti: bilancio e possibili miglioramenti”, hanno partecipato Giuseppe Busia presidente Anac, Elena Griglio capo ufficio legislativo Mit, Andrea Ferrante del Consiglio superiore lavori pubblici.
Con loro anche i principali operatori della filiera delle costruzioni: Francesca Ottavi per Ance, Marco Mingrone per Legacoop e Domenico Condelli per Cni. Nel corso della tavola rotonda, moderata da Flavia Landolfi, il presidente Giuseppe Busia ha rivendicato la scelta di non avere ceduto alle richieste di proroga sull’avvio della digitalizzazione. Anzi di avere con tenacia portato avanti il processo di qualificazione delle stazioni appaltanti, da completare ma ben avviato. Inoltre ha condiviso l’esigenza di puntare a miglioramenti su concorrenza e trasparenza.
È stato affrontato anche il tema dell’equo compenso, sul quale Elena Griglio non si è sbilanciata. Si è limitata ad affermare che vanno assicurati il principio, ma anche l’evidenza pubblica e i vincoli di bilancio.
Giorgio Lupoi | Presidente Oice
Condividiamo la consapevolezza della necessità di aggiornare il decreto parametri e l’apertura ad intervenire sugli allegati al codice per recuperare quelle norme sugli affidamenti dei servizi di ingegneria e architettura che erano nelle linee guida Anac 1/2016 e che darebbero certezza a tutti gli operatori. Condividiamo fortemente anche la necessità di andare verso una “solida progettazione” perché la centralità del Progetto, così come anche l’equilibrio contrattuale, deve sempre essere rispettata.
Su questo riteniamo che le stazioni appaltanti debbano essere incentivate a programmare e non a progettare, cosa che se vogliono possono fare, ma l’incentivo deve essere su altro. Altro tema fondamentale è l’accesso al mercato e su questo siamo per i requisiti su base decennale.
Equo compenso
Occorre applicarlo a tutela del professionista e della società nei rapporti di forza diversi come le trattative dirette degli affidamenti fiduciari. Oltre che per la determinazione corretta degli importi a base di gara nelle procedure aperte. Il richiamo ai parametri ministeriali, come chiesto ed ottenuto nel codice, è ormai un obbligo.
Nelle procedure aperte e quando c’è un confronto concorrenziale fra operatori economici è opportuno mantenere il ribasso sull’intero compenso. Adottando meccanismi che disincentivino ribassi eccessivi, come l’applicazione di formule esponenziali e la limitazione del peso dell’offerta economica.
Soluzioni diverse sono controproducenti per il sistema poichè penalizzano investimenti in soluzioni innovative e tecnologiche che migliorano la produttività. Uno dei tanti talloni di Achille della nostra economia. Inoltre limitano l’accesso del mercato ai giovani e alle nuove società che non possono sfruttare la possibilità di essere più competitivi sul prezzo per entrare sul mercato. Quindi possono incentivare i meno onesti.