Case senza cucina, come a Hong Kong, oppure sempre più simili a quelle professionali. La casa sta cambiando? È partito da questa domanda il progetto sviluppato da Strategy Innovation, spin-off dedicato all’innovazione strategica dell’Università Ca’ Foscari Venezia, in collaborazione con Fuorisalone.it, che quest’anno ha come tema centrale Forme dell’abitare.
“L’emergenza covid ci ha portato a riscoprire la casa non più solo come spazio in cui scambiare due chiacchiere prima di andare a dormire, ma come luogo in cui si sviluppano le nostre vite e in cui tessiamo le nostre relazioni”, spiega Gian Paolo Lazzer, sociologo. “Prima si concentrava l’attenzione essenzialmente su due parametri: metri quadri ed efficienza energetica. Oggi le stiamo ripensando in termini di qualità delle relazioni e delle passioni che possiamo vivere nei loro ambienti”.
Con Il Laboratorio dell’Abitare, Fuorisalone.it e Strategy Innovation indagano come questo cambiamento stia influenzando, non solo i progetti di architetti e interior design e trendsetter, ma direttamente le stesse aziende che producono gli oggetti e forniscono i servizi del nostro vivere quotidianamente la casa.
Le prime 12 interviste hanno coinvolto aziende provenienti dai settori più disparati, dall’illuminazione d’interni alla produzione di integratori, con lo scopo di indagare e capire come stia cambiando il modo di vivere la casa da parte delle persone e cosa accadrà nel futuro.
“La contaminazione tra mondi diversi è fondamentale per capire un fenomeno culturale di questa portata. Per questo abbiamo voluto intervistare realtà così eterogenee. Quello che ne è emerso offre la misura del profondo cambiamento che la nostra società sta vivendo nell’arco di pochi mesi”, aggiunge Lazzer.
Un viaggio virtuale attraverso le diverse stanze della casa, che non trascura nemmeno il ruolo degli animali da compagnia, ormai sempre più partecipi della vita famigliare con spazi e momenti dedicati, e la cuccia che diventa un ambiente a sé, di pari dignità di una stanza da letto. E se la camera da letto, come racconta nel video Stefano Foffano, Founder di Staygreen, diventa sempre più un luogo di benessere, che deve rigenerare attraverso la qualità dei materiali, dell’aria e la disposizione dei punti luce, perché solo in questo modo può produrre sogni, unico spazio in cui possiamo entrare in relazione con il futuro, è in cucina che avverrà il vero cambiamento.
Dopo anni in cui la cucina è rimasta sempre più vittima della contrazione degli spazi, sacrificata nella logica dell’ottimizzazione dei metri quadri e sostituita dal food delivery, oggi assistiamo a una ulteriore evoluzione: case senza cucina, come già avviene a Hong Kong per esempio, oppure cucine sempre più simili a quelle professionali.
“Il cibo è una passione e come tutte le passioni dovrà avere uno spazio dedicato e degli strumenti ad hoc per poter essere coltivato. La cucina del futuro troverà perciò sempre un suo spazio nelle case degli appassionati”, dice Nicola Michelon, Ceo di Unox, azienda leader nella produzione di forni professionali. “Il cibo torna a essere un viatico di legami e relazioni, sia tra i membri della famiglia sia con i divi dei fornelli, uniti dalla stessa passione e dalla stessa voglia di sperimentare”.
Il vero centro della casa continuerà però a essere il salotto, luogo per eccellenza in cui prendono forma le dinamiche relazionali di una famiglia: incontri, saluti, distacchi, festeggiamenti e cordogli, lontano dalla dispersione che caratterizza social e community, come bene racconta Riccardo Zanette, Vice-president di MCZ Group, specializzati nella produzione di stufe e camini, che restano uno dei simboli del calore famigliare nell’immaginario collettivo degli italiani. Un salotto che spesso si trasforma in studio per andare incontro alle nuove esigenze dell’homeworking e dello smartworking, che a loro volta tenderanno a diventare sempre di più funworking con un continuo rimescolarsi di ruoli e attività. Uno spazio multifunzionale dove si integrano le esigenze di tutta la famiglia e il confine tra lavoro e vita privata sfuma sempre di più in un fluire continuo, come sottolinea Lara Facchinetti, HR Manager di Zamperla. Il luogo dedicato al divertimento, però, resta comunque la cameretta dei bambini, spazio della creatività e della ribellione in cui coltivare la propria immaginazione, l’intelligenza e la socialità attraverso il gioco. “La cameretta non è solo per i bambini”, sottolinea però Marco Moro, Presidente di Morocolor. “L’adulto deve continuare a rifugiarsi nella propria cameretta a riscoprire se stesso per dare voce al proprio fanciullino”.
Il luogo più intimo delle nostre abitazioni resta comunque il bagno. Conquista recente nella storia evolutiva dell’abitare, ma con un ruolo sempre più centrale. Non solo spazio dedicato alla cura di se stessi, da intendere sempre più come nell’antica tradizione romana delle terme, ma anche camerino dove, di fronte allo specchio, mettere in scena le mille versioni di noi stessi, prima di decidere quale mostrare agli altri. “Nel bagno la relazione tra benessere del corpo e della mente è protagonista, avvantaggiata da tutti gli aiuti che la tecnologia può fornire”, osserva Stefania Fabiano, Direttore Generale della Divisione Cosmetics Active di L’Oréal.
Una funzione che il bagno condivide con un altro spazio, considerato fino a poco tempo fa un vezzo, ma che la pandemia ci ha fatto rivalutare nella sua più antica accezione di luogo dedicato al benessere fisico ma anche e soprattutto a quello mentale. Che sia un angolo del balcone oppure uno spazio ricavato accanto al letto o nel garage condominiale, la palestra diventa il posto dove coltivare l’energia e la vitalità che l’attività sportiva trasmette, preziosa chiave per superare le difficoltà e stare bene con se stessi e con gli altri, sottolinea Walter Bertin, Presidente di Labomar.
“La reclusione forzata di questi mesi ci ha portato senza dubbio a rivalutare anche gli spazi esterni, dal giardino al garage. In un futuro in cui il tema della casa allargata sarà sempre più di attualità, dove verrà rivalutata la vita di quartiere e dove si punterà ad abitare e lavorare senza la necessità di usare l’auto, gli spazi esterni assumeranno un nuovo valore relazionale e andranno ripensati come tali”, conclude Lazzer.
Il valore delle relazioni non si misura, infatti, solo all’interno delle mura domestiche ma anche nel quartiere in cui si è scelto di vivere, che diventa un luogo di inclusione sociale in cui le persone sentono di appartenere a una comunità. “Il quartiere permette di intessere relazioni sane e speciali, in cui tutti possono trarre vantaggio e vivere una propria personale esperienza di vita e di crescita”, spiega Simone Pasquali, Business Developer di IPS.
Giardino, serra e garage assumono dunque nuovi significati e si preparano a una nuova evoluzione, dall’illuminazione all’arredamento. Luoghi dove riflettere grazie al potere taumaturgico dell’ombra degli alberi in contrapposizione alla luce diretta del sole, secondo Carlo Urbinati, Presidente di Foscarini, ma anche spazi per coltivare sogni, passioni e talenti senza la paura di sbagliare come suggerisce Valeria Zampieri, HR Manager di Everel Group. Luoghi infine dove custodire solo mezzi a energia biologica come biciclette o bastoncini da nordic walking perché torneremo a essere Flâneur, esploratori di città, vagabondi urbani, che hanno bisogno di camminare per pensare, stare in forma e conoscere il proprio ambiente, come profetizza Gianpietro Beltramello, presidente di Gabel.